Strumenti già utilizzati in precedenza, ma che nel periodo di pandemia sono stati utilizzati in maniera intensiva, strutturale, cogliendone le potenzialità e limitandone il più possibile i limiti. I risultati sono evidenti, se si confrontano i dati del 2020 rispetto all’ultimo anno pre-covid: più 50 post ogni mese, con una copertura media di mille persone, realizzazioni settimanali di video (tutorial, laboratori, conferenze, incontri) con più di seimila visualizzazioni. Una mole di lavoro che , oltre a garantire il servizio durante il lockdown, ci ha permesso oggi di avere un nucleo di contatti aumentato esponenzialmente, con molte più famiglie che seguono e si iscrivono ai canali social del Centro per le famiglie. Complessivamente, sono state infatti 2602 le presenze totali nel corso del 2020, distribuite tra le diverse aree di approfondimento.
Nascita e neogenitorialità
Sono i primi mille giorni di vita a determinare buona parte di chi saremo, da qui l’importanza di un accompagnamento ad una genitorialità consapevole. Sono stati 1250 i riminesi che hanno partecipato ai 15 percorsi attivati e ai 64 incontri realizzati dal Centro per le famiglie, con un aumento del 50% rispetto quello avuto nel corso dell’anno precedente, in presenza.
Il format dei percorsi online – gli incontri in presenza erano cessati a febbraio – ha visto l’alternarsi della psicologa del Centro per le famiglie con l’ostetrica del Consultorio familiare.
Relazioni familiari
637 le persone incontrate nel 2020, attraverso incontri ormai conosciuti e strutturati, come la “Cassetta degli attrezzi” o “Dedicato a mamma e papà”, gli appuntamenti serali dedicati ai genitori di bimbi tra i 3 e i 10 anni. Il passaggio alla modalità on line ha visto un cambio di format, con una struttura basata su “intervista – conferenza” e possibilità di intervenire con domande da casa.
Adolescenza
Fase già complicata di suo che, durante il lockdown, ha sofferto forse più di altre. 477 i familiari coinvolti su questa specifica tematica con consulenze specifiche, incontri serali (“adolescenti e genitori”), percorsi di photovoice e gruppi di parola per genitori adottivi con figli adolescenti.
Adozione
Gruppi per genitori adottivi a cui hanno partecipato 238 tra mamme e babbi riminesi. 5 Gruppi di parola per genitori, nonni e figli negli anni successivi all’arrivo del bambino, anche con la collaborazione dell’equipe adozione dell’ausl e le associazioni del territorio. Oppure percorsi di accompagnamento, divisi per fasce di età, sviluppati dalle psicologhe del Centro per le famiglie, per un totale di 32 incontri di gruppo.
Laboratori
Sono le attività svolte più a stretto contatto con i più piccoli. La stessa Maria Montessori, quando si riferiva al gioco dei bimbi, lo chiamava “lavoro”. Un vero e proprio tramite per scoprire sia il mondo esterno che quello interno, emotivo, relazionale, sociale. Le attività fatte con il personale del Centro per le famiglie sono pensate per essere poi riprodotte anche a casa dai genitori, sviluppando autonomia e partecipazione. Fino a quando è stato possibile i bimbi e i genitori sono stati accolti nello splendido chiostro dei Servi, per proseguire poi online. Sono state 1546 le visualizzazioni per la fascia laboratoriale compresa tra i 12 e i 36 mesi, 741 per quella trai 3 e i 6 anni.
Sportello Informafamiglie
Le famiglie utilizzano lo sportello per avere informazioni sui servizi del territorio dedicati alle famiglie. In particolare, 277 nuclei hanno chiesto informazioni sulle consulenze educative, 96 sui percorsi di mediazione, 15 su affidi e adozioni.
Consulenze genitoriali e alla coppia
Sono state 132 le famiglie seguite, per un totale di 318 colloqui, con un aumento rispetto l’anno precedente del 20% di accessi al servizio di consulenza psicologica.
Mediazioni familiari
72 le famiglie prese in carico, per un totale di 244 colloqui che, nel corso del 2020, un aumento netto del 40%.
Progetti esterni
L’attività del Centro per le famiglie non si concentra solamente nella bella cornice del chiostro dei servi e dell’ex convento. La professionalità del personale e l’interdisciplinarità dell’approccio, portano l’esperienza di psicologhe e pedagogiste in tutta la città. Un progetto particolarmente interessante è quello sviluppato con l’Amministrazione penitenziaria per le famiglie con padre recluso in carcere. La maggior parte dei destinatari, 160 quelli intercettati nel 2020, sono padri che si interrogano sulla propria relazione con i figli. L’aiuto che si cerca di portare è quello di aiutare anche questi papà nell’assumersi la responsabilità piena di questo ruolo, a partire dai bisogni dei bambini.
Il gruppo abbraccio è dedicato invece ai genitori di bimbi ricoverati in terapia intensiva neonatale, in particolare parti prematuri o bimbi con problemi di salute dalla nascita. Lo scorso anno è arrivata anche una importante donazione con 200 volumi di lettura dedicata ai più piccoli, a disposizione delle famiglie riminesi. Il cpf organizza anche gruppi di parola all’interno del reparto in collaborazione con il personale sanitario. Nel 2020, durante la pandemia, si è forzatamente interrotto l’incontro con i genitori, ma sono rimaste attive le collaborazioni tra professionisti, nell’ottica in particolare di favorire il passaggio delle famiglie in dimissione verso i servizi del Centro per le famiglie.
Un discorso a parte quello dei “Magnifici lettori volontari”, un gruppo di volontari che utilizza lo strumento del libro e della lettura per sostenere la genitorialità, chedecidono di regalare le loro voci e le loro storie soprattutto a chi rischia di essere maggiormente escluso o ai margini.
“Sono le famiglie riminesi, con la loro partecipazione attiva – evidenzia Kristian Gianfreda, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini – le vere protagoniste della vita del Centro per le famiglie di piazzetta dei Servi. Un luogo che, da fisico, si è saputo reinventare anche in chiave virtuale, sfruttando al massimo le potenzialità dei social per continuare ad offrire i propri servizi e non lasciare solo nessuno. Quello del lockdown è stato un periodo che ha messo a dura prova le relazioni famigliari, i genitori e il mondo degli adolescenti. Lo dimostra il fatto che proprio garantendo le relazioni, seppure a distanza, abbiamo aumentato il numero di persone che oggi ci seguono. Più in generale, stiamo impostando servizi e strutture cercando di valorizzare il contributo attivo delle famiglie, non più intese come semplici terminali dei servizi, ma come veri e propri protagonisti degli stessi, in un’ottica partecipativa e inclusiva. Se dal loro benessere deriva quello della comunità intera, allora vorrei che il Centro per le famiglie diventi sempre più un luogo di incontro e confronto con tutte le anime dell’amministrazione e della città, aiutando a sviluppare politiche e servizi a misura di famiglie”.
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