Coordinerà l’incontro Adolfo Sebastiani (Presidente dell’Accademia), con introduzione di Massimiliano Mella (Università di Ferrara). In programma interventi di Luigi Pepe (Università di Ferrara) su ‘Monge e l’Italia: due secoli dopo’; Alessandra Fiocca (Università di Ferrara) su ‘Monge e la geometria’; e del Maggiore Christian Costantini, comandante del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Venezia su ‘Il Comando Carabinieri per la tutela dei beni culturali, compiti, funzioni e recuperi’.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Gaspard Monge (1746-1818), del quale ricorre il secondo centenario della scomparsa, fu per molti versi molto legato all’Italia. Le sue prime memorie sulle equazioni alle derivate parziali furono pubblicate sugli Atti della Società Reale di Torino. Nel 1796-97 fece parte della Commissione per le scienze e le arti della Repubblica francese, incaricata dei prelievi in Italia di quadri, sculture, libri e oggetti artistici e scientifici, in base ai trattati stipulati con le potenze che avevano dichiarato guerra alla Repubblica ed erano state sconfitte dal generale Bonaparte. Tra i prelievi vi furono numerosi quadri del Guercino a Cento, la Trasfigurazione di Raffaello, l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte a Roma. Nel 1798 Monge fu a Roma dove diede la costituzione alla Repubblica Romana, mettendo fine al potere temporale dei papi. Da Roma partì per l’Egitto per la famosa spedizione che doveva segnare un nuovo inizio degli studi sulle antichità egiziane. L’insegnamento della geometria descrittiva, creato da Monge è stato alla base degli insegnamenti geometrici in Italia per un secolo e mezzo, nelle università, nelle scuole militari, nelle accademie delle belle arti. I manuali di geometria analitica usati nelle università devono anch’essi molto alla sistemazione della disciplina operata da Monge alla fine del Settecento. L’ultima Medaglia Fields, una specie di premio Nobel per la matematica, è stata assegnata nel 2018 a un italiano, Alessio Figalli, per i suoi studi sull’equazione di Monge Ampère. Il rientro delle opere d’arte dalla Francia in Italia nel 1815, segnò l’inizio di una nuova fase di tutela dei beni culturali da parte degli stati, a cominciare dalla Stato pontificio, oggi affidata a un Comando specializzato dell’Arma dei Carabinieri. Due interventi marginali di Monge in Italia hanno lasciato un segno duraturo: l’indipendenza della repubblica di San Marino, minacciata nel Settecento dall’espansione dello Stato della Chiesa e la prima memoria scientifica sulla preparazione del più celebre formaggio italiano, il Parmigiano.
Nel corso della riunione all’Ariostea verranno presentati per la prima volta i prelievi di opere d’arte, libri e manoscritti in Emilia nel 1796, realizzati dalla commissione della quale Monge faceva parte, sulla base di documenti originali conservati negli archivi francese. Monge fu a Ferrara due volte nella primavera e nell’autunno del 1796, prelevò dalla Biblioteca Ariostea due incunabuli di alta epoca, ma lasciò nelle chiese quadri e sculture. A Cento invece sequestrò ben dodici quadri del Guercino, del Gennari, di Ludovico Carracci. Da Bologna portò via la Santa Cecilia di Raffaello, numerosi quadri di scuola emiliana, i manoscritti di Aldrovandi. Saranno illustrati il quadro normativo che sta dietro questi prelievi e le scelte culturali e pratiche dei Commissari.
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara
Il calendario completo degli eventi e delle attività culturali, aperti liberamente a tutti gli interessati, in programma nelle biblioteche e archivi del Comune di Ferrara su: http://archibiblio.comune.fe.it
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