Rimini

I bambini della scuola Ferrari animano le celebrazioni per la Memoria

Cerimonia ufficiale al monumento “Ai Caduti nei Lager 1943-1945”

RIMINI – Sono stati i bambini di due classi quinte delle scuole Ferrari, questa mattina con un suggestivo flash mob, preparato insieme allo storico Daniele Susini ed ai loro insegnanti, ad animare la cerimonia di commemorazione svoltasi al Parco ai Caduti nei Lager 1943-1945 di Via Madrid per il Giorno della Memoria. Un momento molto sentito al quale hanno partecipato tutte le autorità e dove il Vicesindaco Gloria Lisi e il Prefetto Alessandra Camporota sono intervenute.

Il saluto del Vicesindaco Gloria Lisi

“Ricordo ancora quando mi dissero che non potevo più andare a lezione Non capivo il perché e continuavo a chiederne il motivo ai miei genitori. È stato terribile sentirsi additare per la strada dagli altri bambini che dicevano ‘Guarda, quella è la Segre, quella che hanno cacciato da scuola perché è ebrea’. Ancora oggi, nonostante tutto, alcune mie conoscenti, signore anziane come me, si parlano tra loro dicendo ‘Conosci la Segre, la signora ebrea’, e devo dire con rammarico che ancora oggi mi sento quella bambina cacciata da scuola a causa delle leggi razziali. Un’indifferenza che non mi ha mai abbandonato, per tutta la vita.


Buongiorno a tutti e grazie per essere così numerosi in una giornata così importante non solo per quello che ha significato nel passato, ma anche e soprattutto per la lezione che offre al nostro presente e al futuro.
Le parole toccanti con cui ho voluto iniziare il mio intervento, che arrivano come un pugno nello stomaco, sono quelle della “nostra” Liliana Segre, senatrice a vita, deportata nel campo di concentramento di Auschitz nel 1944. Ho voluto dedicare a lei l’apertura di questa giornata perchè sulla soglia dei 90 anni, ha dichiarato che sospenderà gli incontri con le scuole e gli studenti italiani dal prossimo aprile, per motivi legati all’età e alla salute. la Segre, che abbiamo avuto il grandissimo onore di avere ospite anche a Rimini, ha raccontato con il suo linguaggio semplice e diretto, per oltre trent’anni, ai giovani e non solo gli orrori della guerra, “perché l’odio – parole sue – si combatte anche tenendo viva la memoria condivisa delle tragedie che le generazioni passare hanno patito”.

Non solo, le sue parole e le sue testimonianze sono anche un appello al coraggio dell’oggi. Quelle che ho letto sono parole che vi riguardano oggi, direttamente, perchè parlano di scuola, di quotidianità, di violenze diverse e lontane ma anche così sottilmente simili a quelle che possono capitare anche oggi. Quando? Ogni giorno…se un vostro compagno è insultato perchè diverso, perchè ha gli occhi, i capelli o la pelle più scura o più chiara della tua, perchè più timido e impacciato, perchè non veste alla moda, perchè non parla bene la nostra lingua, perchè viene da un altro paese, o perchè semplicemente è più debole…ecco, lì non possiamo girarci dall’altra parte, ma guardare negli occhi l’odio e affrontarlo con gli strumenti della ragione e del coraggio. Questo ci insegna Liliana Segre, perchè il suo non è un racconto del passato ma una lezione per l’oggi. Non è un racconto di una anziana da dover ascoltare a scuola, ma una lezione ed esempio di vita che riguarda l’oggi.
Noi Italiani, che abbiamo vissuto l’onta incancellabile delle leggi razziali fasciste e della conseguente persecuzione degli ebrei, abbiamo un dovere morale. Verso la storia e verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto, Ma, soprattutto di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi. E di rifiutare, come ammonisce spesso la senatrice Liliana Segre, l’indifferenza: un male tra i peggiori.
Quello che avete letto a scuola, che vi hanno spiegato le vostre insegnanti e ciò che avete ascoltato da chi quell’inferno lo ha vissuto…è successo davvero e, se non lo ricordiamo, puo’ ripetersi oggi.

Il Giorno della Memoria, mi ripeto, non è allora soltanto una ricorrenza, in cui si medita sopra una delle più grandi tragedie della storia, ma è un invito, costante e stringente, all’impegno e alla vigilanza.
Dunque, “buon futuro, buona scuola e buona memoria”.

Le commemorazioni per la giornata della Memoria proseguiranno questa sera, alle ore 21 nel Teatro degli Atti , dove si assisterà alla proiezione del video “Sotto lo stesso cielo”, breve documentario, realizzato dal Comune di Rimini, girato lo scorso ottobre in Polonia durante il viaggio studio a Lublino-Majdanek, che ha coinvolto 48 studenti di tutti gli Istituti secondari della città. Sono stati proprio i giovani partecipanti a raccontare davanti alla telecamera le loro riflessioni nello scoprire le tracce di un luogo che durante la Seconda guerra mondiale funzionò contemporaneamente come campo di concentramento (dove furono deportati anche più di duecento giovani italiani di cui pochi conoscono la storia), e come centro di sterminio per gli ebrei. Stupore, emozione, sdegno e interrogativi aperti di una generazione che vuole conoscere la storia e capire il senso che possono trarne per agire responsabilmente nel presente. Un appuntamento aperto alla cittadinanza, alla presenza delle autorità e degli studenti di tutte le scuole. A introdurre la proiezione saranno il Prefetto Alessandra Camporota, il Vice Sindaco Gloria Lisi e la Responsabile dell’Attività Educazione alla Memoria Laura Fontana.
Alla proiezione seguirà lo spettacolo Shabbat Shalom. Canti e parole di vita del duo Gutman-Negri.

Domani invece, alle ore 16 è prevista la presentazione del libro “Nonno Terremoto. Un bambino nel 1938” (Einaudi, 2019) di Fulvia Alidori e Daniele Susini, primo albo illustrato sulle leggi razziali, alla presenza di Cesare Moisé Finzi e del rabbino Luciano Caro, a cui è ispirata la storia.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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