Passeggiando nel bosco Abbado, tra echi di antiche battute di caccia e modelli di biodiversità
FERRARA – Porta il nome di Claudio Abbado, in ricordo del suo definirsi “un giardiniere prestato alla musica”, il bosco urbano di Barco che sabato 16 aprile sarà protagonista dell’iniziativa clou organizzata a Ferrara per la Giornata nazionale del Giardino.
L’appuntamento è per le 10.30 nel piazzale antistante la chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Barco (via Panetti, 3), per un’escursione storico-paesaggistica (a piedi o con bicicletta a mano) aperta gratuitamente a tutti gli interessati, lungo un itinerario nel verde verso via del Bonone, con meta finale il piccolo bosco urbano che è stato creato nel 2015 per volere del Garden club di Ferrara, in stretta collaborazione con l’Amministrazione comunale. Collaborazione che è anche alla base dell’iniziativa di sabato 16 presentata stamani in conferenza stampa, tra gli altri, dall’attuale presidente del Club Gianna Foschini Borghesani, assieme alla presidente onoraria Giulia Vullo, che hanno ricordato come il bosco rappresenti la realizzazione di una piccola utopia, in omaggio a una figura esemplare come quella di Abbado, oltre che in memoria di Maria Teresa Mayr Giovannini, a lungo vice-presidente del Club.
All’associazione cittadina sono giunti i ringraziamenti dell’assessore Aldo Modonesi “per l’attenzione, lo stimolo e l’impegno volontario che da anni mette a disposizione della città e senza i quali Ferrara oggi sarebbe una città con qualche utopia realizzata in meno. Il progetto del bosco Abbado – ha poi preannunciato l’assessore – è destinato a proseguire. Dopo questo primo modulo di dimensioni 80×26 metri, stiamo già pensando alla realizzazione di altri due moduli di uguali dimensioni”.
A fare da guida nel corso dell’escursione di sabato sarà, fra gli altri, il responsabile dell’Ufficio Ricerche storiche del Comune Francesco Scafuri che ha spiegato come “scopo dell’iniziativa sia quello di far conoscere ai partecipanti alcuni spazi verdi di Barco, poco noti, ma carichi di un significativo valore storico, ecologico ed estetico da condividere con la collettività. Durante il percorso – ha anticipato Scafuri – illustrerò le trasformazioni subite nei secoli dal territorio del Barco, a partire dalla seconda metà del ‘400 quando quel territorio prima acquitrinoso fu fatto trasformare da Ercole I d’Este in un’area in parte coltivata in parte adibita a zona di caccia per gli Estensi, fino alla metà del ‘900 con l’edificazione dei fabbricati per i lavoratori della vicina zona industriale”.