Il ricordo delle vittime della banda della uno bianca che, per 7 anni e mezzo, ha disseminato terrore con 24 morti, 102 feriti e 103 azioni criminali
La celebrazione con i rappresentanti delle vittime al “Giradino della Memoria” di Rimini
RIMINI – Si è svolta questa mattina la cerimonia di commemorazione per le ventiquattro vittime innocenti cadute sotto la ferocia dei colpi della banda della uno bianca. Un momento di ricordo molto sentito e partecipato in cui – nel “Giardino della Memoria” di via Circonvallazione Occidentale – erano presenti il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, la presidente dell’Associazione Vittime della “Uno Bianca” Rosanna Zecchi, il suo Vice Alberto Capolungo, la vice prefetto Patrizia De Angelis e la signora Mosca, vedova di Antonio Mosca (poliziotto che morì in seguito alle ferite subite durante una sparatoria con i membri della banda) e altri rappresentanti delle istituzioni cittadine.
Un luogo della memoria – da oggi riconsegnato alla città dopo il recente restauro – in cui sono presenti 24 targhe commemorative e 24 mandorli, per ciascuna delle vittime innocenti cadute sotto la ferocia dei colpi della banda della uno bianca.
Da oggi Rimini è presente on line anche nella mappa digitale, già realizzata per Bologna e per altre città della regione, in cui sono geo-referenziati i luoghi che in 7 anni e mezzo hanno visto in totale 24 morti, 102 feriti e 103 azioni criminali della feroce banda.
Le parole del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad:
“Questo luogo nel bel mezzo di Rimini era stato inaugurato 22 anni fa. 23 marzo 1999: erano ancora freschi il dolore, i drammi, la lunga scia di sangue legata alla Banda della Uno Bianca, sgominata 5 anni prima da un grande magistrato, Daniele Paci, insieme a uno straordinario pool di investigatori;
Esattamente 8.277 giorni dopo ci ritroviamo nello stesso luogo, con sensazioni simili ma allo stesso tempo differenti. Il giardino ha una nuova vita: l’area ripulita e riqualificata, le 23 targhe con i nomi delle vittime restaurate, i 23 mandorli rinvigoriti. Grazie ad Anthea- che voglio ringraziare per questo delicato lavoro-è stata aggiunta una targa e un mandorlo che nel 1999 non c’erano: sono i segni e il ricordo di Fathi Ben Massen ucciso a Rimini davanti al Blu Line, il 24esimo martire che 22 anni fa non era ancora riconosciuta vittima della banda della Uno Bianca;
Anche la data di oggi se vogliamo ha un significato. Il 21 novembre 1994, e domani saranno passati 27 anni, veniva eseguito l’arresto di Roberto Savi, il primo arrestato della banda. Di li a poco lo seguirono in carcere i due fratelli e gli altri componenti.
Dicevo di sensazioni simili ma nello stesso tempo differenti. Vedo questa mattina alcuni dei protagonisti di quella storia tragica per la nostra terra, altri hanno comunicato, con rammarico di non poter essere presenti. Sono con noi alcuni famigliari delle persone uccise. In questo senso il tempo si è fermato: il ricordo e la memoria sono ancora fortissimi, quasi la stessa sensazione fisica di allora. E questo lo dobbiamo anche all’attività di tutela della memoria e non solo di memoria visto che per certi versi il caso della Uno Bianca è ancora cronaca, portata avanti in maniera vivida e pulsante dalla Associazione Vittime della ‘Uno Bianca’, qui oggi con la presidente Rosanna Zecchi e con il vice presidente Alberto Capolungo che ringrazio davvero a nome di tutta la città di Rimini.
Ma allo stesso tempo sono passati 22 anni e tutto non può essere uguale. La domanda vera è: quanto il tempo ha sfuocato nella coscienza collettiva della nostra comunità l’enormità di quella tragedia? Che cosa si sa ormai di quegli anni terribili, in cui anche l’uscire di casa in un giorno qualunque metteva qualche brivido nella schiena? A chi spetta il compito di mantenere vivo il ricordo e il monito di quella fase terribile della storia della nostra città e del nostro Paese? A tutti. Chi c’era e chi non era ancora nato.
Questo è un luogo in cui passiamo distrattamente ogni giorno. Ma la giornata di oggi e il lavoro eseguito a questi mandorli e a queste pietre speriamo ci possano aiutare a fermarci innanzi e a porci almeno una domanda. Ecco, è la domanda a mantenere attuale la memoria. Quelle dobbiamo continuare a farcele. Questo è un giardino delle domande.”
La mappa digitale è consultabile al link https://sitmappe.comune.bologna.it/VittimeUnoBianca/ , oppure anche dai diversi monumenti o cippi dislocati in tutta la regione a ricordo delle vittime, fotografando col telefonino le targhette contenenti i qr-code, presente vicino ai monumenti.