Gender Bender 2023 dal 31 ottobre all’11 novembre a Bologna

62

BOLOGNA – La prima europea di Acsexybility, il documentario brasiliano di Daniel Gonçalves che esplora la sessualità delle persone con disabilità, il decennale di Hope Hunt, capolavoro di Oona Doherty, Leone d’Argento alla Biennale Danza, celebrato dall’interpretazione di Sati Veyrunes, la danza di Gaya de Medeiros, coreografa trans fuggita dal Brasile di Bolsonaro: sono solo alcuni degli appuntamenti inseriti nel cartellone della 21esima edizione di Gender Bender, il festival che ospita ogni anno artiste e artisti da tutto il mondo per esplorare gli immaginari culturali e artistici legati al corpo e al genere, in programma a Bologna dal 31 ottobre all’11 novembre 2023. Gender Bender ha un respiro internazionale e una vocazione interdisciplinare: attraverso i diversi linguaggi della produzione artistica – danza, arti visive, cinema, letteratura – censisce prospettive originali e le mette a confronto, stimolando il dialogo sulle tematiche dei generi, dei corpi, dei desideri, intercettando le nuove rappresentazioni delle identità e degli orientamenti sessuali. Gender Bender celebra la diversità e promuove una cultura di convivenza delle differenze: attraverso il suo articolato programma di spettacoli, proiezioni, workshop e incontri, offre una piattaforma per il dialogo e per l’esplorazione e la rappresentazione di esperienze di genere non convenzionali.

Il festival è diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli, ed è prodotto da Il Cassero LGBTI+ Center di Bologna, la storica associazione no profit di promozione sociale che da sempre investe parte delle proprie risorse nel progetto. Il progetto è inoltre sostenuto dal Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, MIC, Unione europea e da sponsor privati.

Così nelle parole dei direttori artistici: “Questa edizione invita trasversalmente pubblico, artiste e operatori a riconoscere le impronte lasciate in noi dagli altri, intese come le memorie che archiviamo nei nostri corpi o come quei repertori condivisi di movimenti e gesti che costituiscono le nostre storie personali. Per giungere infine a rileggere e indagare i miti e gli archetipi fuori schema, o per riscriverne le storie”.

Per la SEZIONE DANZA dell’edizione 2023, a Gender Bender prima nazionale per Ida don’t cry me love (2 novembre), lo spettacolo della coreografa belga Lara Barsacq, un manifesto femminile ispirato a IDA Rubinstein, musa di Sergej Djagilev e leggendaria danzatrice dei balletti russi; prima nazionale anche per Atlas da Boca (7 novembre), spettacolo selezionato per Aerowaves 2023 della coreografa brasiliana Gaya de Medeiros, che porta in scena due persone trans*, esplorandone i corpi attraverso l’elemento fisico e simbolico della bocca, spazio di intersezione tra la parola, l’identità e la voce. Con ironia e profondità lo spettacolo intervalla momenti di dialogo, racconto e danza che uniscono il piano pubblico al privato, l’erotico al politico. Gaya de Medeiros è una coreografa trans* e produttrice brasiliana, emigrata a Lisbona nel 2019 dopo la vittoria elettorale in Brasile della destra di Bolsonaro. Lì ha fondato BRABA, una piattaforma che favorisce l’incontro tra persone trans* e non binarie nel mercato del lavoro artistico e che ne promuove e sostiene i progetti creativi.  Fa tappa a Gender Bender anche Hope Hunt and the ascension into Lazarus, acclamato lavoro della coreografa irlandese Oona Doherty, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021. Nel decennale dal debutto di questo suo celebre spettacolo, la coreografa lo affida a due nuove interpreti. In particolare, è la danzatrice francese Sati Veyrunes a portarlo in scena a Gender Bender.  Tra danza, teatro e denuncia sociale, Oona Doherty decostruisce lo stereotipo della mascolinità misogina della classe operaia irlandese (11 novembre). Volge lo sguardo invece alle proteste della comunità afroamericana di Los Angeles Nulle part est un endroit (3 e 4 novembre), lo spettacolo di Nach, nome d’arte della coreografa francese di origine senegalese Anne-Marie Van. Riflettori puntati sul krumping, una danza iniziata a circolare attorno ai primi anni 2000 nei sobborghi di Los Angeles: nasce da una forma di protesta della comunità afroamericana, un linguaggio del corpo che rappresenta e riproduce, per denunciarla, la violenza subita: nella sua conferenza spettacolo, Nach fonde quel linguaggio e lo contamina con la altre estetiche che hanno connotato il suo percorso, dal flamenco alla danza Butô. Guardano all’esoterismo e al mito altri due assoli che si incontrano nel cartellone di Gender Bender: il primo è I’ll do I’ll do I’ll do (4 e 5 novembre), spettacolo di Dewey Dell con Teodora Castellucci, un rito magico, un sabba dominato da una misteriosa dea-performer. Un viaggio di ascesa celeste o discesa infernale dell’anima fuori dal corpo, che cita tra le fonti di ispirazione Storia Notturna di Carlo Ginzburg; l’altro è Cuma (10 e 11 novembre) di Michele Ifigenia/Tyche, un potente solo coreografico ispirato alla figura della sibilla cumana che viene evocata in chiave contemporanea attraverso il corpo nudo della danzatrice-profetessa. Torna a Gender Bender Aristide Rontini, performer e coreografo che nel 2020, insieme ad altri artisti italiani con disabilità, fonda Al.di.Qua. Artists, un gruppo di nuova costituzione che difende l’autonomia e i diritti degli artisti disabili in Italia. Al festival porta Lampyris Noctiluca (5 e 6 novembre), spettacolo vincitore di Rifrazioni, bando ministeriale dedicato all’accessibilità dello spettacolo dal vivo in Italia, in cui mette in scena il suo corpo in dialogo con l’eredità di Pier Paolo Pasolini.

Prima nazionale a Gender Bender per Epic Everyday (8 e 9 novembre), lo spettacolo dell’inglese TC Howard prodotto assieme alla comunità del progetto europeo Performing Gender – Dancing In Your Shoes. In scena il prodotto di tre anni di laboratori, durante i quali la comunità – composta da persone di differenti culture, età e esperienze di danza – si è confrontata sui temi dell’identità e del genere. Sempre all’interno di Performing Gender anche Crowded Bodies (10 e 11 novembre) di Daniele Ninarello, lavoro frutto di un percorso laboratoriale di creazione condivisa tra il coreografo e la comunità bolognese del progetto europeo. Ninarello è presente anche con NOBODY NOBODY NOBODY It’s Ok Not To Be Ok (7 e 8 novembre), lavoro presentato nel 2020 in forma di studio proprio a Gender Bender e selezionato dalla NID_New Italian Dance Platform 2023:partendo dall’esperienza autobiografica di bullismo subito da adolescente, il coreografo esplora la vulnerabilità del corpo bullizzato e i segni che la cultura della violenza e dell’offesa hanno lasciato su di esso.Vengono infine dall’albo d’oro di DNAppunti Coreografici, il progetto di sostegno per giovani coreografi italiani under 35, le creazioni che chiudono il cartellone danza di Gender Bender: si tratta di Irene (5 e 6 novembre), spettacolo di Alessandro Marzotto Levy, vincitore DNAppunti Coreografici 2022, e di Pas de deux (3 e 4 novembre), di Jari Boldrini e Giulio Petrucci, progetto selezionato dalla NID_New Italian Dance Platform 2023 e vincitore di DNAppunti Coreografici 2021. Tra i lavori selezionati dalla NID 2023, anche Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose che si interroga sulle tecniche ideate e messe a punto in particolare da Merce Cunningham e José Limón e su alcune modalità della danza di Trisha Brown, in un’indagine e riscoperta dei loro contenuti dinamici, qualitativi, compositivi, posturali.

La SEZIONE CINEMA vede la prima europea di Acsexybility (Brasile 2023) di Daniel Gonçalves, il documentario che esplora la sessualità delle persone con disabilità e che attraverso un racconto in prima persona tenta di decostruire il pregiudizio che le vuole asessuate, angeliche e prive di desideri (8 novembre). L’audace rappresentazione dell’androginia e la totale libertà nell’esplorare la sessualità e la fluidità sono i temi dell’iconico film The Rocky Horror Picture Show (USA 1972) di Jim Sharman, ancora oggi, dopo mezzo secolo dalla sua uscita, pietra miliare della cultura pop (31 ottobre). Gender Bender lo ripropone in questa edizione per celebrarlo assieme alla comunità bolognese. La scoperta del proprio corpo e della propria sessualità sono affrontate anche da Big Boys (USA, 2023), interessante film di Corey Sherman (5 novembre). Ugualmente Piaffe (Germania, 2022) di Ann Oren, indaga l’identità, la sessualità e la fluidità, ma attraverso il tema della metamorfosi fisica e della commistione tra umano e animale (11 novembre). Una storia intima e preziosa che dà voce e dignità alle identità intersex è Who I am not (Romania-Canada, 2022), che vede il debutto alla regia dell’attrice rumena Tünde Skovrán (10 novembre). L’amore e le sue declinazioni sono invece il focus di Le Paradis, film di Zeno Graton (Belgio-Francia, 2023) che racconta di un amore travagliato in un centro di detenzione minorile (3 novembre) e di All the colours of the world are between black and white (Nigeria, 2023), di Babatunde Apalowo in cui Lagos, energica e caotica città della Nigeria, fa da sfondo alla tormentata storia d’amore tra due ragazzi (4 novembre). Lo sguardo dei bambini e delle bambine sul mondo e le loro parole per descriverlo sono assoluti protagonisti del sorprendente documentario di Sophie Chiarello, Il cerchio (Italia 2022), vincitore del David di Donatello 2023, delicato e toccante racconto di crescita di una classe elementare di Roma, seguita dalla regista per ben cinque anni (9 novembre). L’arte drag e la protesta politica sono al centro di Queendom (Usa-Francia, 2023) documentario della regista Agniia Galdanova che racconta la vita di Gena, eccentrico artista queer nella Russia di Putin (3 novembre). Donne combattenti sono al centro di Darvazeye Royaha (Dream’s Gate) (Iran, 2023) dell’iraniana Negin Ahmadi, che si è recata nella zona di guerra della Siria settentrionale per documentare la vita delle donne dell’YPJ, la milizia femminile curda che combatte contro l’ISIS (7 novembre). La forza delle donne è anche quella di ritagliarsi una carriera di successo in un settore a maggioranza maschile, così come descritto nel documentario di Elena Avdija, Cascadeuses (Stuntwomen) (Svizzera, 2023) in cui Virginie, Petra ed Estelle diventano tenacemente stuntwomen, professione in passato prerogativa degli uomini (11 novembre). E in una chiave tutta femminile il regista di culto Bertrand Mandico in She is Conann (Francia-Belgio, 2023) reinterpreta il celebre eroe-barbaro protagonista delle avventure create da Robert E. Howard (10 novembre). Completano la sezione cinematografica, Little Richard: I am everything (USA, 2023) di Lisa Cortés, documentario sulla vita e l’opera di Richard Penniman, in arte Little Richard, sulla storia delle origini queer e nere del rock and roll (1 novembre) e The life and strange surprising adventures of Robinson Cruso (Belgio, 2023) di Benjamin Deboosere, surrealista, sovversivo e irriverente film che riscrive la storia di Robinson Crusoe con un cast interamente composto da attrici nere (4 novembre).

Inaugura la SEZIONE INCONTRI, alla presenza degli autori Huw Lemmey e Ben Miller in conversazione con Valentina Pinza, la presentazione di Bad gays. Crudeli e spietati: una storia omosessuale, libro pubblicato da Il Saggiatore che racconta alcune tra le figure omosessuali più controverse e crudeli della storia, da Alessandro Magno a Ernst Röhm, da Margaret Mead a Lawrence d’Arabia (1 novembre ore 18.30 DAS). Si prosegue con la presentazione di Vive! di Alessandra Sarchi che, in questo lavoro edito per HarperCollins, decide di salvare alcune delle donne più famose della letteratura occidentale dal loro destino fatale; dialoga con l’autrice Samanta Picciaiola (3 novembre ore 18.30 DAS). Il femminismo come forma di critica dell’ordine sociale nella sua globalità è il tema che Chiara Bottici affronta nella suo ultimo libro pubblicato per Laterza, Nessuna sottomissione, che presenta il 7 novembre alla Biblioteca Renzo Renzi; mentre Maria Chiara e Elena Paolini, note sul web come Witty Wheels, approdano a Gender Bender con un fumetto edito da Laterza, Che brava che sei! 8 storie di abilismo quotidiano: otto storie che con intelligenza e ironia svelano i pregiudizi e l’oppressione strutturale che circondano ogni giorno le persone disabili. Le autrici dialogano con Aristide Rontini (8 novembre ore 18.30 DAS). Autoritratto in 3 atti è una lecture-performance di Diana Anselmo, in cui due video-proiezioni e uno speech invitano a riflettere in maniera critica sulle identità e le storie dei corpi con disabilità. Nel primo filmato l’attivista e performer sordo Diana Anselmo racconta la sua esperienza ponendo al centro della sua opera lo sguardo: da quello subito e disabilitante dell’esterno a quello autodeterminato di chi vuole essere artefice della propria narrazione. Nel secondo il video-manifesto di Al.Di.Qua Artists, prima associazione europea di artiste e artisti con disabilità, ribadisce l’esigenza di nuove narrazioni che partano dalle soggettività interessate (8 novembre ore 18:30 DAS). Davide Piacenza in conversazione con Vera Gheno presenta La correzione del mondo, edito per Einaudi, in cui l’autore si districa tra le esagerazioni, le minimizzazioni e la propaganda che inquinano il dibattito sul tema del politicamente corretto (2 novembre ore 18.30 DAS).

Compongono la SEZIONE ARTI VISIVE due esposizioni: Hunter filmed è l’opera di Oona Doherty e Luca Truffarelli che traduce lo spettacolo di Doherty, Hope Hunt & The Ascension Into Lazarus, in un’installazione audiovisiva onirica (dal 31 ottobre all’11 novembre, ingresso gratuito, DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, dalle 15 alle 21). A corpo libero. Esplorazioni sul desiderio è la mostra-installazione a cura di Gruppo Elettrogeno, Blubanana Studio e Coop. Accaparlante con gli scatti realizzati da Anna Pierobon nella primavera del 2023 in occasione di un percorso laboratoriale rivolto a educatori, educatrici, animatori e animatrici con disabilità del Progetto Calamaio della Cooperativa Accaparlante (dal 2 al 5 novembre, ingresso gratuito, PARSEC, dalle ore 16 alle 20).

Chiudono la programmazione i party al Cassero LGBTI+ center.

Gender Bender è prodotto dal Cassero LGBTI+ Center.

Con il patrocinio di: Ministero Italiano della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo, Regione Emilia-Romagna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

È realizzato con il contributo di: Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero Italiano della Cultura, Fondazione Del Monte di Bologna e di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione Unipolis, Hera, Legacoop
Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione Nuovi Mecenati, Idros, Busker.

Partner: Settore Musei Civici Bologna – MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna, Cineteca di Bologna, Teatro del Baraccano, DAMSLab dell’Università degli Studi di Bologna, Teatro del Baraccano, Ateliersì, DOM – La cupola del Pilastro/Laminarie, DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, Centro di Documentazione Flavia Madaschi, La Baracca – Teatro Testoni Ragazzi, Ater Fondazione, Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno, Teatro dell’Argine, ITC, CSGE – Centro Studi sul genere e l’educazione – Università di Bologna, ASC InSieme – Unione Comuni valli Reno, Lavinio, Samoggia, ERT – Teatro Nazionale, Virgilio Sieni Centro Nazionale di produzione, CSC Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale, Romaeuropa Fondazione, Triennale Teatro dell’Arte, BiG Bari International Gender Film Festival, Festival Mix Milano, Florence Queer Festival, Immaginaria International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, Associazione Orlando, Sardinia Queer Film Festival, Sicilia Queer filmfest, Some Prefer Cake, Comunicattive, Associazione Luki Massa, Anfibia, Leggere Strutture, Bologna Welcome, Igor Libreria, Senape Vivaio Urbano, Libreria Trame, La Confraternita dell’Uva, Libreria delle Donne di Bologna, Patto Per la Lettura di Bologna, Ikona, Università di Parma, Alliance Francaise di Bologna, Spazio Labo’, TPO, Palazzo Bentivoglio, Parsec, HarperCollins, Il Saggiatore, Laterza, Blubanana studio, Gruppo Elettrogeno, Accaparlante, Comitato Lovegivers.

Media partner: La Falla, Neu Radio, Cinefilia Ritrovata, Radio Città Fujiko.

Digital partner: Craq Design Studio.

Gender Bender è riconosciuto come festival di qualità da EFFE Festival for Europe, Europe for Festivals.

https://genderbender.it/