Dalle Lezioni di storia in musica al jazz, dai burattini alla scuola di teatro di Ert, fino a un viaggio nella “Passione Latina” e alle “Macchine come noi”
MODENA – Ad aprire la seconda parte della programmazione dei Giardini d’Estate è “Mystery train”, una “Lezione di Storia in musica” di Editori Laterza in calendario venerdì 4 settembre (ore 21). L’allestimento ripercorre il rapporto dell’America con il treno, tra racconti poesie e canzoni. Sul palco l’americanista Alessandro Portelli, che guida il racconto narrando la storia della ferrovia e introducendo letture e brani musicali; l’attrice Margherita Laterza, che legge alcuni estratti letterari e documenti storici e infine due musicisti, Gabriele Amalfitano, che canta e accompagna con la chitarra il racconto, e Matteo Portelli al basso e chitarra. Insieme mettono in scena questa originale “Lezione di Storia in musica”, chiamando a raccolta le voci di Nathaniel Hawthorne e Emily Dickinson, Woody Guthrie, Bruce Springsteen, Elvis Presley e Johnny Cash.
Il calendario prosegue sabato 5 sempre alle ore 21 con il recupero del concerto “Nico Menci in Choro Group Remember Ray Mantilla”, organizzato da Amici del Jazz nell’ambito di Modena Jazz Festival 2020: assieme al suo gruppo, il pianista bolognese Nico Menci propone i suoni tipici e ibridi del Choro, stile brasiliano nato intorno al 1870, con una dedica speciale a uno dei suoi maestri, ovvero il percussionista Ray Mantilla, scomparso da pochi mesi a New York.
Domenica 6 spazio agli allievi della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro con un reading creato appositamente per l’occasione. Guidati dall’attrice della Compagnia permanente di ERT Diana Manea, in “Notizie dall’ultramondo, Viaggio nelle Cosmicomiche di Italo Calvino” gli allievi si imbarcano in un viaggio oltre i confini della fantasia, alla scoperta dei mondi immaginati da Italo Calvino nella sua celebre raccolta “Cosmicomiche”.
Da venerdì 11 a domenica 13 un intero weekend dedicato ai burattini sotto il nome “In baracca con Alex”, il progetto di beneficenza nato nel 2016 in collaborazione con il Comune di Modena, l’associazione culturale modenese “I burattini della Commedia”, i bolognesi di “Fuori porta” oltre a Mattia Zecchi, Riccardo Pazzaglia, il “Maestro” Romano Danielli e Stefania Galliani moglie di Alex. Insieme per ricordare l’amico burattinaio Alessandro Barberini, scomparso nel 2014, che attraverso il suo lavoro ha portato avanti l’idea del valore anche terapeutico dell’arte del raccontare storie con “le teste di legno”.
Il primo appuntamento è venerdì 11 alle 18.30 con “I tre servi alla prova” con i burattini di Mattia Zecchi. Introducono lo spettacolo l’assessore Andrea Bortolamasi, il professor Lorenzo Iughetti e la dottoressa Monica Cellini (rispettivamente direttore e medico della Struttura Complessa di Oncoematologia Pediatrica e Pediatria del Policlinico di Modena) che presenteranno le attività 2020/2021 del progetto “In baracca con Alex”. Sabato 12 alle ore 18.30 “La Ginevra degli Almieri” con Romano Danielli, Mattia Zecchi, Marco Iaboli, William Melloni, Riccardo Pazzaglia, Moreno Pigoni e Grazia Punginelli. Ultimo appuntamento con i burattini del fine settimana è domenica 13 alle ore 18.30 con “Arlecchino cavadenti” della Compagnia L’Aprisogni, originariamente programmato a luglio e poi annullato per maltempo.
Nella stessa serata, domenica 13 alle ore 21.00, si potrà assistere al recupero di “Passione Latina” a cura del Salotto Culturale Aggazzotti. Un viaggio nel cuore del Sudamerica fra musica, tango, sentimento e nostalgia condotto dal violino di Gen Llukaci, la fisarmonica di Claudio Ughetti, le percussioni di Lele Barbieri e la voce di Sabrina Gasparini.
L’ultimo fine settimana ai Giardini, da venerdì 18 a domenica 20, è dedicato all’edizione 2020 del festivalfilosofia: all’interno della rassegna, ERT propone sabato 19 alle ore 22 la mise en espace “Macchine come noi” con cinque attori della Compagna permanente (Michele Lisi, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Cristiana Tramparulo, Giulia Trivero). Unendo la dimensione narrativa, divulgativa e di intrattenimento, l’allestimento si concentra sul punto di contatto tra uomo e macchina, portando in scena la mitologia, le problematiche e i dedali etici legati all’intelligenza artificiale.
La drammaturgia attinge da “Uomini e macchine intelligenti” (Adelphi, 1990) del fisico Jeremy Bernstein, passando per I, Robot di Isaac Asimov (Bompiani, 1963), “Machines Like Me” di Ewan McEwan (Jonathan Cape, 2019), La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni (La nave di Teseo, 2018) o ancora la saga galattica di Douglas Adam (Urania, a partire dal 1980), in dialogo con estratti documentari tratti dalla vita e dai progetti di Minsky ma anche dalle visioni commerciali di Steve Jobs.