IMOLA (BO) – In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Trama di Terre si fa portavoce di una dolorosa realtà che persiste nel tessuto sociale italiano. Dagli ultimi dati emerge un quadro allarmante che richiede un cambio di passo da parte delle istituzioni e della società civile.
Una situazione che sottolinea la necessità non più procrastinabile di un progetto culturale a lungo termine, dove all’azione repressiva si affianchi un serio piano di prevenzione e sensibilizzazione nella società per prevenire quella che non è un’emergenza ma un fenomeno endemico che pervade la nostra società.
Clarice Carassi, presidente di Trama di Terre: «Quando si parla di contrasto ai femicidi sono necessarie 2 riflessioni: la prima considera che la risposta giudiziaria efficace è quella in grado di tutelare e proteggere la donna dalla violenza e dal pericolo di reiterazione di quella violenza; quella che si connota di azioni di prevenzione, attraverso il tempestivo riconoscimento della violenza e la valutazione del rischio di rivittimizzazione a cui la donna è esposta. La seconda è che, accanto alla risposta giudiziaria, deve coesistere una efficace risposta culturale, ossia azioni e misure idonee a determinare il cambiamento culturale perché è proprio nell’elemento (in)culturale
– quello perpetuato o comunque tollerato – che si individua la spiegazione della violenza maschile contro le donne».
Di seguito i dati del Centro Antiviolenza di Trama di Terre, relativi alle richieste di aiuto e ospitalità nel periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 ottobre 2023, che desideriamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.
Nel corso di questi mesi, il Centro ha accolto 111 donne vittime di violenza maschile, di cui 46 sono state accolte per la prima volta, mentre 65 stavano già affrontando un percorso di uscita dalla violenza dagli anni precedenti. La crescente consapevolezza delle donne e la percezione che la violenza persista anche dopo la fine della relazione sono fattori che hanno contribuito a un aumento delle richieste di aiuto.
Principali dati emersi:
- Nuove richieste di aiuto: 38 (aumento rispetto al periodo 2022)
- Donne in percorso dagli anni precedenti: 32 (aumento rispetto al periodo 2022)
- Donne italiane vittime: 25; donne straniere: 21
- Donne con figli/e: 36; figli/e vittime o testimoni di violenza: 22
- Violenza psicologica: 42 casi (rimane stabile rispetto agli anni precedenti)
- Violenza economica: 24 casi
- Violenza fisica: 36 casi; violenza sessuale 9 casi; stalking 13 casi (in crescita rispetto agli anni precedenti)
In particolare, il Centro Antiviolenza Trama di Terre sottolinea la crescente esposizione delle donne migranti alla violenza domestica e la necessità di affrontare le barriere culturali che ostacolano la denuncia da parte loro.
Trama di Terre ribadisce la necessità di un approccio integrato per contrastare la violenza di genere, lavorando in sinergia con le istituzioni per creare un ambiente sicuro e di supporto per le donne vittime di violenza.
Riteniamo un passo importante in questa direzione l’adozione del Protocollo di intesa per la promozione dell’autonomia abitativa di donne vittime di violenza, promosso dalla Città metropolitana di Bologna, altre istituzioni locali e dai Centri Antiviolenza del territorio.
Consideriamo la firma di questo protocollo il segno dell’importanza della rete territoriale, della sua funzione e del suo impegno nel contrasto alla violenza di genere.
«C’è bisogno che tutte e tutti ci dotiamo della consapevolezza che solo il diffuso riconoscimento della violenza di genere in ogni ambito potrà consentirci di contrastarne efficacemente gli esiti, così come il superamento della incultura dei pregiudizi e delle asimmetrie di genere, che ne è indubbia matrice» conclude la presidente.
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