Il presidente della Regione alla vigilia della ricorrenza di domani, istituita al fine di rinnovare la memoria della tragedia dell’esodo degli italiani al confine orientale e di tutte le vittime delle foibe
BOLOGNA – “Tante vittime innocenti, molte trucidate, e il dramma di moltissimi italiani, persone e famiglie costretti a fuggire dalle loro terre e dalle proprie case. Non si possono dimenticare, rappresentano l’ennesimo monito che la storia ci consegna affinché l’uomo non ricada nell’orrore. E conservare la verità storica del nostro passato, con obiettività, vuol dire anche guardare con speranza al futuro, per evitare appunto che i drammi si perpetuino e che sul sacrificio dei nostri connazionali non prevalga il silenzio”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, alla vigilia del “Giorno del Ricordo”, il 10 febbraio, istituito dalla Repubblica italiana al fine di rinnovare la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani costretti a fuggire dalle loro terre durante la Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra al confine orientale.
“Oggi viviamo in un’Italia che deve guardare alle lezioni del passato per trarne un insegnamento, e ciò che accadde sta a testimoniare come ogni razzismo e ogni discriminazione etnica siano alla base della storia più drammatica, scritta dall’odio. Una memoria condivisa e veritiera serve a farci capire come i muri, le divisioni siano un’aberrazione che si contrappone alla libertà, alla civiltà, alla democrazia”.