BOLOGNA – Oggi si è tenuta la seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata internazionale. Di seguito l’intervento di apertura della presidente del Consiglio Maria Caterina Manca:
“Buongiorno. Saluto il Sindaco, gli assessori presenti in aula , le colleghe e i colleghi consiglieri, la professoressa Cristina De Maria e tutti coloro che seguono in streaming questa seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Come sapete la Giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite che nella Dichiarazione del 1993 ha dato una definizione , per la prima volta, la violenza contro le donne come: “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.
Si tratta di una forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione così come chiaramente espresso nella Convenzione di Istanbul del 2011.
Una violenza che si presenta e viene perpetrata in molteplici forme che spesso si intrecciano tra loro e che vanno da quella psicologica, allo stalking, a quella economica, fisica, sessuale finanche alla violenza assistita che è quella terribile violenza agita su un minore nell‘ambito di episodi di violenza domestica, perché spesso si tratta proprio di violenza domestica, perpetrata all’interno o fuori delle mura domestiche e nella maggior parte dei casi agita da un partner o ex partner.
La Giornata del 25 novembre richiama l’attenzione di tutti contro queste forme di violenza, attenzione che si dovrebbe esercitare tutti per i 365 giorni all’anno.
Il Ministero dell’Istruzione, a tal proposito, nella nota relativa alla Giornata internazionale di questo 25 novembre afferma, che la violenza di genere costituisce un “impedimento del principio di uguaglianza e un ostacolo alla formazione di una coscienza personale e sociale fondata sul rispetto della persona umana”, così come sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione.
Questa giornata nasce come monito affinché le istituzioni, le organizzazioni internazionali e le Ong vengano sollecitate ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa terribile piaga che affligge da troppo tempo il mondo intero.
Nonostante la crescente consapevolezza e il sempre più notevole impegno a sostenere iniziative di sensibilizzazione e informazione e prevenzione, questa forma di violenza continua a riguardare ancora un vasto numero di persone discriminate in base al sesso e continua a interessare indistintamente il mondo intero.
Le Amministrazioni locali hanno sicuramente un ruolo importante nel promuovere politiche, servizi ed iniziative intese a prevenire la discriminazione e la violenza contro le donne e sensibilizzare sulla necessità di un modello di convivenza civile, che garantisca pari opportunità e rifiuti la violenza.
È una responsabilità da esercitare fattivamente, tanto più ora, alla luce degli ingenti fondi che arriveranno dal Pnrr e che costituiscono un’occasione da non perdere per migliorare le politiche pubbliche e guidare il programma di trasformazione sociale, in tempi rapidi, perché questa è ancora un’emergenza e urgenza.
La settimana scorsa la nostra Regione è stata teatro di quattro femminicidi le cui vittime erano, secondo il carnefice, colpevoli di voler interrompere la relazione o di volere allontanarsi definitivamente dalle minacce, dallo stalking, dalle violenze.
Episodi che fanno riflettere e ci dicono che dobbiamo implementare, velocizzare e corregere il tiro considerato che ciò capita in una Regione come la nostra che nei giorni scorsi è risultata prima nella classifica per le pari opportunità. Una Regione e un territorio dove su questo tema si fa tanto con un impegno consolidato di tante associazioni presenti attive a tempo pieno.
Secondo una ricerca dell’Unione Europea, siamo la Regione italiana in cui le donne possono contare su migliori opportunità di vita e di lavoro. Come possono coesistere questi dati incoraggianti con tanta violenza? Con una mattanza che da inizio anno, in Italia fa una vittima ogni 72 ore? Con il fatto che questa è la tragica punta di un iceberg accompagnato da tanto sommerso, non raccontato e non riconosciuto. Una violenza, quella di genere, che ha a che fare con il potere, il possesso e la subordinazione.
La Commissione di inchiesta del Senato, sottolinea a proposito alcune criticità. Emerge, ad esempio che tra il 2017 e il 2018 il 63% delle vittime non ha mai confidato a nessuno di avere delle difficoltà, di subire maltrattamenti né tanto meno di temere per la propria vita. Un altro dato: solo il 15% delle donne uccise aveva sporto denuncia. La stessa Commissione d’inchiesta del Senato individua, a proposito in alcuni settori istituzionali la “difficoltà a riconoscere la violenza nelle relazioni intime” e la “non adeguata conoscenza dei fattori di rischio”.
Ci darà sicuramente qualche spunto e qualche importante riflessione anche su questo la relatrice di questa giornata che sono lieta di presentare e ringrazio molto per aver accettato questo invito, che è Cristina Demaria, professoressa associata all’Università di Bologna, dove svolge ricerche nell’ambito della semiotica della cultura, degli studi di genere e di quelli sulla memoria e i traumi culturali. Ha una delega importante assegnatale dal Rettore sulla quale sta già lavorando e che è quella per i temi dell’Equità, Inclusione e Diversità. La seduta solenne sarà conclusa dal nostro Sindaco Matteo Lepore”.
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