MODENA – “Difendere sempre la dignità e l’uguaglianza di ogni donna e ogni uomo. È il principio sul quale abbiamo costruito la nostra libertà e che anche oggi, in un presente che vede ancora guerre dentro e fuori dall’Europa, è fondamentale per non lasciare crescere l’odio e affermare una pace giusta che guardi prima di tutto ai deboli”. Con queste parole il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli è intervenuto, nella mattina di sabato 10 febbraio, alla cerimonia in piazzale Natale Bruni per commemorare, nel Giorno del Ricordo, le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.
Alla cerimonia, promossa dal Comune insieme all’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, hanno partecipato anche il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi e alcuni consiglieri, il presidente della Provincia Fabio Braglia, la prefetta Alessandra Camporota, il comandante dell’Accademia generale di divisione Davide Scalabrin, la deputata Daniela Dondi, la consigliera regionale Francesca Maletti. Il vicario generale monsignor Giuliano Gazzetti ha benedetto il Monumento di pietra carsica intitolato “Ai figli di Istria, di Fiume, di Dalmazia, italiani per stirpe lingua e cultura, martiri in foiba in mare in prigionia, esuli nel mondo per amor di patria”, ai piedi del quale è stata deposta una corona d’alloro, e recitato la preghiera dell’Infoibato. È seguita, quindi, la messa nella chiesa monumentale del Tempio dei caduti celebrata dallo stesso vicario.
Nel suo intervento il sindaco Muzzarelli ha ricordato che nelle foibe persero la vita persone innocenti senza alcuna colpa: “La loro memoria ci impegna a vivere con più chiarezza l’oggi, ancora martoriato dalla guerra e a lavorare per la pace”, ha affermato il sindaco, ricordando che tra pochi giorni cadrà il secondo anniversario dell’invasione russa che ha sconvolto l’Ucraina e tutte le vittime degli attentati di Hamas del 7 ottobre in Israele e della controffensiva israeliana a Gaza.
La solennità del Giorno del Ricordo è stata istituita nel 2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel Secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
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