Lo si farà con fondi pubblici e privati, grazie all’impegno di una “squadra” in cui l’Ateneo è affiancato da istituzioni e realtà private del territorio.
A presentare i progetti oggi c’erano il Rettore Paolo Andrei, il Sindaco Michele Guerra, il Direttore scientifico dell’Orto Botanico Renato Bruni, il Presidente di Fondazione Cariparma Franco Magnani, il Presidente di “Parma, io ci sto!” Alessandro Chiesi e Giovanna Usvardi, Global Communication & External Relations Head del Gruppo Chiesi, oltre naturalmente ai progettisti Guido Canali e Paola Cavallini, in rappresentanza dello Studio Canali Associati e di A+C_Architettura e Città Studio Associato.
Due diversi progetti per due linee d’intervento. Una d’ambito edilizio, incentrata sulle Serre e sulla Scuola di Botanica, e un’altra di sistemazione della componente verde.
L’idea di fondo del duplice intervento è quella di aprire una nuova porta “verde” nel cuore della città: una piattaforma per le attività didattiche, di ricerca, divulgazione e diffusione della cultura connesse alle relazioni tra piante e persone. Apertura, dialogo, contaminazione, sostenibilità, complessità, coinvolgimento le parole chiave.
Si punta a superare il concetto di hortus conclusus e a valorizzare un compito moderno dell’Orto Botanico: da luogo di sola conservazione ed esposizione a piattaforma per comunicare e discutere di grandi temi con la società, in una crescita reciproca, anche attraverso la disseminazione di una corretta educazione ambientale, cercando di attrarre pubblico su scala sia locale sia nazionale.
«Crediamo molto nell’idea moderna di Orto botanico che sta dietro a questi progetti: un vero polo culturale a 360 gradi capace di diventare punto di riferimento importante per la città e per il territorio, e non solo – ha osservato il Rettore Paolo Andrei –. I finanziamenti arrivati in ambito PNRR e dal Ministero dell’Università e della Ricerca testimoniano la qualità dei progetti presentati e la loro lungimiranza: il loro saper guardare lontano. E naturalmente ci fa molto piacere che ci affianchino e lavorino con noi realtà pubbliche e private che hanno accordato all’Università la loro fiducia e che credono a loro volta in questa riqualificazione come valore per la comunità. Siamo una squadra non solo coesa ma anche appassionata: è un tratto per me molto significativo, che ci accomuna e che sottolineo con convinzione. A tutte e tutti va il nostro più sincero ringraziamento».
«Il progetto messo in campo per l’Orto Botanico di Parma – ha spiegato il Sindaco Michele Guerra – rappresenta un’ulteriore valorizzazione dello spazio pubblico, a partire da una cura scientifica e ambientale a vantaggio dell’intera cittadinanza. Un luogo che, come accade nelle città che hanno la fortuna di ospitare orti botanici, guarda e si offre agli studiosi, ai parmigiani e ai turisti, anche attraverso iniziative costruite ad hoc per questo spazio. La sinergia tra pubblico e privato, presente in questo e in molti altri progetti in città, ci dimostra una volta di più l’efficacia di un metodo di lavoro che funge da modello per lo sviluppo della nostra comunità».
«Da luoghi in cui le scoperte avvenivano – ha commentato il Direttore scientifico dell’Orto Renato Bruni – gli Orti Botanici sono diventati luoghi in cui esse sono condivise con il pubblico e questo ne cambia le esigenze materiali. Con gli interventi presentati oggi l’Orto Botanico di Parma non solo mantiene i suoi elementi scientifici, ma amplifica le sue potenzialità come modello e da cassa di risonanza per le migliori conoscenze. Sarà la nuova casa per tutte le prospettive esistenti sulle reazioni che l’umanità intrattiene con le piante: scientifiche, estetiche, umanistiche, ambientali e tecnologiche, senza distinzioni di discipline».
«Le priorità strategiche della Fondazione Cariparma – ha spiegato il Presidente Franco Magnani – richiamano principalmente a obiettivi di sistema che garantiscano significativi cambiamenti nella logica temporale di medio e lungo periodo: in tale ambito si sono consolidati nel tempo gli interventi legati specificatamente alla cultura ed all’ambiente, favorendo il consolidarsi di identità collettive e lo sviluppo della ricchezza del territorio. Per questo l’importante sostegno della Fondazione al progetto di restauro e valorizzazione dell’Orto Botanico dell’Università di Parma accompagna molteplici obiettivi legati al ripristino di un luogo storico della città, dove cultura, attività scientifica, attenzione per l’ambiente e il bene comune trovano serie potenzialità di rivitalizzazione comunitaria, di scambio intergenerazionale, di interesse per la biodiversità e di inclusione sociale».
«L’Orto Botanico non è solo un simbolo di Parma ma un vero e proprio asset strategico per la città – ha dichiarato Alessandro Chiesi, Presidente di “Parma, io ci sto!” -. La presentazione di oggi rappresenta per noi un passaggio significativo, in quanto costituisce un ulteriore passo avanti verso la rigenerazione di questo importante spazio urbano, in linea con la visione di futuro che abbiamo plasmato insieme attraverso il progetto #dieci: un luogo, quindi, di aggregazione, aperto alla comunità, capace di coniugare sostenibilità, cultura e formazione in un’ottica di valore sociale condiviso. Colgo infine l’occasione per evidenziare il generoso contributo dello Studio Canali Associati per la redazione del progetto definitivo».
Per Giovanna Usvardi, Global Communication & External Relations Head del Gruppo Chiesi, «L’Orto Botanico di Parma è parte del patrimonio della città, tutela la biodiversità locale, custodisce un importante corpus culturale ed è un luogo dedicato alla conoscenza scientifica. È testimone anche dell’identità chimico-farmaceutica di Parma, di cui il Gruppo Chiesi è erede, se pensiamo che le piante, nei secoli passati, erano studiate e venivano fatte crescere per le proprietà curative. L’intervento di ristrutturazione dell’Orto Botanico è coerente con il nostro impegno come Società Benefit e certificata B Corp, che definisce il proprio business attraverso il valore condiviso con gli stakeholder con cui opera; siamo quindi estremamente orgogliosi di contribuire alla valorizzazione di questo ‘simbolo’, certi che avrà un impatto positivo sulla comunità e sul territorio».
I DUE PROGETTI IN DETTAGLIO
Progetto Edilizia – Serre e Scuola di Botanica
Il progetto, che ha potuto giovarsi di un fondamentale impulso da parte di “Parma, io ci sto!”, è cofinanziato da Università di Parma, Ministero dell’Università e della Ricerca, Fondazione Cariparma e Gruppo Chiesi. Prevede il restauro e il ripristino delle Serre Ferdinandee (fatte costruire da Ferdinando di Borbone sul finire del Settecento) e dell’ottocentesca Scuola di Botanica. Nella Scuola il primo piano ospiterà in condizioni finalmente adeguate la collezione di erbari e la biblioteca storica, mentre al piano terra sarà accolto un piccolo museo botanico per garantire la fruizione pubblica di volumi e collezioni attualmente non osservabili. Le Serre Ferdinandee saranno risanate nel tetto e se ne prevede una bonifica generale, con l’eliminazione di strutture postume interne e in quota, per tornare al disegno originario di Scuola Petitot “manomesso” nel secolo scorso. Saranno realizzati nuovi impianti a massimo risparmio energetico per spazi capaci di ospitare piante ma anche polifunzionali, per esposizioni temporanee e permanenti, eventi culturali e incontri. Il blocco edilizio addossato alle Serre Ferdinandee sarà sostituito con un nuovo organismo destinato ai servizi di accoglienza per il pubblico (caffetteria, luogo di incontro, bookshop). Il nuovo blocco sarà fasciato da ampie superfici vetrate e da vegetazione costituita da miscugli di rampicanti a fioriture alterne. Le Serre Ferdinandee risulteranno simmetricamente incorniciate da due “quinte verdi” grazie a uno schermo verde eretto sul lato opposto.
La progettazione è a cura di Studio Canali Associati
Progetto PNRR “Parchi e giardini storici” – Giardino
Il progetto, interamente finanziato all’interno della linea di investimento PNRR “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” del Ministero della Cultura, riguarda la sistemazione della componente verde: aiuole, zone umide, prati, siepi e alberi, serre, percorsi, fontane e cancellate. Le scelte mirano ad aumentare l’offerta in termini di biodiversità e fruibilità, minimizzando i costi di gestione idrica ed energetica. La leva fondamentale è quella della coerenza: le esigenze vegetazionali, naturalistiche e ambientali delle piante sono prevalenti su altri aspetti e l’intero giardino deve poter agire da “ambasciata botanica” del territorio, da piattaforma di dialogo per rinforzare l’educazione a un’osservazione non antropocentrica del mondo. L’intervento prevede il rifacimento dei percorsi, la creazione di un impianto di irrigazione, il consolidamento di alcune alberature storiche, la creazione di nuove aiuole a bassi requisiti idrici, l’aumento delle fioriture, la sistemazione di roccere e zone umide per ospitare specie tipiche del territorio, la creazione di una nuova serra per poter finalmente esporre e conservare al meglio la collezione di piante succulente oggi non fruibile dal pubblico. Tutte le soluzioni sono state implementate tenendo in massima considerazione le esigenze ecologiche e naturalistiche del luogo, ad esempio minimizzando il consumo di suolo e progettando soluzioni capaci di ridurre gli impatti sugli apparati radicali che insistono sul giardino.
La progettazione è a cura di A+C_Architettura e Città Studio Associato
L’ORTO BOTANICO DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA
Scheda sintetica
L’Orto Botanico è una storica realtà cittadina: luogo emblematico e identitario per la comunità, racchiude in circa 11mila metri quadri la tradizione scientifica e ambientale del territorio. Da sempre è epicentro delle relazioni tra piante e persone, crocevia tra dimensione naturale e urbana, ricerca e conservazione, ambito locale e globale. La sede attuale fu istituita nel 1770, mentre le caratteristiche aranciaie neoclassiche furono erette nel 1793.
Per effetto di una lunga evoluzione e di molte trasformazioni, l’Orto incarna ora un unicum in cui elementi storici, scientifici, culturali, vegetazionali, emotivi ed estetici si sono intrecciati in modo indissolubile. Ospita oltre 4mila specie provenienti dagli ecosistemi più diversi e con le caratteristiche più varie, tra cui spicca una pregiata collezione di oltre 2mila Cactaceae oggi non fruibile al pubblico ma rilevante nella conservazione ex situ di specie minacciate. La parte verde è suddivisa in tre aree omogenee: un giardino all’inglese nella zona occidentale, un giardino all’italiana centrale e l’arboreto nella parte orientale. Con la riqualificazione queste tre aree saranno rese più riconoscibili, connotando l’arboreto come un habitat prossimo a quelli naturali, il giardino all’italiana come struttura formale a impostazione storico-culturale e ridisegnando il giardino all’inglese per tenere in un equilibrio sostenibile esigenze umane ed ecologiche.
Ricco e particolare il patrimonio di erbari, libri antichi e collezioni botaniche, tra cui spiccano l’Erbario di Albertina Sanvitale, figlia di Maria Luigia d’Austria, una raccolta di rarissimi modellini ottocenteschi di funghi in cera e l’Erbario Gardoni, eccentrica e unica collezione di piante, medicinali, stampe, manoscritti e altri oggetti raccolti nel tempo da Luigi Gardoni, speziale dell’Antica Spezieria San Giovanni fino al 1880.
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