Amedeo Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble
Sono da poco trascorsi cent’anni dalla scomparsa di Amedeo Modigliani che, appena trentacinquenne, si spegneva a Parigi con la mente in preda al delirio, dopo una vita breve ma bruciante e artisticamente compiuta.
L’esposizione, grazie alla collaborazione col Musée de Grenoble, di sei opere di Modigliani, consente di analizzare il rapporto fra disegno e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista.
Dal 30 aprile al 18 luglio 2021 presso la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, vengono infatti esposti il dipinto Femme au col blanc, olio su tela del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, la modella preferita, e cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, dove egli fu al centro della scena artistica. Il tratto più caratteristico e affascinante dell’opera di Modigliani, genio e sregolatezza, un dandy moderno, perfetto stereotipo dell’artista maledetto, oltre che grande pittore, fu eccellente disegnatore, con un talento introspettivo, che gli permetteva di portare a espressione le qualità più intime della persona, trasformando ogni singolo ritratto in una sorta di specchio interiore. Nella poetica pittorica di Modigliani (Livorno 1884 – Parigi 1920) il ritratto rappresenta l’unico veicolo d’espressione possibile del furore creativo dell’artista e il vitale strumento di esternazione dell’ansia d’intrecciare uno scambio relazionale con altri esseri. Partendo da una profonda fascinazione per l’essenzialità stilistica della tradizione trecentesca e quattrocentesca senese, per le qualità plastiche della scultura e per la stilizzazione del tratto grafico, Modigliani elabora una concezione assolutamente originale del ritratto, tenendo conto anche dell’insegnamento di Paul Cézanne e delle maschere africane. Per sottolineare queste influenze, importanti esempi della pittura senese e cézanniana vengono accostati in mostra ai lavori di Modigliani, come anche maschere tribali della Costa d’Avorio.
I capolavori dell’arte francese del periodo in cui egli visse e operò, appartenenti alle raccolte della Fondazione Magnani-Rocca (oltre a Cézanne, anche Renoir, Monet, Matisse e Braque) offrono al pubblico una visione ampia della scena artistica del tempo.
Il Nudo nelle opere di de Pisis, Guttuso, Manzù.
Al piano superiore della Villa, il riallestimento della sezione del Novecento italiano – a seguito del prestito temporaneo del nucleo morandiano al Musée de Grenoble – con celebri opere da de Chirico a Burri, da Severini a Carrà, si completa con una sala dedicata al tema Nudo nell’arte del secolo scorso, attraverso le opere appartenute a Luigi Magnani. Sono esposti lavori a olio su tela, ad acquerello e a china di Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, tutti per lungo tempo sodali del ‘signore della Villa dei Capolavori’. Il sensualissimo Pan di de Pisis, descritto tra mitologia e letteratura, tra sogno e carnalità, vera divinità moderna, si accosta a esempi di realismo sociale quali lo Studio per i Pescatori e il grande dipinto Anna Maria di Guttuso, raffigurante la profuga istriana Anna Maria Frezza, una delle modelle preferita dall’artista. Poi Manzù, con l’Orfeo a china del 1966, che fonde in sé gli elementi apollineo e dionisiaco e che riflette la figura del giovane figlio della Musa Calliope plasmata dallo scultore nei due pannelli bronzei eseguiti per lo stesso Magnani; infine ancora de Pisis con due nudi maschili coricati, pagine autobiografiche dei rapporti spesso contrastati, per lo più velocemente deludenti, che si instauravano tra l’artista e i suoi modelli, giovani incontrati per caso, seguiti per l’aria dolce o sfrontata, attratti dalla promessa di un piccolo guadagno o dalla curiosità nei confronti di quel personaggio così strano.
Gli armadi segreti della Villa dei Capolavori
Testimonianze e ricordi di Luigi Magnani e della sua famiglia
La Villa dei Capolavori apre al pubblico gli armadi che custodiscono testimonianze importanti e oggetti preziosi appartenuti al suo fondatore Luigi Magnani (Reggio Emilia, 1906 – Mamiano, 1984) e alla sua famiglia, rendendo omaggio all’affascinante storia privata di un uomo dal colto e raffinato gusto artistico che dedicò la sua eclettica collezione alla memoria del padre Giuseppe, grande proprietario terriero e imprenditore caseario, e della madre, la nobildonna Eugenia Rocca di Chiavari, nipote di papa Benedetto XV. La storia della Villa e del suo proprietario si intrecciano con quella degli amati genitori, delle sorelle Ada e Lisetta, morte entrambe ventenni di tubercolosi, e di illustri personaggi del mondo della cultura, dell’aristocrazia colta e dell’arte.
Eccezionalmente questi armadi, custodi di storie intime e private, vengono aperti ai visitatori di sabato e domenica, dal 1° maggio fino al 18 luglio, compresa la festività del 2 giugno. Sarà così possibile rievocare gli splendori dell’alta società di un tempo perduto attraverso abiti, accessori, preziosi corredi, servizi da tavola e oggetti appartenuti agli antichi proprietari della Villa.
Una ulteriore grande sorpresa attende il pubblico che visiterà la Fondazione Magnani-Rocca.
Recentemente, infatti, sono state ritrovate nei solai della Villa vecchie pellicole abbandonate da tanto tempo. Attraverso un procedimento di rigenerazione è stato possibile far rinascere dal passato immagini incredibili. Con grande stupore sono riemersi filmati con Luigi Magnani (gli unici conosciuti), poi i genitori, i ricevimenti e gli ospiti della Villa, il parco come era un tempo, Giorgio Morandi insieme a Magnani. Un video documentario, visibile nella saletta video della Villa, raccoglie questi filmati insieme alla testimonianza di Gian Paolo Minardi, celebre musicologo, sulla passione musicale di Magnani, e di Stefano Roffi, da anni studioso di Magnani stesso. Il pubblico avrà così la possibilità di incontrare virtualmente il signore della Villa e rivivere tempi irripetibili.
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Consultare il sito www.magnanirocca.it per le modalità di visita in sicurezza.
Orario: mercoledì, giovedì e venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° maggio e 2 giugno. Lunedì e martedì chiuso.
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti e il parco – € 10,00 per gruppi di almeno quindici persone – € 5,00 per le scuole.
Il sabato, la domenica e i festivi, il biglietto comprende anche la visita libera agli Armadi segreti della Villa.
Informazioni e prenotazioni gruppi:
tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it
Per la visita di mercoledì, giovedì e venerdì non occorre prenotare; per prenotare per il sabato, la domenica e i festivi scrivere, almeno un giorno prima della visita, a segreteria@magnanirocca.it, indicando giorno, orario di arrivo, numero di persone, numero di cellulare; il pagamento avviene all’arrivo.
Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra focus ‘Modigliani’ e ai capolavori delle raccolte permanenti della Fondazione con guida specializzata; è possibile prenotare a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi alla reception fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida).
Ristorante tel. 0521 1627509 whatsapp 393 7685543 email marco@bstro.it
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Simone Raddi gestione2@studioesseci.net tel. 049 663499 www.studioesseci.net
La mostra focus dedicata a Modigliani è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.
Media partner: Gazzetta di Parma.
Con la collaborazione di: AXA XL e Aon – Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.
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