Il Trio Klezmer il 28 gennaio al Teatro San Carlo

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Antonio Sacco

Con il Klezmer di Dellarole, Ghibaudo, Sacco e Zavattaro celebriamo la Settimana della Memoria

MODENA – Prosegue lungo il filo della Memoria il percorso di MusicaCantoParola che, sabato 28 gennaio alle ore 20.30 presso il Teatro San Carlo, vedrà ospite il Trio Klezmer formato da Giorgio Dellarole, Ezio Ghibaudo (fisarmoniche) e Antonio Sacco (violino) con la speciale collaborazione di Paolo Zavattaro (voce recitante) per uno spettacolo di Musica e Parola che trova espressione ed ispirazione nella millenaria cultura Yiddish.
Suonava certamente klezmer quel violinista che Marc Chagall ha raffigurato in molti suoi dipinti e la cui figura è stata inserita da Moni Ovadia nello spettacolo Tevjie un mir (2000) da lui scritto, diretto, interpretato e liberamente tratto dal racconto Tevjie il lattivendolo di Shalom Alechem (pseudonimo di Shalom Rabinovic). Su un territorio vastissimo, dai Balcani al Baltico, musicisti girovaghi e stanziali hanno pregato, riso e pianto con la musica klezmer, santa e trasgressiva allo stesso tempo, tramandando un patrimonio ricchissimo, divenuto punto d’incontro del folklore europeo. Nel klezmer non meraviglia se accanto alla musica delle origini, alle preghiere della sinagoga e ai canti mistici senza parole degli hassidim, sono evidentissime le influenze tzigane, arabe, greche e spagnole. Anche quando il klezmer emigrò negli Stati Uniti continuò ad essere l’espressione di un popolo diviso, ma unitario e non poté fare a meno di accogliere nuove influenze occidentali e della musica jazz. Il termine klezmer rappresenta l’espressione musicale della millenaria cultura yiddish. Deriva dalle parole ebraiche kley e zemer che dapprima indicavano lo strumento musicale, poi il musicista stesso e individua quel genere musicale che gli ebrei dell’Europa Orientale hanno conservato ed elaborato nel corso dei secoli, ignorando regolamenti e divieti di imperatori, papi e zar. Attualmente la musica klezmer è spesso eseguita da organici misti nei quali, accanto a strumenti più tradizionali come violino, clarinetto, chitarra e fisarmonica, trovano spazio strumenti più moderni. Lo strumento che riveste il ruolo primario è senz’altro il clarinetto, che evidenzia, con la dolente espressività del registro grave e con la tagliente ironia del registro acuto, due degli aspetti più tipici della cultura ebraica. La riscoperta del klezmer è legata al grande rilancio della world music che ha caratterizzato gli ultimi decenni e alla straordinaria familiarità delle sue sonorità verso tutte le tipologie di ascoltatori. Il teatro musicale mitteleuropeo tra le due grandi guerre (Kurt Weill), il clarinettista Benny Goodman, Mahler, Bartok, i compositori russi e Leonard Bernstein, il klezmer lo conoscevano bene e così ognuno di noi può trovare in questa musica una parte di sé.

Biglietto 12 euro
Ridotto 5 euro (minori di 26 anni e studenti Conservatorio Vecchi-Tonelli)
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