PIACENZA – E’ stato presentato giovedì 14 marzo all’Auditorium Annalisa Mannella del Conservatorio Nicolini il volume Geminiano Giacomelli dalla corte dei Farnese alla scena internazionale. Un incontro dal titolo Cantare all’udito e cantare al cuore con Mariateresa Dellaborra, Patrizia Florio e Patrizia Radicchi, docenti del Nicolini e curatrici del volume.
La pubblicazione – che fa parte dei Quaderni del Conservatorio «Giuseppe Nicolini» di Piacenza (n. 3), edita da ETS (2018) – contiene gli atti, frutto di un ampio lavoro di ricerca, della Giornata di studi su Giacomelli svoltasi al Conservatorio di Piacenza il 20 maggio 2016 e patrocinata da Società Italiana di Musicologia e Centro Studi Farinelli Bologna; tale ricerca ha ricevuto l’adesione di diversi studiosi con l’obiettivo di indagare la produzione del compositore in relazione alla sua epoca, alla prassi vocale e agli interpreti, veicoli sublimi del gusto di un virtuosismo canoro che, unendo alla leggerezza il sentimento, è stato capace di incantare il pubblico internazionale.
L’incontro è stato introdotto dal vicedirettore del Nicolini Manuela Dalla Fontana: “questa è una giornata importante, che vede la restituzione degli atti di un fondamentale lavoro dal punto di vista musicologico; il ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione, caratterizzata da qualità e professionalità. La presenza di lavori di ricerca artistica all’interno del Nicolini è fondamentale, soprattutto in vista di una possibile apertura del terzo livello di formazione universitaria per i Conservatori italiani”.
“Altro aspetto da sottolineare – ha aggiunto Patrizia Radicchi, coordinatrice dei Quaderni del Conservatorio e membro del Comitato di redazione – è l’ importanza della ricerca abbinata a progetti di carattere artistico, come nel caso del laboratorio Barocco che ha allestito l’opera di Giacomelli in forma concertistica ai Teatini nel 2016”.
Mariateresa Dellaborra, membro del comitato scientifico, ha posto l’accento sui progetti futuri: “coniugare la musicologia e, in questo caso specifico, la filologia musicale con l’aspetto pratico (esecuzione secondo una prassi documentata) si è rivelato così proficuo da indurci ad avviare nuove produzioni, una delle quali si concretizzerà proprio alla fine di questo anno accademico”.
Patrizia Florio, curatrice del volume, ha aggiunto come il lavoro di ricerca svolto sulle opere di Giacomelli “abbia consentito di riscoprire un musicista di grande rilievo, che inspiegabilmente è stato dimenticato. Apprezzato da Vivaldi e Haendel, le fonti musicali che tramandano le sue opere sono disseminate nelle grandi biblioteche di tutta Europa. Alcune arie in particolare, cantate dal famoso Farinelli, hanno avuto una grandissima diffusione”.
Il volume fa riemergere la figura di un compositore piacentino che per anni è stato completamente dimenticato, pur avendo in vita ottenuto grandi successi internazionali. La carriera operistica di Geminiano Giacomelli (1692-1740) si estende nell’arco di quindici anni (1724-1739), per un totale di 22 opere teatrali, collocandosi in un periodo di grande trasformazione del gusto e della vocalità. Il compositore della corte farnesiana, parmigiano di nascita (Colorno, 1692), visse e operò a Piacenza (numerose sue composizioni e opere furono scritte appositamente per l’esecuzione presso palazzi piacentini); favorito dalla rete di relazioni diplomatiche dell’aristocrazia italiana, seppe inserirsi in una stagione della storia musicale in cui si assistette all’emergere di una schiera di cantanti di grido di scuola napoletana che, con le loro abilità virtuosistiche, seppero accrescere il gusto del meraviglioso e la piacevolezza dell’effimero sonoro. Fu “il divino” Carlo Broschi detto Farinelli a rendere celebri alcune arie, oggetto di rimaneggiamenti e trapianti in opere di Händel e Vivaldi. Se la prassi del riutilizzo e del prestito può essere assunta a testimonianza tangibile di indubbia stima coeva, proprio quella consuetudine allora consentita fu causa, per Giacomelli, di seriori appropriazioni che ne hanno oscurato, fino a tempi recenti, la vera identità.
L’evento si è inserito all’interno degli “Incontri in Bibliotec@” del Conservatorio Nicolini, rassegna a ingresso libero e gratuito curata da Patrizia Florio.
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