Sabato 29 aprile 2017, dalle 10, in corso Ercole I d’Este 19. Partecipazione gratuita, ma su prenotazione su eventbrite. La visita è programmata durante i weekend delle Invasioni Digitali (www.invasionidigitali.it)
FERRARA – Sabato 29 aprile 2017, dalle 10, gli Igersferrara “invaderanno” il Museo del Risorgimento e della Resistenza, composto da 4 sale espositive: due dedicate al Risorgimento, una alla Prima Guerra Mondiale e una all’antifascismo e alla Resistenza.
(https://museorisorgimentoresistenzaferrara.wordpress.com/)
La parte relativa al Risorgimento contiene cimeli garibaldini, raccoglie rare e preziose testimonianze dell’occupazione francese e della partecipazione dei patrioti ferraresi all’epopea risorgimentale. Molti reperti si riferiscono ad un’epoca che va tra l’Unità d’Italia e la Prima Guerra Mondiale, ad esempio fucili, sciabole, moschetti, vessilli e divise, ma anche stampe politiche, satiriche e fotografie.
Il Museo fu inaugurato nel 1903, ma dopo i danni subiti nei bombardamenti, fu spostato nel 1958 nei locali attuali, adiacenti al più noto Palazzo Diamanti. A quel punto venne aggiunta la sezione relativa al periodo della Resistenza (1919-1945) con cimeli di vario genere e di provenienza sia pubblica sia privata. L’archivio storico-didattico è tra i più importanti e raccoglie numerosi documenti che ricostruiscono i principali avvenimenti ferraresi dal ventennio fascista alla liberazione.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti previa prenotazione su eventbrite (https://invasionemuseorisorgimentoeresistenza.eventbrite.it). Smartphone e reflex carichi, powerbank di scorta, ma soprattutto hashtag della giornata:#invasionidigitali, #MuseoRisorgimentoeResistenza, #igersferrara, #invasionidigitaliFE, da inserire sotto le immagini che ci auspichiamo verranno pubblicate su Instagram.
Ricordiamo che questa visita è programmata durante i weekend delle Invasioni Digitali (www.invasionidigitali.it), le quali sono a tutti gli effetti un movimento nazionale che propone la liberalizzazione della cultura, specialmente nel campo più tradizionale e istituzionale dei cosiddetti “beni culturali”. Sono nate nel 2013, ma in questi pochissimi anni hanno già riscosso notevole successo proprio grazie alla loro formula di partecipazione pubblica alla divulgazione culturale. Il loro è un nuovo approccio alla fruizione di luoghi di interesse storico-culturale, grazie al coinvolgimento bottom-up del pubblico che frequentando questi eventi e condividendo sui social network foto, impressioni, racconti ed emozioni, diventa un attore di questa liberalizzazione.
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