Ferrara

Il progetto del Professor Paolo Zamboni primo classificato al bando ASI per la Stazione Spaziale Internazionale

Prof. Paolo Zamboni

FERRARA – È stato messo a punto nei laboratori dell’Università di Ferrara, e presto raggiungerà lo spazio insieme agli astronauti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). 

Lo strumento sviluppato nell’ambito del progetto Unife Drain Brain 2.0 si è classificato primo a livello nazionale tra oltre 35 proposte, risultando vincitore del bando per “ricerche e dimostrazioni tecnologiche sulla Stazione Spaziale Internazionale”.

A descrivere il razionale del progetto il Professor Paolo Zamboni, principal investigator e Direttore del centro delle malattie vascolari dell’Ateneo: “Drain Brain 2.0 è incentrato sull’utilizzo a bordo da parte degli astronauti di uno speciale collarino dotato di sensori di piccolissime dimensioni. Grazie a questo strumento, sarà possibile rilevare i segnali circolatori del cosiddetto asse cuore-cervello, con cui potremo misurare le variabili legate al flusso nella vena giugulare e nell’arteria carotide sincronizzati con l’elettrocardiogramma”. 

Il progetto coinvolge in maniera interdisciplinare diversi dipartimenti dell’Ateneo di Ferrara. Accanto al Professor Zamboni, anche il Professor Angelo Taibi del Dipartimento di fisica e scienze della terra, la ricercatrice Erica Menegatti del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna e il dottorando Giacomo Gadda del Dipartimento di fisica e scienze della terra.

Finanziato con circa 450mila euro, Drain Brain 2.0 ha un interesse strategico in ambito spaziale, poiché affronta il tema centrale della salute dell’equipaggio: “I problemi cardiovascolari e neurologici delle/degli astronauti – dovuti all’assenza di gravità e ai fenomeni di adattamento – sono ad oggi il primo ostacolo alla possibilità di prolungare i voli spaziali al di sopra dei sei mesi – spiega Zamboni – Lo strumento che abbiamo sviluppato fornirà dati indispensabili per organizzare le necessarie contromisure per la sicurezza degli astronauti  nelle  missioni spaziali. In vista di viaggi più impegnativi come quelli su Marte e su altri pianeti della via Lattea: missioni volte a procacciare nuove fonti energetiche che possono permettere la sostenibilità della vita sul pianeta Terra nei prossimi secoli”. 

Drain Brain 2.0 trae origine dal precedente e innovativo esperimento Drain Brain, eseguito in orbita nel 2015 dall’astronauta Samantha Cristoforetti, sempre con il coordinamento del professor Zamboni. “I risultati straordinari di quella sperimentazione hanno permesso ai ricercatori ferraresi di realizzare questo nuovo pletismografo che può essere facilmente indossato da tutte/i gli astronauti a bordo, permettendo in questo modo di monitorare il ritorno venoso cerebrale su un numero molto più grande di soggetti e per un tempo maggiore, semplificando notevolmente le operazioni a bordo. 

Batterie senza fine per applicazioni aerospaziali, con il progetto Unife Glittery finanziato dall’ASI

Ridurre il peso delle batterie agli ioni di litio è una svolta tecnologica importante, anche per il settore aerospaziale.

Il progetto di ricerca GLITTERY (acronimo di Germanium anode lithium Ion battery), coordinato dal professor Donato Vincenzi del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Internazionale (ASI) proprio con lo scopo di migliorare la resa delle batterie in uso oggi.

“I sistemi e gli strumenti presenti nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sfruttano batterie agli ioni di litio per accumulare l’energia prodotta dai pannelli solari. A differenza di quanto accade sulla Terra, la loro sostituzione non è affatto banale. Trasportare batterie sulla ISS richiede missioni specifiche che hanno un costo di circa 20000 $ per ogni kg di peso; è evidente il notevole impatto sia sul costo che sull’ambiente” spiega il Professore.

GLITTERY nasce in risposta alla necessità di disporre di batterie al litio con performance migliori rispetto a quelle esistenti, in termini di quantità di carica accumulata e di in numero di cicli di carica e scarica.

“Oltre all’alimentazione dei veicoli spaziali, GLITTERY potrebbe aprire nuovi orizzonti anche in altri settori chiave e di interesse commerciale, con potenziali benefici anche per le nostre vite sempre più interconnesse e online” aggiunge Vincenzi.

Il progetto, tutto italiano, coinvolge il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, l’Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi (IMM-CNR) di Bologna, il Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), la Fondazione Bruno Kessler (FBK), Genport srl e Advanced Technology Partner (ATP). Nel pieno spirito del Bando di ricerca per tecnologie abilitanti trasversali di ASI, che prevede una efficace ed effettiva collaborazione tra diversi settori, e la comunicazione, soprattutto se si considerano le finalità e le future opportunità del progetto.

EVENTUALE BOX

Zamboni e Vincenzi (Unife) a Expo Dubai

I Professori Paolo Zamboni e Donato Vincenzi saranno protagonisti a gennaio sul palcoscenico internazionale di Expo Dubai. Sempre a gennaio Unife porterà le proprie esperienze sui temi della diagnostica e prognostica di trasmissioni meccaniche (DiaPro 4.0), patrimonio culturale, Internet of Thing e medicina personalizzata (www.unife.it/it/expo-dubai).

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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