Dopo i saluti e l’introduzione della presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca, l’intervento in collegamento di Edith Bruck, scrittrice e testimone della Shoah ungherese (https://www.facebook.com/comunebologna/videos/edith-bruck-testimone-della-shoah/338396671629287 min 17.25). Ha concluso la seduta il sindaco del Comune e della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.
Intervento della presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca:
“Buongiorno a tutte e tutti.
Diamo inizio a questa seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria, che vede riuniti il Consiglio comunale e il Consiglio metropolitano di Bologna.
Saluto i Consiglieri e le consigliere , il Sindaco, i componenti della Giunta, le autorità civili e militari e tutti coloro che ci seguono online.
Come ogni anno, celebriamo il 27 gennaio, data che la legge n. 211 del 2000 ha istituito come “Giorno della Memoria” per “ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
La data è diventata anche ricorrenza internazionale con la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005.
Con la seduta di oggi confermiamo il nostro impegno a trasmettere la memoria di questo tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, attraverso la conoscenza, l’informazione e l’educazione. Siamo consapevoli dell’importanza della memoria, della verità storica, come monito per impedire il ritorno di forme di razzismo, antisemitismo E discriminazione.
Purtroppo recenti episodi di cronaca dimostrano che bisogna mantenere alta l’attenzione contro l’intolleranza e perseverare nell’educazione delle giovani generazioni al rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo e dei doveri inderogabili di solidarietà, come molto bene ci insegna l’articolo 2 della Costituzione.
Abbiamo oggi l’onore e il piacere di ospitare come relatrice Edith Bruck, che ringrazio di cuore per essere qui a portare la sua testimonianza.
Edith Bruck è una scrittrice autrice di romanzi, poesie e opere teatrali, oltre che sceneggiatrice e regista cinematografica. Edith Bruck è nata in un piccolo villaggio ungherese, ultima di sei figli di una famiglia ebrea. Nell’aprile del 1944, insieme ai genitori e a due fratelli, viene deportata in ghetto e poi nei lager di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta insieme alla sorella Judit, sceglie nel 1954 di vivere in Italia. Qui ha svolto un fondamentale e importante ruolo civile e culturale con la sua produzione letteraria dedicata al ricordo delle persecuzioni antisemite e attraverso l’attività di Testimone della Shoah nelle scuole e università italiane.
Per questo impegno ha ricevuto riconoscimenti da Papa Francesco, che l’ha voluta incontrare in visita privata nella sua casa romana e dal nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che le ha conferito nel 2021 l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, un alto riconoscimento che simboleggia il ringraziamento per l’impegno letterario, civile ed educativo della scrittrice. Voglio sottolineare quanto affermato dalla stessa Edith Bruck, “l’impegno per la Memoria non riguarda solo il ricordo del passato, ma è sempre attuale, laddove occorra opporsi a forme di discriminazione, odio e disprezzo verso il prossimo e prendere su di sè le sofferenze che ne derivano.
Ma prima di passare la parola alla nostra ospite, desidero dedicare un momento di ricordo ad Armando Gasiani partigiano e deportato politico bolognese scomparso il 9 luglio scorso a 94 anni.
Era fra gli ultimi italiani sopravvissuti alla deportazione nazista, presidente onorario dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti di Bologna. Prese parte alla lotta di liberazione, venne catturato e torturato dai nazifascisti per poi essere deportato nel campo di concentramento di Bolzano, e trasferito nel gennaio del 1945 in quello di Mauthausen, dove rimase fino al 6 maggio dello stesso anno. Nel 2004, in un’intervista dichiarò che il film La vita è bella di Benigni gli aveva dato la forza di raccontare la sua testimonianza, raccogliendo i suoi ricordi in un libro dal titolo “Finché avrò voce”.
Da quel momento si apre ad una nuova vita: parla ai giovani e nelle scuole, nelle associazioni e in tanti paesi di tutta Italia e anche all’estero. Il suo ricordo e quello che ci ha lasciato è vivo ogni giorno”.
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