Chiude il Festival “Le Donne in scena”, venerdì 1 e sabato 2 aprile alla Casa delle Storie di Reggio Emilia
REGGIO EMILIA – Di importanti figure femminili se ne è parlato per tutto il festival “Le Donne in scena”, organizzato da Dina Buccino, in collaborazione con Teatro San Prospero – On Art e altre realtà reggiane e che ha visto come protagoniste attrici, autrici, artiste poliedriche, che hanno messo in scena “il femminile” con tutte le proprie sfaccettature.
A chiudere il festival non può esserci nulla di più appropriato che uno spettacolo che narra di più donne insieme. Donne che hanno lasciato le loro orme nella storia tra libri, narrazioni, racconti. Donne che hanno, o hanno avuto, una vita che merita di essere raccontata: o per approfondire il loro percorso, o per scoprire quelle il cui nome è ad alcuni sconosciuto ma non meno importante.
Venerdì 1 e sabato 2 aprile alle ore 21 alla Casa delle Storie, “Fuochi. Ragazze ribelli, coraggiose e libere” del Teatro dell’Orsa, di e con Monica Morini, al pianoforte Claudia Catellani, collaborazione Annamaria Gozzi, regia di Bernardino Bonzani.
Fuochi ci porta all’origine, con Antigone, l’antenata greca protagonista delle opere di Sofocle che per prima ha la forza di disobbedire in nome della giustizia, che si è ribellata al suo destino imposto mosso da una forte voglia di combattere, per incontrare un destino diverso. “Dal mito alla vita”, su uno stesso filo immaginario e atemporale camminano Rosa Parks, l’attivista statunitense figura-simbolo del movimento per i diritti civili che con la sua disobbedienza porta a cambiare la legge sugli autobus dell’Alabama, Malala Yousafzai, il più giovane Premio Nobel per la pace, che con la sua fiducia e tenacia è riuscita a combattere per il diritto all’istruzione – bandito da un editto dei talebani – delle donne della città di Mingora, per permettere che la didattica fosse diritto per tutti. E ancora Samia Yusuf Omar campionessa olimpica che, inseguendo il sogno del diritto allo sport, lascia la Somalia in guerra e compie il grande viaggio sui barconi del Mediterraneo per correre alle olimpiadi di Londra. O Nellie Bly prima giornalista ad inventare la scrittura d’inchiesta.
Tutte donne libere che hanno aperto nuove strade, anche per noi, e mandato in frantumi pregiudizi di secoli. Fuochi di luce che ci riscaldano e ci incoraggiano.
«La geografia delle antenate del passato e del presente è una mappa di forza generativa, di esplosione verso il cambiamento possibile» riflette Monica Morini «Il patriarcato ha negato, nascosto, silenziato la voce delle donne. Raccontare è riparare i traumi. Scegliere le parole è un atto politico, scovare le storie cucite dentro le pieghe della storia o annegate nell’oblio dentro i libri scritti da soli uomini è rovesciamento di prospettiva. Occorre riabitare il linguaggio per raccontarle, per raccontarci, per dire chi siamo, da dove veniamo. Per raccontare il presente, per ribaltare le storture. Le parole ci pensano, la cura delle parole è una forma di intelligenza che tiene insieme i pezzi. Il patriarcato la teme. L’intelligenza del sentire frantuma le gerarchie del potere, perché non le riconosce. Credo profondamente nell’agire trasformativo delle donne, perché è in loro la capacità di costruire relazioni, la propensione non a classificare e riordinare il mondo ma a riconoscerlo come luogo dei viventi».
Conclude la direttrice artistica del Teatro dell’Orsa: «La rivoluzione è sempre culturale. Parte anche dalle parole che possono imprigionare o liberare il sentire. Sogno un mondo di uomini liberi di sentirsi teneri e premurosi e di donne audaci e coraggiose che non devono difendersi da chi le vuole obbedienti e silenziose. Come ci ricorda la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, dovremo essere tutti femministi. Battersi per la parità sociale, economica, politica tra i sessi è a vantaggio di ogni abitante del pianeta».
Info e prenotazioni:
orsa@teatrodellestorie.com – 351 5482101
Biglietto: intero 12 Euro, ridotto 10 Euro