RIMINI – Portare i servizi nei quartieri, nei territori, dentro la rete di relazioni informali quotidiane, a sostegno dei più fragili. Questo, in estrema sintesi lo scopo del nuovo progetto di “educatore territoriale”, nato dalla collaborazione tra il Comitato di distretto socio sanitario di Rimini nord e la cooperativa sociale Il Millepiedi. La nuova – e sostanzialmente inedita – figura dell’educatore territoriale svolge un’azione di sostegno socio-educativa e di accompagnamento delle persone più fragili, attraverso un aiuto personalizzato e il coinvolgimento in luoghi comunitari di quartiere e vicinato, incidendo in tal modo sulla loro quotidianità, in termini di miglioramento della qualità della vita. Sono otto gli educatori previsti per la copertura del territorio distrettuale di Rimini nord, oltre ad un responsabile del progetto, con compiti di coordinamento degli educatori e referente per i contatti con l’equipe d’inclusione sociale.
Il progetto è partito da una decina di giorni e, in questa prima fase, gli educatori stanno monitorando i luoghi informali dei quartieri come circoli, piazzette, parchi e attività commerciali. Un’attività che si sta svolgendo nel rispetto delle normative di contrasto al covid-19 e, dunque, con qualche rallentamento.
Destinatari
I beneficiari diretti del progetto saranno le persone individuate dai servizi sociali territoriali fra le situazioni in carico, siano persone singole o nuclei familiari, con o senza minori, con una diversa tipologia di bisogni o fragilità. La comunità stessa può essere considerata un destinatario indiretto, perché se migliora la condizione individuale delle persone, soprattutto di quelle da sostenere maggiormente, migliorerà di conseguenza la condizione della comunità intera, a partire dal quartiere in cui sono inserite.
Le azioni previste
- Mappatura del territorio: per ciascuna zona d’intervento si sta svolgendo una raccolta di luoghi informali ma significativi per quel territorio, che possano essere considerati nodi della rete, risorse a tutti gli effetti. I luoghi informali possono essere considerati spazi di crescita comunitaria, facilitazione per le relazioni e supporto alla prossimità. La mappatura, integrata anche con le banche dati elaborate dal progetto distrettuale di mappatura delle risorse del terzo settore, approvato le realtà note e già sperimentate come risorse, potrà dare informazioni sullo stato della comunità, sulla qualità della coesione esistente, sulle criticità e sui punti di forza. Tutte informazioni utili in chiave operativa nella costruzione e gestione del progetto sui casi in carico ma soprattutto informazioni importanti a orientare politiche future. La costruzione di un modello descrittivo capace di raccontare la realtà attraverso le rappresentazioni dei protagonisti sarà svolto attraverso colloqui informali con i cittadini. È la prima fase del progetto, già partita e in corso d’opera.
- Accompagnamento, inserimento e monitoraggio delle situazioni individuate dai case manager o responsabili del caso, presso le realtà formali e informali; nel caso siano minori, saranno effettuati passaggi intermedi con la famiglia. Trattandosi di un intervento delicato, prima di intervenire sul soggetto l’educatore partirà dalla conoscenza del contesto di provenienza e della rete relazionale della persona. In seguito l’azione dell’educatore sarà volta a instaurare una relazione diretta con l’utente, al fine di prenderne in considerazione le caratteristiche e le criticità, per poi attuare il progressivo inserimento presso la realtà informale individuata come risorsa per l’empowerment della persona stessa. Si tratta della fase due che prenderà avvio, norme di contrasto al covid permettendo, da gennaio 2021.
“Portare i servizi sociali nei quartieri – spiega Gloria Lisi, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini – mappando i luoghi informali sul territorio. Una rete potenziale e inedita di sostegno all’inclusione, da conoscere e integrare all’interno dei servizi territoriali. Una sfida ambiziosa nata, come distretto di Rimini nord, in un periodo storico particolare, dove stiamo riscoprendo il valore delle reti di prossimità. Gli educatori ci aiuteranno prima nella mappatura, e poi negli eventuali inserimenti di soggetti già seguiti dai servizi, in collaborazione con i nostri assistenti sociali. Un progetto che, a Rimini, si inserisce nell’ampliamento territoriale dello sportello sociale che, oltre alla tradizionale sede di via Ducale è ora presente anche in via Bidente, con nove assistenti sociali”.