Freud e il caso di Dora dal 4 al 12 febbraio al Teatro delle Moline di Bologna

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Marinella Manicardi ritratto ph Giuseppe Rado

BOLOGNA – Il Teatro delle Moline, fondato il 9 febbraio del 1973, compie 50 anni e per l’occasione Marinella Manicardi rimette in scena, dal 4 al 12 febbraio (martedì, giovedì ore 21.00 ǀ mercoledì ore 19.00 ǀ venerdì e sabato ore 18.00 e ore 21.00 | domenica ore 18.30), Freud e il caso di Dora di Luigi Gozzi, storico spettacolo del fondatore del Teatro di via delle Moline, nel cuore della zona universitaria di Bologna, su un lato di Palazzo Bentivoglio.

Un’idea dell’attrice e regista Manicardi per omaggiare un luogo simbolico della città e il regista, docente e studioso Luigi Gozzi scomparso nel 2008, e che tanto ha dedicato nella sua vita a questo magico spazio.

«A chiamarlo teatro ci voleva tutta l’utopia e la determinazione di Luigi Gozzi – scrive Manicardi – che l’ha diretto fino al 2006: cinquanta sedie, allora, pochi fari, allora, ma l’orgoglio di uno spazio di pensiero e di lavoro aperto al teatro più innovativo, alla musica, al cinema, agli scrittori e ai tanti laboratori per il pubblico.

Attorno a Gozzi si formò la compagnia Teatro Nuova Edizione, c’ero anch’io e solo adesso a cinquant’anni dall’inaugurazione mi accorgo di quanti spettacoli, visioni, quanti chiodi, quanti incontri sono stati assorbiti dai muri delle Moline».

Successivamente la gestione del Teatro passò alla cooperativa Nuova Scena e dal 2014 a ERT Fondazione, che ha accolto con entusiasmo l’invito di Manicardi, producendo questo nuovo adattamento, sul testo e la regia di Gozzi, e che vede in scena gli attori Stefano Moretti, Alma Poli, nei ruoli un tempo interpretati rispettivamente da Gianfranco Furlò e la stessa Manicardi.

Freud e il caso di Dora debuttò, sempre in febbraio, nel 1979, nello storico teatrino bolognese per poi andare in tournée in tutta Italia, in Francia e anche a Vienna «a pochi passi da Bergasse 19, lo studio di Freud», racconta Manicardi.

Lo spettacolo fu il primo che Gozzi ricavò dai casi clinici di Freud e di altri narratori psicoanalitici; la sua prima scommessa: trattare il racconto di un’analisi come copione drammaturgico, il sintomo come gesto d’attore. La seconda invece fu quella di progettare lo spazio scenico a partire da uno schermo da retroproiezione che chiudeva tutto il boccascena. «Su questo schermo/occhio/superficie/spazio scenico – prosegue la regista – vennero proiettate, composte, commentate le immagini di otto proiettori cinematografici (la videoproiezione non esisteva), cioè tutto il materiale dell’analisi».

Come si può leggere in un appunto di Luigi Gozzi, anni dopo il debutto: «è stato uno spettacolo costruito sulla contrapposizione e che, secondo me, la contrapposizione o contraddizione ci vuole, è necessaria. Nel Freud la contrapposizione riguardava sicuramente il rapporto tra il versante strettamente drammaturgico cioè gli interventi dei due protagonisti e l’aspetto che solo banalizzando si può chiamare scenografico (…) come se in fondo si mettessero in scena due spettacoli contemporaneamente, uno sull’altro. Perché? Perché nello spazio nell’interstizio tra l’uno e l’altro si insinua, si può insinuare l’occhio (e l’orecchio e la testa) dello spettatore».

«Rivedere questo spettacolo ora, nel luogo in cui fu composto, – conclude Marinella Manicardi – credo sia il modo migliore per festeggiare i cinquant’anni del Teatro delle Moline. E di questo ringrazio ERT, credo che Luigi Gozzi ne sarebbe felice».

Martedì 7 febbraio alle ore 18.30 nel foyer dell’Arena del Sole si terrà l’incontro Il Teatro delle Moline cinquant’anni dopo. Dopo un saluto della delegata del sindaco alla cultura di Bologna e Città metropolitana Elena Di Gioia e del direttore di ERT Valter Malosti, interverranno il professore Gerardo Guccini, i giornalisti e critici teatrali Gianni Manzella e Massimo Marino e la manager culturale Cheti Corsini, con alcuni racconti sul teatro vissuti in prima persona. Conduce Marinella Manicardi. Durante l’incontro saranno proiettati i video storici dell’Archivio Teatro Nuova Edizione e Teatro delle Moline presso DAMS Unibo.

Luigi Gozzi (Bologna, 2 luglio 1935 – Bologna, 21 settembre 2008) è stato un drammaturgo, regista e docente di Metodologia e critica dello spettacolo al DAMS dell’Università di Bologna.

Si forma con Luciano Anceschi e svolge attività di critico su Il Verri e Marcatré. Nel ’68 con il fratello Alberto costituisce, a Torino, la compagnia Teatro Nuova Edizione di cui è direttore artistico. Dal ’73 con la collaborazione di Marinella Manicardi apre, a Bologna, il Teatro delle Moline che diviene sede della compagnia.

Appassionato di classici della drammaturgia, molto attento al lavoro dell’attore, è inizialmente vicino al Gruppo ’63, per poi passare, nel corso degli anni ’70, a un teatro di pura sperimentazione, fino all’incontro, in anni più recenti, tra palcoscenico ed elettronica. Dopo L’Anitra selvatica, Cyrano, La Calandria, ai quali lavora come drammaturgo e regista, mette in scena al Teatro delle Moline Il Malato immaginario e Otello, dove più marcatamente mostra la propria consapevolezza di autore teatrale. Dopo l’esperienza di teatro psicoanalitico con Freud e il caso di Dora e La doppia vita di Anna O., elabora nello “stanzone” delle Moline il progetto drammaturgico TRE e chiama a collaborare Marcello Fois, Carlo Lucarelli e Mario Giorgi.

Ha tenuto laboratori di scrittura scenica e, per la casa editrice Clueb, ha curato la collana di drammaturgia italiana Simulazioni.

Marinella Manicardi è nata a Mirandola e vive a Bologna.

Si laurea in Lettere all’Università di Bologna nel 1972 con Ezio Raimondi. Attrice dal 1970 con Luigi Gozzi, poi suo compagno di vita e teatro. Con lui inventa e co-dirige il Teatro delle Moline, la compagnia Teatro Nuova Edizione.

Tra gli spettacoli più noti: Otello!, 1974; Freud e il caso di Dora, finalista al Premio Mondello 1979, Memorie  labili, Biennale Venezia 1984; L’armonia universale, Bologna Cultura 2000. Ha lavorato inoltre con E. Sanguineti, E. Pagliarani, R. Roversi, C. Lucarelli, M. Fois, C. Longhi. Come regista ha diretto: Anna Cappelli di Ruccello, 2005, e Morandi, 2008, segnalati ai Premi UBU. Tra le sue drammaturgie: Luana prontomoda, 2005, Corpi impuri, per Festivalfilosofia 2011; con Federica Iacobelli ha lavorato per La Maria dei dadi da brodo, 2012, Nelle mani di Anna, 2016. Lavora inoltre per la RAI per radiodrammi e teatro. Nell’editoria per: Bulzoni, Clueb, Pendragon, Mondadori, Odoya. Per Il nostro piccolo segreto, video di F. Montanaro, ha ricevuto premi all’interpretazione in concorsi nazionali.

Teatro delle Moline – via delle Moline 1/b Bologna

Biglietteria presso Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44, Bologna: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00

Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com

o presso il Teatro delle Moline da 30 minuti prima dello spettacolo

Prezzi dei biglietti: da 7 € a 15 € esclusa prevendita

Teatro delle Moline

Via delle Moline, 1/b, Bologna

da sabato 4 a domenica 12 febbraio 2023

martedì, giovedì ore 21.00 ǀ mercoledì ore 19.00 ǀ venerdì e sabato ore 18.00 e ore 21.00 |

domenica ore 18.30

Freud e il caso di Dora (2023)

testo, spazio scenico, film, luci, regia Luigi Gozzi

remise en scène Marinella Manicardi

assistente e collaboratore alla regia Davide Amadei

con Stefano Moretti, Alma Poli

musiche Gabriele Partisani

film Andrea Pavone Coppola

elaborazioni fotografiche Paolo Petrosino

video design Giuseppe Rado

tecnico video, audio, luci Salvatore Pulpito

riproduzione digitale film Home Movies

riproduzione digitale Eurovideo

produzione (1979) Teatro Nuova Edizione

produzione (2023) Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

in collaborazione con DamsLab e Biblioteca delle Arti, Università di Bologna,

Archivio Teatro Nuova Edizione – Teatro delle Moline

e Home movies

durata 1h e 10 min