Di seguito l’intervento della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico)
“In ricordo di Sergio Bonazzi, primo infermiere morto a Bologna a causa del Covid-19
Sabato è venuto a mancare l’infermiere Sergio Bonazzi a causa del Covid19. E’ la prima vittima tra gli operatori sanitari in servizio a Bologna da quando è cominciata l’emergenza sanitaria.
L’intervento della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord)
“Covid: i 7 errori legati alla “mattanza”dei sanitari
Annuncio che chiederò l’inversione dell’ordine dei lavori odierni e l’anticipazione della discussione urgente del mio ODG n°143 e che esso venga anteposto a tutti gli ordini del giorno odierni, come richiesto alla scorsa Conferenza dei Capigruppo ed eventualmente, se il Regolamento lo consente, discuterlo tra una delibera e l’altra.
È stato completamente dimenticato l’insegnamento di Carlo Urbani, morto per combattere la Sars in Vietnam che raccomandava alle istituzioni di isolare i contagiati, ma soprattutto esortava a proteggere adeguatamente il capitale umano rappresentato dagli Operatori Sanitari, fondamentale per evitare la diffusione di qualsiasi virus,
Non esistevano o erano assolutamente inadeguati i Piani Pandemici Nazionali (l’ultimo risale al 2006) e Regionali (2007) e lacunose erano anche le specifiche sul contenimento della diffusione del contagio previste dal D.Lgs 81/2008: “ Percorsi puliti/sporchi, aree pulite/sporche con apposite zone filtro, sistemi di ventilazione a pressione negativa, docce per il personale, sanificazione degli ambienti, etc.
Sono stati applicati in maniera carente i protocolli di sicurezza negli ospedali , nelle Case della Salute, nelle ex RSA, nelle USCA e proprio pochi giorni fa la Corte dei Conti ha denunciato che in Emilia Romagna le Usca sono insufficienti: ne dovevano essere attuate 89 sono 75, quindi 14 in meno rispetto allo standard previsto.
Carenza, inadeguatezza o mancanza dei DPI per categoria a rischio III. Mi riferisco a maschere FFP2 e FFP3, occhiali/visiere, sovra-camici/tute idrorepellenti, guanti, calzari e sovracalzari, copricapi che a tutt’oggi mancano in diversi reparti e di cui sono ampiamente sprovvisti i MMG, in palese contrasto con quanto prevede la normativa vigente. Carenza coperta con norme di Legge ad hoc con cui si è innalzata a dignità di DPI la semplice mascherina chirurgica (vedi articolo 34 del DL 9/2020), in aperto contrasto con le linee guida delle Società scientifiche internazionali ed i Regolamenti europei. Ci si è adeguati alle tutele minime dettate dall’OMS, che notoriamente sono assolutamente insufficienti.
Omesso l’obbligo di sorveglianza sulla sicurezza del personale sanitario. Infatti l’articolo 7 del DL 14/2020, esclude il personale sanitario dal dovere d’isolamento fiduciario, in caso di esposizione non protetta a Covid-19, precedentemente prevista per tutti i cittadini con le misure del Dpcm n.6 del 23/02/2020. Conosco personale sanitario, non esonerato dal proprio lavoro e ciò per evitare il rischio chiusura di alcuni servizi, considerata la carenza cronica di personale.
Il suddetto personale è stato costretto alla quarantena al termine del servizio per non rischiare di diffondere il probabile contagio ai propri familiari. Condizione questa che ha costretto molti sanitari ad evitare il ritorno fra le mura domestiche.
Disattesa l’indicazione e la tempistica per l’esecuzione dei tamponi naso faringei con conseguente mancata messa in sicurezza di tutto il personale sanitario, come previsto da specifiche normative. Spesso, si è voluto limitare la procedura diagnostica ai soli sanitari con evidente sintomatologia, dimenticando la possibilità di casi asintomatici o pauci-sintomatici fra i sanitari, con la possibilità concreta che questi ultimi diventino vettori inconsapevoli del virus .
Mancata o carente attuazione di luoghi adeguati dove i sanitari potessero trascorrere la quarantena senza contagiare familiari o conviventi. Sono ancora scarsi i Covid-hotel e le Asl si sono mosse tardivamente per stipulare bandi per convenzioni con hotel e altre strutture.
In Italia, nel 1998, vi erano 5.8 PL per 1.000 abitanti, nel 2020 i PL sono 3,14 per 1.000 abitanti, ampiamente al di sotto della media europea di 4.96/1000 ab.
Tra il 2007 e il 2017 il nostro Servizio sanitario nazionale ha subito una drastica dieta: in 10 anni sono stati chiusi circa 200 ospedali, tagliati 45 mila posti letto, ridotto di 10 mila unità il personale medico (tra ospedalieri e convenzionati) e di 11 mila quello infermieristico (Quotidiano Sanità, Il lento declino del Ssn,Giovedì,19.03.2020).