Sabato 26 settembre in apertura di serata il video realizzato da Voice Off con le testimonianze di alcune famiglie che hanno accolto giovani richiedenti asilo
MODENA – Raccontano di come sono cambiate le loro abitudini e il modo di guardare a culture diverse, delle perplessità iniziali, ma soprattutto della ricchezza entrata nelle loro case assieme a giovani richiedenti asilo.
Sono le testimonianze di alcune delle famiglie accoglienti che hanno aderito al progetto WelcHome promosso dal Comune di Modena insieme a un’ampia rete di soggetti dell’associazionismo, del terzo settore e del volontariato locale.
Ne è nato un video di 6 minuti, promosso da Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, realizzato da Voice Off, che verrà diffuso per promuovere il progetto e che sarà proiettato in anteprima sabato 26 settembre ai Giardini Ducali in apertura della nona edizione del Modena Gospel Festival.
Francesco, 11enne modenese, non era entusiasta della notizia che sarebbe arrivato in casa sua una sorta di fratello affidatario molto più grande e proveniente da un lontano paese dell’Africa, ma si è ricreduto in fretta e Nelly, il ragazzo richiedente asilo accolto nella sua famiglia, è diventato presto un amico.
È Francesco che racconta come Nelly aiuti il nonno in campagna e la mamma nelle faccende domestiche.
Per Margherita, invece, che di anni ne ha 24 e vive in una bella casa con i genitori, l’arrivo del 18enne Lamine è stata una ventata di aria fresca, una persona con cui ridere e una lente diversa attraverso cui mettere a fuoco il mondo.
Piuttosto diversa la realtà di Corrado, “felicemente” single e vicino alla soglia dei 60 anni, che ha deciso di “fare qualcosa per gli altri” mettendosi decisamente in gioco e scoprendosi in un ruolo quasi paterno con il giovane pakistano Afnan accolto nella sua casa.
Sono le loro voci a raccontare l’esperienza di WelcHome, il progetto che intende sperimentare a Modena una nuova forma di accoglienza diffusa per facilitare il sostegno e l’inclusione dei richiedenti asilo nella comunità locale.
Al progetto partecipano famiglie disponibili ad ospitare una persona, di solito un giovane adulto, per un periodo di sei mesi, in un percorso di ospitalità condiviso con la rete formata da associazioni, parrocchie, altre famiglie.
Ai nuclei familiari viene garantito supporto formativo iniziale e sostegno di consulenza durante l’intero percorso sugli aspetti organizzativi, psicologici e relazionali.