BOLOGNA – Dal 27 al 29 settembre la Compagnia Teatroaperto porta in scena al Teatro Dehon “Il Rompiballe”, un classico della prosa brillante francese, scritto da Francis Veber e tradotto da Filippo Ottoni, per la regia di Piero Ferrarini.
Per questa divertente pièce, con un intreccio a dir poco travolgente e dal ritmo indiavolato, saliranno sul palco di via Libia Aldo Sassi, Alessandro Fornari, Alessandra Cortesi, Massimiliano Sassi, Andrea Zacheo e Francesco Mauri.
La commedia andrà in scena anche per la serata di Capodanno il 31 dicembre; repliche il 28 e 29 dicembre e 3–4–5 gennaio 2025.
François Pignon… Professione: rompiballe.
Il Destino – sapiente regista! – ha deciso di far incontrare, nella stanza di uno squallido alberghetto sperduto nella più desolata provincia francese, una pletora di personaggi strampalati ed eterogenei, tutti inesorabilmente marginali alla società dei consumi.
Ralph, gelido killer al servizio di una misteriosa “Organizzazione”, coadiuvato dal malavitoso pasticcione Félix; François Pignon, rappresentante di camicie in Terital ed aspirante suicida; il borioso psichiatra Wolf; Louise, sfiorita arrampicatrice sociale perennemente insoddisfatta… Oltre ad un cameriere frustrato e ficcanaso. Cosa succederà!?
L’effetto di questo cocktail (da assumere senza moderazione) scatenerà nel pubblico un’irrefrenabile voglia di ridere!
Dalle Note di Regia:
Il nuovo allestimento del testo “Il Rompiballe”, di Francis Veber (già messo in scena da Teatroaperto durante la stagione 2008 / 2009) si inserisce nella linea produttiva della Compagnia residente del Teatro Dehon, ormai da anni orientata alla proposizione italiana della commedia contemporanea d’oltralpe.
La ricchezza tematica e la vivacità di scrittura caratteristiche della nouvelle école dell’umorismo francese affondano le proprie radici nella grande tradizione classica di Molière, Feydeau e Labiche; ma hanno saputo integrare elementi eterogenei provenienti da diversi ambiti e movimenti culturali: surrealismo, situazionismo, psicanalisi, esistenzialismo. Ciò che ha dato vita ad un vero proprio canone moderno del teatro brillante, ove la spontanea risata è quasi infallibilmente sottesa da tematiche d’ampio respiro e da una costante e corrosiva critica sociale.
Francis Veber, più di ogni altro autore, ha saputo radiografare il corpo sociale, ponendone in evidenza asimmetrie e squilibri, tic e nevrosi, frustrazioni e miserie. Sulla scorta della grande tradizione dei moralisti d’antan (La Rochefoucauld, Antoine de Rivarol, Céline…) – ma procedendo per saturazione scenica, e non mediante scarnificazione linguistica – egli sbozza un ritratto impietoso del mondo moderno e delle sue infinite contraddizioni. E se è immediato il ravvisare nel suo antieroe per antonomasia François Pignon un pur maldestro epigono del voltairiano Candide o dell’alter ego dell’imprecatore di Méudon, l’ambiguo Bardamu, l’analisi del panorama antropo(il)logico entro il quali egli procede e agisce offre uno spaccato sconfortante ma iperrealistico della società, a malapena temperato dalla brillantezza virtuosistica nell’uso della lingua.
Riti, costumi ed idiosincrasie franchouillardes si squadernano sulle assi del palcoscenico, che diviene tavolo settorio a disposizione del folle anatomo-patologo (e forse suo stesso alter ego) immaginato da Veber; armato della propria idiozia, Pignon, inassimilabile e dunque “cretino” per definizione, finisce per far strame della odiosa supponenza e del conformismo che lo avvolgono, utilizzando la sua stessa alterità quale bisturi ermeneutico per scomporre le trame altrui.
Del resto Pignon, fallito per antonomasia in quanto estraneo sia al mondo dorato della buona società parigina che a quello del crimine professionale – universi forse non così lontani, che condividono la necessità di rispettare codici comportamentali rigidi od ortodossi (e ciò potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di riflessione sociologica) – costituisce un pericoloso buco nero; un autentico maelstrom in grado di trascinare con sé ciò che lo circonda, vale a dire il “mondo” e le sue “regole”, che egli scompagina pur involontariamente.
Nella diegesi veberiana sono sicuramente presenti, e in alcuni casi persino centrali, elementi di critica di classe; ma interpretare la dinamica che lega Pignon e i suoi deuteragonisti all’esclusiva luce delle categorie marxiste sarebbe un errore, o quanto meno ciò costituirebbe un’insufficienza euristica. Pignon difetta irrimediabilmente di qualsiasi coscienza rivoluzionaria in senso stretto; il suo potere sovversivo non è frutto di elucubrazione o di meditazione culturale: egli costituisce naturaliter l’elemento entropico in grado di mandare in crisi un sistema convenzionale di informazioni. Proprio nell’inevitabile consequenzialità degli eventi tragicomici che Pignon sa mettere in moto, sia pure senza poterli successivamente controllare, risiede il senso ultimo dell’umorismo filosofico di Veber.
Prezzo Intero € 26,00 – Ridotto € 22,00
I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Dehon dal lunedì al venerdì, ore 16-19, oppure un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Biglietti on-line disponibili sul circuito Vivaticket.
27-28-29 Settembre 2024
ven e sab ore 21 – dom ore 16
IL ROMPIBALLE
Di Francis Veber. Traduzione di Filippo Ottoni.
Regia di Piero Ferrarini.
Con Aldo Sassi, Alessandro Fornari, Alessandra Cortesi, Massimiliano Sassi, Andrea Zacheo, Francesco Mauri.
Scene: Luigi Fazio. Costumi: Renata Fiorentini. Organizzazione e produzione: Tiziano Tommesani.
Grafica: Benny – Benedetto Nicolini.
Compagnia Teatroaperto / Teatro Dehon
La commedia “IL ROMPIBALLE” di FRANCIS VEBER è rappresentato dall’Agenzia Drama – Suzanne Sarquier – Paris – Francia ed in Italia dall’Agenzia D’Arborio 1902 srls – Roma – Italia
Teatro Dehon
via Libia 59, Bologna
Tel. 051.342934
www.teatrodehon.it
Dal 27 al 29 Settembre 2024
venerdì e sabato ore 21 – domenica ore 16
Prima nazionale
Compagnia Teatroaperto / Teatro Dehon
ne
IL ROMPIBALLE
Di Francis Veber
Regia di Piero Ferrarini
Con: Aldo Sassi, Alessandro Fornari, Alessandra Cortesi, Massimiliano Sassi, Andrea Zacheo, Francesco Mauri
Scene: Luigi Fazio. Costumi: Renata Fiorentini
Organizzazione e produzione: Tiziano Tommesani
Grafica: Benny – Benedetto Nicolini