PARMA – Come vedono, gli italiani, l’arrivo e la presenza dei profughi in Italia? Questo il tema di una ricerca che Tiziana Mancini, Luca Caricati e Benedetta Bottura dell’Università di Parma e Loris Vezzali e Gian Antonio Di Bernardo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, hanno condotto tra gennaio e marzo 2016 attraverso la somministrazione di un questionario online, ospitato sulla piattaforma Qualtrics. La ricerca ha coinvolto quasi 600 adulti, principalmente reclutati attraverso la rete dei centri per il volontariato e le associazioni e categorie professionali.
Il campione analizzato, residente in diverse province italiane con una prevalenza per quelle dell’Emilia Romagna, è composto per il 70% da donne di diverse fasce d’età, per il 79% occupato nel settore impiegatizio e in diversi ambiti professionali. Per quanto riguarda la posizione politica, circa il 48% si definisce di sinistra o di estrema sinistra, mentre solo l’11% si definisce di centro-destra, destra o estrema destra.
Il primo dato interessante riguarda la qualità del contatto con i profughi: solo il 20% dichiara di avere avuto esperienze di contatto positivo, mentre solo il 5% ammette di avere avuto esperienze di contatto negativo. Interessanti sono anche le risposte sull’esposizione mediatica: se circa il 90% del campione dichiara di avere sentito o letto raramente informazioni positive sui profughi in tv, radio o giornali, il 76% dichiara, invece, di aver sentito o letto spesso informazioni negative sui profughi.
È stato chiesto agli intervistati di fornire una stima del numero di profughi arrivati in Italia nel 2015 e del numero di profughi effettivi rispetto al numero degli stranieri in Italia. Sorprendentemente, solo il 15% fornisce una stima corretta, mentre il 60% sottostima e il 25% sovrastima il numero di arrivi (153.842 nel 2015). Per il campione intervistato, inoltre, solo il 56% dei profughi arrivati in Italia proviene realmente da zone di guerra.
Perché i profughi lasciano il loro paese? L’83% del campione si dice d’accordo che se non lasciassero i loro paesi, i profughi avrebbero una buona probabilità di morire a causa della situazione sociale/politica del proprio paese.
Come reagiscono gli Italiani all’arrivo dei profughi? In termini generali, i profughi non vengono percepiti come una minaccia alle risorse (ad esempio quelle economiche), dal momento che circa il 70% del campione non è d’accordo rispetto al fatto che i profughi assorbano una parte consistente di tasse e occupino posti di lavoro privandone così gli italiani. Anche il sentimento di sicurezza non sembra messo in questione, dal momento che circa il 60% del campione ritiene che vivere vicino a strutture che accolgono profughi non incrementi rischi personali.
Un quadro sostanzialmente positivo appare anche dalle emozioni che i profughi sembrano suscitare. Infatti, accanto ad un diffuso senso di pietas, la stragrande maggioranza degli intervistati riferisce di provare rispetto e ammirazione e nessun senso di odio o disprezzo verso i profughi.
Ma cosa farebbero attivamente gli italiani in supporto dei profughi? In questo caso, i risultati della ricerca sono meno netti. Se da una parte, infatti, circa il 75% del campione si dichiara disposto a fare volontariato in un centro accoglienza di profughi, solo il 42% degli intervistati ospiterebbe in casa propria un profugo e solo il 38% affitterebbe senza problemi un’abitazione di proprietà per l’accoglienza ai profughi.
Inoltre, circa tre quarti del campione si dice abbastanza o fortemente d’accordo sul fatto che lo Stato italiano debba garantire ai profughi o ai richiedenti asilo vitto, alloggio, accesso ai sistemi sanitari e assistenza legale gratuita. Tuttavia, un 50% del campione è d’accordo sul fatto che, se i profughi vogliono rimanere in Italia, devono darsi da fare senza aspettare che lo Stato faccia qualcosa per loro.
In termini generali, comunque, l’87% ritiene che l’Italia debba accogliere i profughi e che questo debba essere fatto perché è un diritto umano inalienabile. Fra coloro, invece, che ritengono che l’Italia non debba ospitare i profughi (solo il 13% del campione), le motivazioni sono il senso di invasione e il costo economico che l’accoglienza dei profughi comporta.
L’ultima parte della ricerca ha riguardato l’opinione verso il ruolo dell’Europa nella gestione delle problematiche legate alle richieste di asilo da cui emerge un più nitido scetticismo. Ben il 90%, infatti, è d’accordo nel ritenere che l’Europa non sia coesa sulla questione dei profughi e solo il 27% si dice fiducioso che l’Unione Europea possa trovare una soluzione condivisa alla questione dei profughi.
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