BOLOGNA – Gli intrighi, le strategie e le alleanze, fino al massacro degli avversari nella famigerata “Notte dei lunghi coltelli”: la storia dell’irresistibile ascesa al potere di Hitler approda in teatro nel dramma di Yukio Mishima, portato in scena da Andrea Adriatico per Teatri di Vita, esattamente 90 anni dopo le elezioni tedesche che, nel marzo 1933 all’indomani dell’incendio del Reichstag, diedero il potere a Hitler e che sono la premessa a quest’opera.
“Il mio amico Hitler” è a Bologna, Teatri di Vita (tel. 333.4666333; teatridivita.it), da mercoledì 22 a lunedì 27 marzo, ore 21 (sabato ore 20, domenica ore 17); e a Bari, Teatro Kismet (tel. 335.8052211; teatridibari.it), sabato 1 e domenica 2 aprile (rispettivamente ore 21 e ore 18).
In scena, un cast tutto maschile, composto da Antonio Anzilotti De Nitto, Francesco Baldi, Giovanni Cordì e Gianluca Enria, dà vita ai protagonisti di quel rovente 1934 di macchinazioni e tradimenti, Adolf Hitler, il delfino Ernst Röhm, il politico Gregor Strasser e l’industriale Gustav Krupp, in un pericoloso gioco di amicizie e inganni. Quattro maschere tragiche che lo ‘scandaloso’ Mishima analizza spietatamente, lanciando esche inquietanti per una lettura contemporanea, evidenziata dalla regia di Adriatico.
Lo spettacolo, prodotto da Teatri di Vita, è inserito nella stagione “Ouroboros” di Teatri di Vita, realizzata con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna, del Ministero della Cultura e della Fondazione Carisbo.
Adolf Hitler, il delfino Ernst Röhm, il politico Gregor Strasser e l’industriale Gustav Krupp: un poker di potenti nella Germania del 1934, all’alba della feroce dittatura nazista. Le loro parole scavano nella complessità di quel momento e dei diversi punti di vista: una tragedia verbale che sfocerà nella Notte dei lunghi coltelli. Chi è “il mio amico” Hitler? Perché emana fascino e seduzione? E quali sono le suggestioni che legano gli ultimi scampoli della Repubblica di Weimar con i nostri tempi? Quanto c’è di mostruoso nel cinismo crudele di Hitler e quanto c’è di strategico opportunismo per garantirsi il Potere assoluto?
L’opera di Mishima, che prevede esclusivamente personaggi maschili, come a voler sottolineare l’intima relazione tra il maschile e la sete di potere, è il dramma gemello e complementare di “Madame de Sade” con soli personaggi femminili, già portata in scena da Adriatico nel 1999. Ne “Il mio amico Hitler” le educate disquisizioni di politica e amicizia nascondono l’orrore del nazismo, innescando un rimando alla lontana tra la Rivoluzione francese affrontata in “Madame de Sade” e e l’ascesa al potere di Hitler, fino a gettare un ponte, nell’allestimento di Adriatico, verso l’attualità dei nostri anni.
Andrea Adriatico compone partiture della parola e dello spazio, facendo base nella “casa” bolognese di Teatri di Vita creata nel 1993: spettacoli che spesso incontrano drammaturgie dense come quelle di Koltès, Pasolini, Beckett, Copi, Jelinek, attraversando con i suoi lavori numerosi festival dalla Biennale Teatro al Festival Orizzonti, dallo Short Theatre a Santarcangelo. Al cinema ha diretto diversi film (Il vento, di sera; All’amore assente; Gli anni amari) e documentari (+ o – il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era AIDS e Torri, checche e tortellini), presentati e premiati in festival internazionali.
Antonio Anzilotti De Nitto ha interpretato vari lavori sul tema della disabilità, ha collaborato con diversi musicisti per i monologhi scritti, diretti ed interpretati da lui, alcuni dei quali si sono aggiudicati diversi premi. Attualmente è in tournée con il suo Radici, dedicato alle persecuzioni nazifasciste, e con Futuro anteriore, diretto da Giulio Costa.
Francesco Baldi attore, regista, autore teatrale. Si forma con Ferdinando Bruni e Francesco Frongia del Teatro dell’Elfo (che l’hanno diretto in Mr Puntila e il suo servo Matti). Ha diretto e interpretato, tra l’altro, Chiedetemi. La colpa è femmina sul tema del femminicidio, e L’uccello del paradiso sull’omofobia. Conduce laboratori per adulti e ragazzi, percorsi formativi sul linguaggio non verbale, l’espressività e narrazione.
Giovanni Cordì, diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna. Sulle scene è stato diretto da Daniele Foresi, Cathy Marchand, Gabriele Tesauri, Andrea Lupo, oltre a dirigere e interpretare propri spettacoli. Si affaccia anche al mondo del cinema con piccoli ruoli diretti da Nanni Moretti, Liliana Cavani, Ridley Scott e con Andrea Adriatico nel film Gli anni amari attualmente nelle sale.
Gianluca Enria, attore e regista, stretto collaboratore di Giancarlo Sepe dal 1998, è stato diretto tra l’altro da Luca Ronconi (La morte innamorata), Carmelo Bene (Hommelette for Hamlet), Andrea Camilleri, Attilio Corsini, Roberto Guicciardini. Con la regia di Andrea Adriatico ha interpretato diversi spettacoli (tra cui Il ritorno al deserto, Giorni felici, Bologna 900 e duemila, A porte chiuse, Chiedi chi era Francesco). Inoltre ha lavorato per il cinema, la radio e la televisione. Come regista ha messo in scena opere di Schwarz, Ripoll, Jarman.
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