La sindaca Daniela Angelini: “L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Queste vicende storiche non possono essere oscurate né dimenticate”
RICCIONE (RN) – La sindaca Daniela Angelini e la vicesindaca Sandra Villa, alla presenza delle autorità civili, dei componenti della Giunta e del Consiglio comunale e dei rappresentanti delle forze armate e dell’ordine, oltre a numerosi riccionesi, hanno deposto questa mattina una corona di alloro nel giardino che la Città di Riccione ha dedicato a Norma Cossetto, studentessa universitaria dell’Istria italiana, uccisa all’età di 23 anni.
Si è svolta ieri 10 febbraio la commemorazione del Giorno del Ricordo, istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, volto a “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
A Norma Cossetto è stato intitolato nel 2022 il giardino tra i viali San Martino, Limentani, Da Verrazzano e la ferrovia, luogo in cui si è svolta la cerimonia e ora simbolo, per la Città di Riccione, per il ricordo di tutte le vittime delle foibe.
Di seguito l’intervento di Daniela Angelini, sindaca di Riccione.
Siamo qui oggi per ricordare una tragedia a lungo dimenticata. Un dramma che costò la vita a tanti innocenti: numerosi italiani, persone e famiglie che furono costrette a lasciare la propria terra, la propria casa. E per questo è nostro dovere ricordare e preservare la verità storica del passato.
La nostra presenza qui, in occasione del Giorno del Ricordo, solennità nazionale istituita nel 2004 e che ogni anno, il 10 febbraio, rinnova la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo degli italiani, dei fiumani e dei dalmati italiani costretti a fuggire dalle loro terre durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra.
Siamo qui per ricordare e non per ricadere nuovamente in quell’orrore che ogni discriminazione etnica comporta. Dobbiamo tutti insieme dare vita una memoria condivisa che si basi sui nostri valori di libertà, civiltà e democrazia.
Solo in questo modo possiamo evitare che nuovi drammi come quello possano accadere ancora una volta. Nostro dovere come amministratori è far sì che non prevalga il silenzio sul sacrificio dei nostri connazionali.
Ecco perché oggi deponiamo una corona d’alloro per ricordare il sacrificio delle vittime. Questo giardino è stato intitolato lo scorso anno a una di loro: Norma Cossetto, studentessa universitaria dell’Istria italiana, uccisa all’età di 23 anni. Norma Cossetto, simbolo di tutte le vittime delle foibe e Medaglia d’Oro al Merito Civile che il presidente Carlo Azeglio Ciampi le conferì nel 2005 come “luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”.
Norma Cossetto fu tenuta separata dagli altri prigionieri e sottoposta a sevizie e stupri dai suoi carcerieri, che abusarono di lei mentre veniva tenuta legata su un tavolo. Il racconto della sorella Licia lascia senza parole.
«Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all’addome. Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”».
L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Queste vicende storiche non possono essere oscurate né dimenticate.