A partire dal 6 aprile 2019, il movimento franoso ha danneggiato e successivamente interrotto la strada per un tratto lungo circa 25 metri tra le frazioni di Vado (Monzuno) e Gardeletta (Marzabotto), portando alla chiusura della viabilità in Val di Setta. La Città metropolitana ha quindi effettuato un’indagine geognostica, per monitorare il movimento della parete rocciosa e comprendere come intervenire per fermare il cedimento, trovando la migliore soluzione per ricostruire l’importante arteria. La SP325 è infatti l’unica alternativa all’autostrada A1.
Il progetto è finanziato per un totale di 4.050.000 euro (3 milioni della Regione Emilia-Romagna – Protezione civile e 1.050.000 della Città metropolitana – manutenzione straordinaria strade ex MIT).
L’intervento prevede l’arretramento della sede stradale verso monte attraverso il rimodellamento della scarpata, che verrà consolidata in modo da presentare una pendenza elevata. La nicchia della frana verrà scavalcata con un viadotto a campata unica lungo 60 metri. Il ponte ad arco esistente lungo parte del tratto interessato dai lavori, verrà parzialmente demolito per permettere la realizzazione di un ulteriore ponte, sempre a campata unica, lungo 18 metri. La strada verrà dotata inoltre di un sistema di drenaggio delle acque.
“Comprendiamo il disagio con cui cittadini e imprese hanno dovuto fare i conti in questi due anni e mezzo – sottolinea il consigliere metropolitano con delega a Viabilità Marco Monesi – come abbiamo ricordato, in occasioni simili, per arrivare a realizzare un intervento di questa importanza sono necessari tempi lunghi.
Prima di ogni altra cosa, è infatti essenziale capire come si è mosso il sistema franoso e se tale movimento continua a verificarsi, in che direzione ecc…Stabilito questo si procede alla definizione degli interventi necessari ed alla loro progettazione vera e propria: analisi, progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo. Sono tempi e procedure che vanno seguite per garantire soprattutto una lunga tenuta, sia la regolarità dell’opera. Infine occorre procedere alla assegnazione dei lavori, in questo caso abbiamo utilizzato le procedure semplificate. Pertanto è innegabile che il tempo trascorso sia lungo, ma operoso e inevitabile per le ragioni esposte”.
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