Venerdì 9 marzo 2018 alle ore 17.30 il libro sarà presentato presso il Museo della Città “Luigi Tonini” – via L. Tonini n. 1 Rimini
Dialogheranno con l’autrice Carlo D’Adda, Professore Emerito dell’Università di Bologna, e Angelo Battistini, psichiatra e psicoanalista.
È stata tutta luce è la storia di un incontro, la storia di un amore. Un “memoir” nato dopo anni di scavo e di lungo lavoro, denso di notazioni personali e aneddoti famigliari, viaggi, gioie, delusioni, dissensi e riappacificazioni, il tutto mentre prende vita una famiglia composta da due figli e due figlie.
Ritratto di un marito speciale, Nino Andreatta, e attraverso di lui la fotografia di una classe dirigente impegnata che ha cercato di portare il proprio paese, così maltrattato dagli stessi italiani, nel novero delle grandi potenze mondiali. La radiografia di un grande personaggio scritta con sincerità, senza preoccuparsi troppo di omettere dettagli e passaggi di cui qualcuno avrebbe potuto risentirsi. Fotogrammi della società a comporre un pittoresco quadro di fatti minuti molto vitali, cui fa da sfondo mezzo secolo di storia del nostro Paese.
Una memoria dolce e struggente custodita per anni nei cassetti, liberata con esitazione e pudore solo dopo i consigli di molti amici. Ma è anche la storia di quello che poteva essere lo sprofondare in un buco nero, nel momento in cui il compagno di una vita intensamente vissuta insieme cade vittima di un coma che, senza risveglio, lo porterà alla tomba sette anni dopo, e che è stata invece la rivelazione di un risvolto inatteso, della possibilità di continuare un dialogo a una sola voce che ricombina i ricordi, ne cambia il valore, illumina di gioia tutta l’esperienza e non cessa con la morte per prolungarsi viva e attuale ad ogni nuovo giorno.
Romano Montroni così commentò l’uscita del libro “Ecco un libro bellissimo in ricordo di un uomo straordinario e amatissimo (…) Nino Andreatta – brillante economista, illustre esponente Dc e abile Ministro – si distingueva per qualità umana, raffinatezza di pensiero, intelligenza e visione del futuro (…) Rivive in queste pagine attraverso il racconto appassionato e commovente della moglie: piccoli lampi di ironia e gusto per i dettagli e, intrecciando pubblico e privato, rende onore al merito di un servitore dello Stato (…) che ha sempre preferito la discrezione e l’operosità al presenzialismo e all’aggressività. Emerge anche il ritratto di una famiglia molto unita, che ha affrontato la tragedia del malore e dei sette anni di coma – uno spaccato di vita della borghesia illuminata che si legge come un romanzo”.
Giana Petronio, di famiglia triestina con ascendenti cosmopoliti, vive gli anni formativi a Milano. Spinta da un generico desiderio di andare in qualche modo incontro ai bisogni dell’uomo, si laurea in Scienze Politiche con una tesi sull’armonizzazione delle politiche sociali nel Mercato Comune, poi sperimenta la sociologia, acquisisce un master in antropologia per approdare alla Specializzazione in Psicologia. Insoddisfatta di queste esperienze, viene tentata dall’avventura della psicoanalisi, dove trova finalmente il suo pieno appagamento, con un percorso leggibile che dalle istituzioni sovrastatali si avvicina sempre più all’uomo e alla sua interiorità. Membro da decenni della Società Psicoanalitica Italiana e dell’IPA, ha collaborato con la rivista Intersezioni del Mulino, ha pubblicato articoli su varie riviste specialistiche, contributi in volumi collettanei e un libro sull’ambiguità maschile/femminile intitolato Identità nascoste, quasi una detective story tra letteratura e psicoanalisi. All’Università di Bologna ha tenuto Corsi di psicologia dinamica alla facoltà di Magistero e seminari alla Scuola di perfezionamento in Psicologia Medica.
Frontespizio
“Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L’etimo della parola “frontespizio” (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specĕre ‘guardare’), evoca l’atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all’arte della scrittura.La presenza in sala dell’autore è dunque un’occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l’impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano “Frontespizio”, agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un’architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d’ingresso al testo.”
Massimo Pulini
Tutto il programma di “Frontespizio4. Piccola rassegna di libri nuovi” su http://www.museicomunalirimini.it/mostre_eventi/agenda/pagina1003.html
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