“Il viaggiatore sedentario”, giovedì 22 novembre secondo appuntamento dedicato a Luigi Malerba a dieci anni dalla scomparsa

95

PARMA – Prosegue il ciclo d’incontri, organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma, in collaborazione con le Biblioteche Comunali, dedicato a Luigi Malerba a dieci anni dalla scomparsa: alla Casa della Musica, giovedì 22 novembre alle 18 si svolgerà l’appuntamento con due lettori d’eccezione dell’opera di Malerba, Alberto Bertoni, poeta e ordinario di letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna, e lo scrittore e traduttore Daniele Benati, che ha svolto un’intensa attività di diffusione e di promozione della sua opera anche fuori dai confini italiani, coordinati da Guido Conti. Si parlerà di “Ironia e umorismo in Malerba, tra letteratura, saggi e libri per l’infanzia”.

Terzo appuntamento sarà giovedì 29 novembre ancora alla Casa della Musica alle 18 con due personalità d’eccezione: Gino Ruozzi, ordinario all’Università di Bologna che ha curato l’ultima raccolta inedita di racconti di Luigi Malerba per la collana degli Oscar Mondadori, “Sull’orlo del cratere”, e lo scrittore Ermanno Cavazzoni, la cui lunga fedeltà all’autore si poteva leggere sulle pagine della rivista letteraria “Il semplice”. Coordinati da Guido Conti si parlerà di “Malerba e l’arte del racconto”.

Gli appuntamenti di “Il Viaggiatore Sedentario” sono aperti a tutti con ingresso libero.

Durante gli incontri sarà possibile acquistare i libri in catalogo di Luigi Malerba grazie alla libreria “Libri e formiche” di Parma.

Un viaggiatore sedentario, così si definì Luigi Malerba in un suo famoso e fortunato libro di viaggi, un inquieto esploratore di nuovi confini letterari fra tradizione e avanguardia. Ricordare Luigi Malerba a distanza di dieci anni dalla scomparsa, vuol dire ripensare il suo lavoro di scrittore, di sceneggiatore, di uomo di lettere e il suo impegno civile. Un modo per affrontare la lettura di un autore che ha lasciato un segno importante anche nella sua città, Parma, prima di trasferirsi a Roma, perché, come amava dire, non gli piacevano il freddo e l’umidità di questa terra e dalle sue tradizioni letterarie, da cui ha attinto per scrivere racconti e romanzi.