Il punto sulle collezioni nel corso del workshop ‘Collections’
FERRARA – Comprende nel complesso quasi un milione di pezzi il patrimonio custodito nel Museo civico di Storia Naturale di Ferrara. Il dato è emerso nel corso del workshop ‘Collections’, che si è tenuto lo scorso 16 dicembre 2021 all’interno dello stesso Museo e che è stato seguito da circa 50 persone in presenza e un’ottantina online (in allegato il programma dettagliato, il video è visibile sulla pagina Fb del Museo e sarà sul suo canale YouTube).
Dopo i saluti dell’Assessore Alessandro Balboni, diversi relatori si sono alternati per illustrare le recenti acquisizioni del Museo e le collezioni del Sistema Museale ed Erbario dell’Ateneo di Ferrara, e sottolineare il ruolo delle collezioni naturalistiche nella scienza contemporanea.
Per collezione naturalistica s’intende un insieme di reperti biologici o geopaleontologici che sono stati correttamente identificati, catalogati in un database e collocati in una precisa posizione topografica all’interno del Museo, in modo che ogni reperto sia facilmente consultabile e, attraverso i dati segnati su uno specifico cartellino, porti tutte le informazioni essenziali sul suo ritrovamento.
Le collezioni sono estremamente importanti ed utili perché consentono di effettuare numerosi studi, come confronti genetici che permettono di rilevare specie a rischio di estinzione oppure già estinte, ma anche altre tipologie di ricerche, come quelle condotte dal Museo di Verona.
Il Museo, in seguito all’analisi di alcuni piccoli crostacei presenti nel Lago di Garda, ha riscontrato importanti concentrazioni di microplastiche e si è scoperto quindi che il Lago è invaso da questo tipo di particelle. In questo caso le collezioni storiche del Museo consentiranno di determinare quando questi elementi hanno iniziato a diffondersi ed entrare nelle catene alimentari degli organismi viventi.
In occasione dell’evento il Museo di Ferrara ha anche fatto il punto sul proprio patrimonio.
Negli ultimi mesi, il Museo ha acquisito estese collezioni entomologiche, malacologiche e di minerali. Altre donazioni hanno interessato reperti singoli ma particolarmente significativi, che porteranno in Museo l’ibis eremita, l’ibis sacro, il grifone, il lupo, il gatto selvatico, lo sciacallo, tutti animali rimasti vittima di incidenti stradali o di folgorazioni contro i cavi dell’alta tensione in varie parti d’Italia.
Oggi il Museo possiede circa 500.000 esemplari entomologici (coleotteri, api e vespe, farfalle, ditteri, libellule, ecc.) conservati a secco e più di 5.000 reperti che, per la loro particolare natura biologica, rimangono conservati in alcol etilico. A questi invertebrati si aggiungono 104.000 molluschi (chiocciole e bivalvi). Gli esemplari provengono da varie parti del mondo ma con un focus particolare su Emilia-Romagna e Delta del Po.
Anfibi, rettili, mammiferi, uccelli comprendono oltre di 6.500 reperti, mentre le collezioni di fossili e minerali raccolgono oltre 21.000 pezzi.
Ai reperti acquisiti dall’esterno si aggiungono in modo costante i tanti elementi che provengono dalle ricerche sul campo, condotte dagli esperti stessi del Museo, in particolare fra gli imenotteri (api e sinfiti), i coleotteri carabidi, i ditteri sirfidi, gli organismi acquatici, i piccoli mammiferi, rettili e anfibi e molluschi terrestri.
Fra gli invertebrati custoditi in Museo sono presenti anche esemplari particolarmente preziosi perché sono quelli che sono stati alla base della descrizione di nuove specie.