Lilin chiude il festival invitando all’integrazione
FERRARA – Il bilancio di GialloFerrara.
Il festival letterario si è connotato ancora di più grazie a tutti gli autori che lo hanno sostenuto e alle centinaia di appassionati o semplici curiosi che hanno partecipato.
La speranza con cui Nicolai Lilin ha salutato la platea di GialloFerrara, ha messo in evidenza l’antica coesistenza tra cristiani e musulmani in Siberia, la sua terra d’elezione.
La convivenza tra popoli di radici religiose lontane è sempre possibile: «La cultura siberiana è una grande amalgama, fatta di asiatici, russi, mongoli – ha sostenuto l’autore russo – e neanche sembra appartenere a questo mondo. Le mie fiabe rappresentano un connubio di diverse filosofie, strade, modi differenti di intendere la realtà. L’importante è che non manchino l’educazione e il rispetto reciproco. L’arroganza non ci deve appartenere e l’altro non va offeso, ma ascoltato e capito. Nessuno deve imporre la propria visione, né lasciarsi sottomettere da quella altrui. In Siberia si mantiene un equilibrio dignitoso dell’esistenza».
Ne Il serpente di Dio (Einaudi) Lilin racconta di come gli europei, italiani compresi, non siano ancora abituati a una tale commistione perché le differenze spaventano, ma la paura dell’altro si può superare grazie alle parole giuste.
A tirare le somme della quarta edizione del festival è stato Alessandro Berselli, che ha accompagnato la manifestazione dagli esordi: «GialloFerrara è un’occasione strepitosa. Sappiamo che in Italia si legge pochissimo, ma è importante che la letteratura non rimanga un oggetto astratto e i lettori possano toccare con mano le penne che danno vita ai romanzi amati. In più si è affermato come uno dei festival che meglio interpreta il panorama contemporaneo e non solo italiano – ha sottolineato lo scrittore bolognese – dando spazio a voci e case editrici fuori dai trend di mercato».
È Clown Bianco, invece, il giovane editore ravennate che ha creduto nel concorso letterario dedicato a GialloFerrara, e ha voluto pubblicare in un’antologia i racconti dei dieci finalisti. Il volume si intitola Il gusto del giallo e comprende, oltre ai testi dei premiati anche le storie di Fabio Cremonini, Giuliano Fontanella, Mauro Frugone, Michele Govoni, Carlo Lamacchia e Roberto Van Heugten. Dopo un fine settimana intenso, gli appuntamenti della rassegna non si esauriscono: “Novembre in Giallo” prosegue con due incontri d’eccezione. Sarà Benedetta Tobagi a presentare Federico Varese, venerdì 17, alle 18, ospiti della libreria Ibs+Libraccio; mentre Matteo Strukul, che sarà in città sabato 25, sarà introdotto dalla giornalista Camilla Ghedini a Palazzo Crema, circondato dalle tele de “Le situazioni d’arte”, mostra inedita curata da Assicoop Modena&Ferrara e Unipol Sai, main sponsor del festival.
«GialloFerrara si è aperto con Carlotto e si avvia alla conclusione con Federico Varese, due approcci alla scrittura molto divulgativi – ha concluso Alessandro Tagliati, vicepresidente del Gruppo del Tasso – Se il primo crea le sue trame basandosi su inchieste giornalistiche reali, il secondo è un criminologo vero e proprio, che ha studiato la pervasività della mafia nel tessuto economico e sociale di tutto il mondo. Con il festival intendiamo fornire le chiavi per consentire ai ferraresi di masticare e digerire avvenimenti complessi come la cronaca del processo Aemilia».
(foto dello scrittore russo e qualche scatto ad hoc degli altri appuntamenti)