Una bella occasione per sottolineare e riportare all’attenzione del pubblico svizzero il valore del nuovo polo museale ispirato al Maestro, “uno dei più grandi musei al mondo dedicati a un solo artista, il primo a un solo regista”.
Presenti anche il Presidente della Città di Sion Philippe Varone e il Presidente della Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion Stéphane Marti, a cui il primo cittadino Sadegholvaad ha consegnato la statua raffigurante “Rina”, la rinocerontessa diventata simbolo del Fellini Museum.
“Abbiamo trasformato le stanze di un castello del quattrocento in una serie di installazioni non per celebrarne l’opera, non per fare un mausoleo alla memoria o un sacrario, ma per mantenerne accesa e viva l’eredità – ha detto il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – Abbiamo preso un piazzale che prima era un parcheggio e lo abbiamo trasformato in una piazza con al centro una grande panca circolare, quella del finale di 8½, che è un simbolo di solidarietà, di fratellanza, di comprensione. Abbiamo restituito alla città la sua sala, quel cinema Fulgor dove Fellini ha incontrato il suo destino da regista. Abbiamo fatto tutto questo, ma tutto questo, rispetto alla unicità e alla genialità di Fellini, resta solo uno dei possibili modi di raccontare il suo cinema. Altri ce ne sono e ce ne saranno. Il pianeta Fellini, Felliniana, come è stato anche chiamato l’insieme della sua opera, chiede e consente più traiettorie di circumnavigazione, più rotte di esplorazioni e noi, con il Museo, abbiamo voglia di incrociarle. Fellini ha mantenuto sul mondo lo sguardo della provincia e dell’infanzia, ha mescolato il dialetto con il latino e l’inglese. Ha preso pezzi della nostra memoria e li ha trasfigurati in segni di un linguaggio universale. Ha preso episodi della nostra storia e ne ha fatto dei simboli. Simboli comprensibili in ogni latitudine e in ogni tempo. I film di Fellini sono dei classici, che non smettono mai di parlarci e di illuminarci. Come potrebbe un Museo, un solo Museo, per quanto diffuso, e una città, una sola città, per quanto quella natale, esaurire tutto questo? Il Fellini Museum nasce da un’ambizione e da una consapevolezza: l’ambizione di dire qualcosa di nuovo su Fellini e la consapevolezza che non può essere la sola voce a poterlo fare. Fellini, tra il serio e lo scherzoso, diceva che non è necessario leggere Joyce o Proust per conoscerli, perché le loro opere sono nell’aria che respiriamo, fanno parte del nostro DNA, ecco lo stesso vale anche per il suo cinema: è ovunque, e ovunque deve e può riaccadere. Sion ha cominciato a farlo vent’anni fa, noi abbiamo cominciato a farlo ora con il Fellini Museum; altri passeggeri sono saliti e saliranno su questo treno diretto a Fellinia. Alcuni sono qui stasera con noi. Con loro festeggiamo Sion e con Sion festeggiamo Fellini e tutti coloro che amano il suo cinema e avranno la voglia di continuare a mantenerlo vivo. La città di Rimini e il suo Museo ci sono. Noi ci siamo”.
La visita in Svizzera del Sindaco Jamil Sadegholvaad è stata anche funzionale per rinsaldare i legami culturali e istituzionali tra il Comune di Rimini e la Fondazione Fellini di Sion, con la quale è attiva una collaborazione già da tempo.
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