PARMA – Ieri mattina, alla presenza del sindaco Federico Pizzarotti, dell’assessore alla Cultura Michele Guerra e di un folto pubblico, ha riaperto le sue porte il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari.
Il museo civico cittadino, che rappresenta la più importante raccolta italiana riguardante il teatro d’animazione, inaugura un percorso espositivo completamente rinnovato, consistente ad oggi in quasi 3500 pezzi, che consentirà ai visitatori di conoscere materiali nuovi mai esposti, organizzati e suddivisi in base ai fondi di provenienza, tra i quali alcuni pezzi della Collezione Bompiani, donata, nel corso del 2018, al Comune di Parma da Anna Vittoria e Giorgio Bompiani, oltre a materiali recentemente ritrovati e restaurati della Collezione Ferrari.
I visitatori sono stati accompagnati al nuovo percorso con una visita guidata che ha illustrato le peculiarità degli oggetti esposti.
Daniela e Giordano Ferrari, presenti all’inaugurazione, hanno presentato inoltre lo spettacolo delle 15 di oggi pomeriggio, “Il castello degli spaventi”, nel quale la compagnia ‘I Burattini dei Ferrari’ anima le vicende dei protagonisti Fasolino e Sandrone: i due, in condizioni economiche disperate, attraversando una zona montuosa, incontreranno il sindaco del paese, interpretato da Bargnocla, il quale convincerà Fasolino a trascorrere una notte all’interno di un castello pieno di fantasmi. Fasolino accetterà la sfida e riuscirà a resistere a tutte le immagini spettrali incontrate nella notte. L’ingresso allo spettacolo è gratuito e le risate sono garantite.
Durante il periodo di chiusura, oltre al nuovo allestimento, sono state svolte le operazioni di manutenzione di tutti i materiali appartenenti alla struttura: burattini, marionette, pupazzi e oggetti di scena sono stati inseriti in apposite bolle in anossia, ossia in assenza di ossigeno, per più di tre settimane in modo da debellare qualsiasi tipo di insetto presenti nei materiali stessi.
Le operazioni di disinfestazione e di riallestimento sono state realizzate grazie anche al contributo della Regione Emilia Romagna e all’IBC – Istituto per i Beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia- Romagna.