BOLOGNA – Sabato 4 febbraio, ore 20-24
IAAD. Bologna per Art City White Night
ILLUMINATIAAD.
Gavina: il design industriale nasce a Bologna
La mostra con gli scatti mai pubblicati, l’intervista inedita e gli oggetti di Dino Gavina, primo talent scout del design italiano, raccontata dagli studenti IAAD.
Con una mostra dedicata al più sovversivo e rivoluzionario degli imprenditori del design, Dino Gavina, IAAD. partecipa sabato 4 febbraio all’Art City White Night 2023. Nella sede IAAD. Bologna di via Barozzi 3/m saranno esposti gli scatti fotografici, mai pubblicati, realizzati da Stefano Pasotti all’interno della casa-studio di Dino Gavina (ultima testimonianza documentata prima dell’incendio), i ritratti personali dell’eclettico designer scattati da Margherita Cecchini, l’intervista inedita realizzata da Matteo Morisi nel 2005 e alcuni prototipi e pezzi iconici della storia del design, come Le Témoin (l’occhio che si trasforma in un’inaspettata seduta) disegnato da Man Ray per Dino Gavina nel 1971.
Il percorso, realizzato dai 32 studenti del terzo anno di Communication design, si snoda lungo 5 aree tematiche, punti cardine della storia di Dino Gavina: le aziende e la nascita di Gavina Spa, Flos, Sirrah, Simon; i designer internazionali e gli incontri con Kazuhide Takahama, Marcel Breuer, Man Ray, Marcel Duchamp; i designer italiani, da Achille e Piergiacomo Castiglioni a Carlo e Tobia Scarpa, da Nando Cuniberti ad Enzo Mari; i programmi d’autore come Ultramobile, Ultrarazionale, Metamobile, Centro Duchamp, Paradisoterrestre; il mondo dell’arte, ovvero come l’arte ha influenzato il percorso creativo e lavorativo di Dino Gavina.
L’obiettivo è raccontare la vita, il percorso lavorativo e il contributo basilare che Dino Gavina ha dato alla nascita del design italiano. A lui viene infatti riconosciuta la paternità del design come lo intendiamo oggi, non solo per aver fondato tre delle aziende più importanti del settore, ma soprattutto per le forti innovazioni e influenze portate nel campo.
LA CASA-STUDIO DI DINO GAVINA NELLA TESTIMONIANZA DI STEFANO PASOTTI
Un paio di anni fa sono stato invitato dalla figlia di Dino Gavina all’interno della sua casa per bere un normalissimo caffè, e con l’occasione parlare del padre, e dei suoi ricordi. Quello che la signora Alessandra Gavina non mi aveva detto è che l’abitazione era in effetti la casa studio dell’imprenditore, e che questa era rimasta quasi invariata dopo la sua dipartita. Entrare in un posto del genere è stato un vero shock, perché la figlia viveva in un contesto circondato da migliaia di libri, prototipi di importantissimi designer, ed opere d’arte.
Ogni spazio abitativo aveva un oggetto che in qualche modo ha inevitabilmente segnato la storia del design. È come se nello stesso posto vivessero: Achille e Piergiacomo Castiglioni, Carlo e Tobia Scarpa, Marcel Breuer, May Ray, Marcel Duchamp, Michael Thonet e molti molti altri.
Il design è sicuramente il mio campo di appartenenza, ed all’interno di questo spazio abitativo, ho potuto osservare e comprendere come giovani designer, o grandissimi maestri, si siano affidati ad una figura come Dino Gavina, per entrare nella scala mondiale del product design. Alcuni di questi oggetti sono certamente prototipi, come ad esempio gli scacchi di Man Ray che hanno subito delle leggere modifiche prima di entrare sul mercato.
Qui si può osservare anche “la casa nella casa”, un progetto considerato scomparso da anni, ma ancora presente all’interno dell’abitazione di Dino Gavina, e che la Galleria d’arte Paradisoterrestre ha omaggiato con una mostra lo scorso anno.
Il giorno in cui sono entrato all’interno dell’abitazione ho potuto fotografare alcuni spazi, per un ricordo, che in prima fase sarebbe rimasto personale ed intimo, ma gli eventi hanno inevitabilmente cambiato tutto. Un incendio avvenuto nella palazzina ha rovinato molti dei libri ed oggetti presenti, trasformando le immagini che state osservando nell’ultima testimonianza documentata.
DINO GAVINA
Dino Gavina (1922 – 2007) inizia la sua attività professionale come allestitore di spazi scenici teatrali verso la seconda metà degli anni Quaranta. Nel 1953 apre un negozio in cui produce e vende capote per Jeep, rivestimenti per carrozze ferroviarie e anche qualche complemento d’arredo. Con Lucio Fontana a Milano, mentre allestisce la X Triennale, conosce alcuni celebri architetti come Carlo Mollino, Carlo De Carli, Pier Giacomo Castiglioni e Carlo Scarpa e, più tardi, Kazuhide Takahama. È proprio Fontana a indirizzare Gavina verso il disegno industriale. Nel 1960 fonda la Gavina SpA, dove ricopre il ruolo di amministratore delegato, chiamando alla presidenza Carlo Scarpa. L’azienda esordisce sul mercato con la poltrona Sanluca, primo frutto di una grande amicizia con Pier Giacomo Castiglioni. Nel 1962, insieme a Cesare Cassina, fonda Flos, tuttora una delle più importanti aziende di illuminazione mondiali. Nel 1968 fonda lo Studio Simon insieme a Maria Simoncini. Nel 1969 le icone del design italiano Achille Castiglioni e Pier Giacomo Castiglioni decidono di affidare a Gavina la produzione della Sedia Lierna, una delle loro opere più importanti. A lui è inoltre dedicato un importante premio nel settore del design industriale, il Premio Dino Gavina rilasciato dal Salone del Mobile di Pesaro: DOMO360.
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