BOLOGNA – Quali sono i dubbi e le paure del cittadino medio quando si parla di famiglia con genitori gay? Che significato ha nell’immaginario comune l’espressione “famiglia normale”? Con “Geppetto e Geppetto” Tindaro Granata sviluppa una riflessione sul tema dell’omogenitorialità senza cadere nella retorica. La storia racconta della famiglia formata da Luca e Tony, che si amplia con l’arrivo del figlio Matteo. Le sfide della crescita in un nucleo familiare diverso da quello “tradizionale”, la perdita di una figura genitoriale, lo scontro che contrapporrà padre vedovo e figlio adolescente sono gli spunti che hanno portato alla scrittura dello spettacolo, in programma a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it), venerdì 8 alle ore 21 , sabato 9 alle ore 20 e domenica 10 aprile alle ore 17. In scena Alessia Bellotto, Gabriele Brunelli, Sebastian Luque Herrera, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli e lo stesso Tindaro Granata che torna così a Teatri di Vita dopo “Antropolaroid”. Lo spettacolo, prodotto da Teatro Nazionale di Genova e Proxima Res con la collaborazione del Festival delle Colline Torinesi, ha vinto numerosi premi: Premio Ubu, Premio Hystrio, Premio Franco Enriquez.
Anche “Geppetto e Geppetto” è nell’ambito della stagione “Fuori, casa” di Teatri di Vita, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia Romagna.
Luca e Tony stanno insieme, sono una famiglia. Ma l’unico modo per essere una famiglia davvero felice è aggiungere qualcosa a questa formula d’amore: un figlio. E così, come Geppetto senza una madre è riuscito a diventare padre, eccoli appagati con Matteo, figlio desiderato, creato, costruito. Tindaro Granata affronta uno dei nodi più dibattuti, quello dell’omogenitorialità, con poesia e con lucidità, senza retorica, affilando l’attenzione oltre la superficie. In scena un padre, dopo la morte del compagno, e il figlio ormai cresciuto: “è difficile essere figli di gay, ma è difficile anche essere genitori di figli normali”. Che cosa succede quando una famiglia si trova a fare i conti con sé stessa, affrontando la memoria e il lutto, gli stereotipi e l’unicità, affrontando il suo essere una famiglia normale e diversa al tempo stesso? Ecco allora Geppetto e Geppetto, padre e figlio uniti dal desiderio familiare e dall’assenza di una madre, e divisi dallo scontro generazionale e dalla distanza, da quel non-detto che consuma le famiglie dall’interno. Qualsiasi tipo di famiglia.
Tindaro Granata dopo l’esordio con Massimo Ranieri in “Pulcinella”, è stato diretto da diversi registi, da Rifici a Sinigaglia, e ha creato diversi spettacoli come “Antropolaroid” e “Invidiatemi come io ho invidiato voi”, aggiudicandosi numerosi premi a partire dal premio Mariangela Melato come attore emergente nel 2013, fino ad arrivare ai più recenti riconoscimenti con il suo terzo testo originale “Geppetto e Geppetto” (Premio Ubu come miglior novità drammaturgica nel 2016, Premio Hystryo, Premio Franco Enriquez).
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