PARMA – “Siamo davvero felici di tanta entusiastica partecipazione da parte del pubblico. Purtroppo non abbiamo potuto soddisfare tutte le richieste perché si tratta di uno spettacolo molto particolare, per uno spettatore alla volta. Ma siamo fiduciosi che possa ripresentarsi presto un’altra occasione” racconta il regista Mario Mascitelli, Direttore Artistico del Teatro del Cerchio, che insieme a un affiatato gruppo d’interpreti (in ordine di apparizione: Giorgio Cossu, Gianpiero Aceto, Giovanni Pazzoni, Pier Dante Federici, Anna Lisa Cornelli, Martina Manzini, Mario Aroldi, Alfredo Biondolillo, Stefania Maceri, Gabriella Carrozza, Andrea Faccioli, Silvia Nisci, Loredana Scianna, Silvia Santospirito) ha allestito sabato 19 novembre lo spettacolo “La Peste” all’interno degli spazi aziendali di Opem S.p.A., impresa d’eccellenza nel nostro territorio e non solo.
Dopo oltre vent’anni di repliche, “La Peste” targata TDC ha coinvolto, emozionato e scosso ancora una volta il numeroso pubblico che ha attraversato le undici stanze performative nelle fasce di accesso, pomeridiane e serali, rese disponibili per questo speciale evento; un’occasione unica che ha sancito anche l’avvio di una virtuosa collaborazione tra una delle realtà teatrali più seguite in città e un’azienda parmigiana storica.
Moltissime le impressioni, le riflessioni, i pensieri raccolti tra il pubblico prima e dopo il percorso. “Sono molto curioso di ascoltare la storia e di vedere anche come hanno trasformato lo spazio dove abitualmente lavoro” racconta Nicola, un dipendente di Opem e poi, al termine, tanta meraviglia negli occhi ed emozioni palpabili. “Bellissimo, abbiamo interagito con gli attori e siamo stati appieno dentro alle narrazioni in modo estremamente autentico!” scrive Monica sul libro all’uscita dove condividere a caldo i commenti dopo l’esperienza teatrale, ma c’è anche Nicoletta che dice “tanta emozione e tanta attualità nel dolore. Storie che sembrano lontane ma che sono in qualche modo tornate tra noi”, e poi Paola che confessa “stupendo, e mi è venuta voglia di rileggere il libro di Camus”, il giovane Alessandro che rivela “è stato un viaggio, non solo fisico ma immaginifico. Mi sentivo un personaggio diverso in ogni stanza”, Francesca che scrive “una catarsi, post-moderna, sospesa tra i pensieri sospesi e vissuti” e la stessa Ombretta Sarassi Binacchi, Direttrice Generale di Opem S.p.A, che sottolinea “una recitazione davvero convincente e una drammaturgia che rispecchia la situazione mondiale di grande incertezza vissuta con il Covid”
Uno spettacolo che è entrato dentro ai partecipanti, proprio come la peste, ma per contagiare con emozioni, suggestioni, pensieri. Un’occasione culturale straordinaria resa possibile dall’intraprendenza del Teatro del Cerchio e dalla lungimiranza di Opem S.p.A.
www.teatrodelcerchio.it
www.opem.com
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