Al progetto ha partecipato il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma
PARMA – Giovedì 26 novembre, dalle ore 9.30 alle 13, nell’Auditorium del Centro Sant’Elisabetta dell’Ateneo di Parma (Campus Universitario di via Langhirano), si terrà il Convegno conclusivo del progetto “AMicoGrano – Analisi dell’incidenza delle Micotossine su Grani moderni e antichi coltivati in regime biologico e convenzionale”, realizzato grazie al finanziamento ricevuto dalla Regione Emilia-Romagna con il bando Zona Sisma del 2013 – Studio e Ricerca Settore Vegetale (n. PG/2013/0200547) e cofinanziato da Open Fields s.r.l.
Al Progetto, coordinato dalla società Open Fields s.r.l. di Collecchio (Parma), che opera nel settore agro-alimentare fornendo servizi di innovazione e trasferimento tecnologico, hanno partecipato l’Università degli Studi di Parma (Dipartimento di Scienze degli Alimenti), l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard di San Pancrazio (Parma) e l’Azienda Agricola Capponcelli di San Giovanni in Persiceto (Bologna), con il supporto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Il progetto, nell’ottica di contribuire al miglioramento della sicurezza e salubrità delle produzioni cerealicole e al mantenimento della biodiversità e della sostenibilità ambientale in Emilia-Romagna, si è proposto di approfondire lo studio delle caratteristiche dei grani antichi e delle varietà storiche verso cui sta aumentando l’interesse da parte dei consumatori e, conseguentemente, del settore industriale e distributivo. Questi cereali si prestano ad essere coltivati in regime biologico ed in aree marginali per la loro minore necessità di apporti durante la crescita delle piante, il che li rende un’alternativa sostenibile dal punto di vista ambientale, nonché un’opportunità in più per la promozione dei prodotti del territorio.
In particolare, verranno presentati i risultati relativi allo studio della suscettibilità/resistenza verso la fusariosi della spiga e al conseguente accumulo di micotossine in grani antichi come il farro piccolo (Triticum monococcum L.), medio (Triticum turgidum, var. dicoccum L.) e grande (Triticum spelta L.), e in diverse varietà di grano duro (Triticum turgidum var. durum Desf.) e tenero (Triticum aestivum L.) moderne o risalenti all’inizio del secolo scorso, sottoposti a tecniche colturali convenzionali e biologiche. Per le stesse varietà e per i diversi regimi colturali, sono state caratterizzate la qualità della granella in base ai parametri classici di valutazione panificatoria e pastificatoria e, contestualmente, è stato effettuato un confronto tra genotipi antichi e moderni dal punto di vista della presenza di peptidi immunogenici e tossici, che potrebbero svolgere un ruolo nella tematica della sensibilità al glutine.