Nello specifico, lo spettacolo sarà presentato martedì 19 novembre a Castellammare di Stabia (NA), venerdì 22 novembre a Ivrea (TO), sabato 23 novembre a Laveno Mombello (VA), mercoledì 27 novembre a Basilicanova (PR), giovedì 28 novembre a Cadelbosco di Sopra (RE), sabato 30 novembre a Dalmine (BG) e giovedì 5 dicembre a Suzzara (MN).
Nudi avrà poi una ripresa a marzo, dal 14 al 16, tra Bergamo e Terre d’Adige (TN), in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
«Quanta violenza è sommersa? Non detta. Non riconosciuta. Cosa crediamo sia normale? Cosa non lo è? Un attraversamento del sentire che ci interroga, ci graffia, ci muove a strappare il velo degli stereotipi e a cambiare sguardo. Perché uomini e donne possano camminare in pari dignità» riflettono gli artisti «Il rapimento, il ricatto sessuale e psicologico, le botte: una costellazione di efferatezze che molti uomini compiono su molte, troppe donne. La violenza non si ferma con l’atto in sé, prosegue subdolamente in un clima sociale che spinge all’omertà e alla vergogna, che fruga pettegolo nei dettagli imbarazzanti, che condanna infine la donna per “essersela cercata”».
Di questo spettacolo, la critica teatrale Valeria Ottolenghi ha scritto: «Moltissimi gli applausi carichi anche di solidarietà, commozione, coinvolgimento emotivo […] Particolarmente toccanti alcuni momenti di smarrimento, di spavento di lei. Ma ben costruite anche alcune situazioni che sintetizzano altri pensieri e stati d’animo, a volte contraddizioni all’interno del mondo femminile: la moglie che protegge il marito, la madre che difende il figlio, ancora più profonde allora le ferite in chi, dopo la violenza, l’aggressione, avverte più vasta la solitudine, difficile pensare con serenità e fiducia al futuro».
«Spesso l’informazione riporta dati che ci lasciano storditi ma non chiamano all’azione» concludono Monica Morini e Bernardino Bonzani in merito allo spettacolo che si è aggiudicato il Premio 8 marzo indetto dall’Assessorato Pari Opportunità della Provincia di Parma «Il teatro ci mette nei panni dell’altro, è specchio potente dell’ombra che ci abita, tutti. È allenamento alla vita e ci spinge ad aprire gli occhi, a cambiare, a riconoscere lo stereotipo e comprendere la distorsione, anche sottile, all’interno della relazione. Il teatro è anche luogo dove i vivi elaborano insieme le ferite e si aprono a nuovi sguardi. Questo lavoro è nato in collaborazione con i centri antiviolenza ed è sconvolgente come molte spettatrici, dopo lo spettacolo, abbiamo trovato il coraggio di chiedere aiuto».
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/.
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