FORLÌ – Nella mattina di domenica 7 luglio, il Comune di Forlì rappresentato dal vicesindaco Vincenzo Bongiorno e dal civico gonfalone scortato dai sovrintendenti della Polizia Locale Anna Bessi e Riccardo Rabitti, ha partecipato alla cerimonia commemorativa dell’80° anniversario della Strage di Fossoli, presso il Campo di Fossoli in provincia di Modena. Il 12 luglio 1944 nel poligono di tiro di Cibeno a circa 3 km a nord di Carpi furono infatti trucidati sessantasette internati politici del campo di concentramento di Fossoli, persone provenienti da diverse regioni, di ogni età e professione, accomunati dall’essere oppositori del nazifascismo. Condotti sul posto in tre gruppi, furono fucilati sull’orlo di una fossa scavata il giorno prima da internati ebrei. Per riportare la vicenda all’attenzione della collettività, la Fondazione Fossoli e l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti hanno avviato un progetto dal nome “Pietre d’Inciampo per i 67 martiri di Fossoli”, che prevede la collocazione di una piccola pietra nell’ultima residenza da uomini liberi delle vittime, restituendo loro dignità. Tra questi martiri della Resistenza figura anche un forlivese, Edo Bertaccini, che all’epoca era residente nella frazione di Coriano. Quando fu trucidato era appena ventenne. In suo onore è stato consegnato alla Città di Forlì un diploma commemorativo, in attesa della consegna della pietra d’inciampo che verrà donata al Comune entro l’estate e sarà collocata, in accordo con i familiari, nel prossimo autunno in occasione delle cerimonie per l’80° anniversario della Liberazione di Forlì. Alla commemorazione di Fossoli ha partecipato anche Fulvia Bertaccini, nipote di Edo. “È stata una cerimonia di intenso impatto emotivo – afferma il vicesindaco Vincenzo Bongiorno – ed ho sentito forte la responsabilità di rappresentare la comunità forlivese per il rispetto di chi ha immolato la propria vita per la libertà, per il dolore delle famiglie, per il valore del ricordo. La barbarie degli eccidi nazifascisti, il terrore della guerra, l’orribile disumanità dei campi di concentramento devono essere sempre presenti nella memoria personale e collettiva perché riflettere su questo baratro della storia deve spronarci ad impegnarci, affinché pagine così tragiche non si ripetano mai più. Quando poseremo la pietra d’inciampo in accordo con i familiari, credo sia importante organizzare una cerimonia rivolta a tutti i cittadini, insieme al Quartiere e alle Scuole. È nel rapporto col territorio e nella formazione dei giovani che si deve coltivare la conoscenza, di ogni pagina buia della storia sia chiaro, con l’obiettivo di rafforzare, giorno per giorno, una cultura pacificata e di pacifica convivenza comunitaria, all’insegna della Costituzione della Repubblica italiana”.
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