Firmato il protocollo “L’Unione fa la spesa”, si comincia lunedì 23 marzo
BOLOGNA – Si chiama “L’Unione fa la spesa” ed è un servizio di consegna a domicilio della spesa alimentare e dei parafarmaci alle persone più fragili, a chi ha bisogno di assistenza, ai disabili, a chi è affetto da patologie croniche o è immunodepresso, in generale dunque alle fasce più deboli della comunità che devono a maggior ragione evitare di uscire dalla propria abitazione.
Il servizio è oggetto di un protocollo che il Comune di Bologna ha firmato con Coop Alleanza 3.0 e il mondo dell’associazionismo e del volontariato bolognese rappresentato da Auser, Forum Terzo Settore e Centro Servizi di Volontariato Volabo (Csv).
Il servizio comincerà lunedì 23 marzo e inizierà dalle persone anziane seguite dal Piano MAIS (Monitoraggio Anziani in Solitudine): Comune di Bologna e Ausl, in collaborazione con Lepida, dal 10 marzo scorso stanno contattando e assistendo telefonicamente 2.500 over 75 in condizione di fragilità.
Il servizio a domicilio della spesa comincerà da loro. Sarà il Comune a individuare i beneficiari e a dotare progressivamente i volontari, coordinati da Auser (responsabile organizzativo del progetto e punto di riferimento cittadino per la raccolta di volontari), dei dispositivi che consentano loro di operare in sicurezza.
Auser contatterà i beneficiari individuati dal Comune e coordinerà i volontari che potranno recarsi nei punti vendita abilitati da Coop, che potrebbero aumentare nelle prossime settimane. Si comincia con 11 punti vendita Coop: San Donato, Saffi, San Vitale (via Massarenti), Corticella, San Ruffillo, Andrea Costa, Bolognina, Dagnini, Piazza dei Martiri, Iper Borgo, Extracoop Nova. Ognuno di questi predisporrà per quanto possibile percorsi e casse dedicate ai volontari del progetto per facilitare e velocizzare l’acquisto.
Coop si è impegnata a riconoscere un contributo alle associazioni per garantire la completa gratuità della consegna e sostenere l’attività dei volontari. Il protocollo è stato comunicato infine alla Prefettura poiché i volontari si muoveranno per un servizio che rientra tra i motivi di necessità previsti dal Dpcm.