MODENA – Tre ragazzi stranieri giocano a biliardino in uno spazio ricreativo della città; un bimbo descrive l’arrivo nella sua famiglia di quello che, dopo i primi timori iniziali, è diventato presto il suo “nuovo amico Nelly” che gioca con lui e aiuta il nonno in giardino. Gias, arrivato in Italia dal Bangladesh, racconta l’accoglienza in una famiglia WelcHome che lo ha aiutato a inserirsi in una nuova realtà attraverso un percorso di studio e lavoro mentre don Paolo e Javad raccontano, attraverso la propria esperienza, l’incontro tra culture e religioni diverse in una storia di “adozione a vicenda” per “cercare ciò che unisce”.
Sono alcuni dei volti e delle storie con cui il Comune di Modena partecipa al Progetto europeo Clarinet, Communications of Local Authorities for Integration in European Towns (vincerà il progetto che otterrà il maggiore gradimento tramite votazione on line sul sito https://www.clarinetproject.eu/it/home-page-it/) che intende sensibilizzare i cittadini europei sul contributo della migrazione nelle nostre società, promuovendo buone pratiche di comunicazione pubblica realizzate da enti locali. Ente capofila è il Comune di Lampedusa; al progetto partecipano anche altri enti locali europei di confine, soggetti della società civile di otto paesi europei e due network internazionali.
Modena concorre per la sezione “Web and social media”, che raccoglie iniziative e campagne sviluppate principalmente tramite canali on line, presentando alcune immagini e diversi video tutti legati al progetto “WelcHome accoglienza in famiglia” pubblicati sul sito web (http://www.welchomemodena.it/) realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena al Tavolo WelcHome.
Il progetto WelcHome, avviato nell’ottobre 2015 e promosso dall’assessorato ai Servizi sociali e all’Integrazione del Comune insieme a Terzo Settore e associazioni di volontariato, sperimenta forme innovative di accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati, minori stranieri non accompagnati, in contesti non istituzionalizzanti come le famiglie, italiane o straniere, residenti nella nostra città, integrando il sistema attuale, basato quasi esclusivamente sull’inserimento in comunità, gruppi appartamento e strutture per l’autonomia. Due le idee fondanti: da una parte favorire percorsi individualizzati che valorizzino le capacità di autonomia e il progetto di vita del ragazzo, dall’altra, incentivare il coinvolgimento della società civile, nelle sue forme aggregative, a partire dalle famiglie, per favorire l’inclusione sociale.
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