E’ stato infatti depositato presso il Tribunale di Rimini da parte dell’avvocato Moreno Maresi, a cui è stato affidato il patrocinio legale del Comune di Rimini, l’atto di costituzione che formalizza la volontà manifestata dall’ente all’indomani della brutale e spietata aggressione.
“Un atto doveroso – dichiarò l’Amministrazione comunale – per dimostrare vicinanza e sostegno a una giovane donna che è attesa da un lungo e non semplice percorso per riacquisire quella ‘normalità’ di cui è stata privata in maniera così drammatica e improvvisa.
Come Comune – proseguiva la nota – non abbiamo alcuna intenzione di far calare il silenzio su un episodio che ha indignato l’intera comunità e che rappresenta il caso più estremo ed eclatante di un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che serpeggia silenzioso anche nel nostro territorio. Dobbiamo prendere posizione per contrastare l’indifferenza, per dare coraggio a chi vive quotidianamente i soprusi e non riesce a denunciare, per testimoniare che c’è una comunità pronta a fare rete. Al pericolo dell’indifferenza si potrebbe contrapporre il rischio dell’emulazione, che si nutre di meccanismi psicologici impossibili razionalmente da comprendere. Quello che è certo è che non è il silenzio lo strumento per combattere questa piaga, ma è alzare la voce, parlare, raccontare e diffondere una più forte cultura del rispetto delle donne e contro ogni forma di violenza di genere, partendo dai giovani.”
“La costituzione di parte civile del Comune di Rimini – si legge nell’atto di costituzione depositato – viene svolta al fine di collaborare all’accertamento dei fatti e quindi per ottenere la condanna dell’imputato alle pene di legge per i delitti ascritti, nonché al risarcimento integrale di tutti i danni subiti dalla costituita parte civile, oltre al rimborso delle spese di costituzione. Perché appare evidente – si legge – che “appare configurabile in capo all’ente comunale un diritto soggettivo riferito alla prevenzione e repressione di ogni violazione che va ad incidere sulla tutela della libertà di determinazione della donna, essendo interesse concreto dell’ente preservare il proprio territorio da fenomeni riferibili a tali abusi.”
Un impegno – prosegue l’atto nella sua puntuale dissertazione – che è espressamente tra le finalità perseguite dall’ente contenute nel proprio Statuto e nelle tante azioni e progetti specificatamente rivolti alla tutela della figura femminile e contro la violenza di genere.
“Risulta evidente – prosegue la richiesta – come i fatti oggetto del presente procedimento, costituiscano un vulnus alle iniziative e all’impegno del Comune di Rimini proprio in relazione alla tutela delle donne da ogni forma di violenza, sia fisica che morale. Infatti sussiste sotto tale aspetto l’interesse del Comune di Rimini di preservare il territorio da negativi fenomeni come quelli posti in essere in danno di Gessica Notaro, avendo lo stesso ente territoriale riconosciuto la tutela di un bene giuridico ( libertà della donna e sua tutela da ogni forma di violenza ) come un proprio obiettivo. Da ciò consegue come la frustrazione delle finalità del Comune di Rimini può comportare un danno suscettibile di valutazione economica quantomeno sotto il profilo morale (lesione dell’interesse di garantire la libertà di autodeterminazione delle donne nonché della pacifica convivenza nell’ambito del territorio comunale).”
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