RIMINI – Sono state oltre 1.300 nel corso del 2022 le domande per le agevolazioni previste dal superbonus 110%, introdotto dal decreto rilancio nel 2020 per dare impulso alla rigenerazione degli edifici in ottica di risparmio energetico. I dati forniti dal Settore Governo del territorio del Comune di Rimini parlano di 1.267 Cilas, “Comunicazione Inizio Lavori Asseverata Superbonus”, protocollate in Comune, a cui si aggiungono anche 62 “Scia”, ovvero le “Segnalazione Certificata di Inizio Attività” che si riferiscono alle demolizioni e ricostruzioni sempre previste dalla legge del super bonus 110% ma per interventi più le demolizioni e ricostruzioni. Numeri che hanno segnato un rialzo sul finire dell’anno, attraverso la proroga al 31 dicembre de Superbonus 110 su unifamiliari, che ha comportato il ricevimento tra novembre e dicembre di oltre 600 Cilas. Chiudono questa fotografia i 14 permessi di costruire per interventi di demolizione e ricostruzione.
“Il bonus 110 nasceva con un obiettivo chiaro, quello di dare una scossa ad un comparto edilizio arretrato attraverso l’innovazione in chiave sostenibile e dando così stimolo ad un intero settore – sottolinea l’assessora alla pianificazione del territorio Roberta Frisoni – Combinato ai nostri strumenti urbanistici, a partire dalla variante al Rue – questa opportunità nel nostro territorio si è tradotta in un importante spinta alla rigenerazione urbana e da due anni a questa parte stiamo assistendo nel nostro territorio ad una mole di interventi di riqualificazione dell’esistente a carico dei privati mai registrata prima. In particolare va evidenziata la ripresa dei cosiddetti interventi di ‘sostituzione edilizia’, in altre parole di demolizione dei immobili datati per poi essere ricostruiti, senza consumo di nuovo territorio.
“Col passare dei mesi dalla sua introduzione nel 2020 – prosegue l’assessora Frisoni – sono emerse anomalie e distorsioni del Superbonus che hanno portato ad alterazioni delle dinamiche del mercato, a cui si sono aggiunte ripetute modifiche normative che oggi ci riconsegnano un quadro complicato. Si stanno creando le condizioni perché si arrivi ad uno stallo: da una parte le banche che non accettano più di acquistare crediti legati al Superbonus, dall’altra il potenziale blocco dei cantieri già avviati perché mancano i soldi per portare a termine gli interventi oppure le difficoltà ad iniziare i lavori già stabiliti per i rialzi dei costi che non paiono arrestarsi. Occorre quindi che si valutino correttivi per andare a correggere un sistema che rischia di mettere in crisi famiglie e imprese”.