Fosso Vecchio: il punto della situazione sulla qualità delle acque

57

A partire dalla stagione irrigua 2021, già in corso, sono state istallate due centraline nei punti più sensibili del sistema idrico interessato, per la rilevazione 24 ore su 24 della qualità delle acque

BAGNACAVALLO (RA) – Nel corso delle stagioni irrigue 2019 e 2020, sono stati riscontrati, in un determinato numero di aziende agricole del comparto idraulico Fosso Vecchio – porzione dell’ambito di pianura del comprensorio consortile tra il torrente Senio e il fiume Lamone -, danni colturali subiti sia da colture da seme, sia da coltivazioni arboree e industriali, soprattutto nel Comune di Bagnacavallo. Il comparto Fosso Vecchio prende il nome dall’omonimo collettore di scolo che lo solca da sud verso nord. Il canale Fosso Vecchio, che ha origine nel Comune di Faenza appena a monte della via Emilia, riceve lungo il suo percorso le acque di numerosi affluenti tra i quali assumono particolare importanza il Fiume Vetro, la Cantrighella di Merlaschio e la Canala di Cassanigo, in cui si immettono le acque di scolo di un bacino fortemente urbanizzato caratterizzato dalla presenza di numerosi stabilimenti del distretto industriale faentino.

Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, in qualità di gestore del reticolo idrografico artificiale del comparto Fosso Vecchio e allo scopo di collaborare con le aziende agricole interessate, ha svolto, sia nel 2019 sia nel 2020, una fitta attività di monitoraggio delle acque e di ricerca analitica mirata alla caratterizzazione e all’individuazione delle possibili cause dei danni accertati. Questa attività è consistita nel campionamento e analisi delle acque (prelevate sia dal sistema di canali vettori, sia dagli impianti irrigui aziendali), dei terreni e dei residui vegetali. Nel corso della sola stagione irrigua 2020 si sono analizzati 335 campioni d’acqua (210 riferiti ai parametri di compatibilità agronomica e multi-residuali, 125 ai parametri previsti dal quadro normativo vigente e agli idrocarburi) e 50 campioni di materiale vegetale (di cui 38 per la ricerca delle multi-residualità e 12 per analisi di tipo microbiologico).

Il Consorzio ha inoltre messo in pratica un’oculata gestione idraulica dei sistemi irrigui interessati attraverso la regimazione delle acque di scolo raccolte dai canali a monte del CER, fonte primaria di approvvigionamento idrico del territorio romagnolo, nonché attraverso la turnazione dei prelievi e un servizio di messaggistica per informare le aziende agricole delle principali azioni intraprese e orientarle nei comportamenti da assumere. Quest’ultima attività ha consentito, quanto meno, di limitare l’entità dei danni accertati.

A ciò si aggiunge la costante collaborazione prestata alle istituzioni e autorità impegnate nella ricerca delle possibili cause dei problemi segnalati.

A partire dalla stagione irrigua 2021, avviata già dall’inizio di marzo, si è poi deciso di procedere all’installazione di due centraline nei punti più sensibili del sistema idrico interessato, per la rilevazione in continuo (24 ore su 24) di determinati parametri di qualità delle acque vettoriate lungo i canali. Al superamento dei valori soglia impostati in fase di taratura delle centraline, è previsto che siano effettuati in automatico prelievi di campioni d’acqua da sottoporre alle analisi di laboratorio. Questa attività non è sostitutiva, ma si va ad aggiungere a quella già svolta nei due anni precedenti. Il Consorzio, pertanto, proseguirà anche nell’anno corrente nella costante attività di monitoraggio dei parametri qualitativi dell’acqua, anche in assenza di specifiche segnalazioni di problemi.

Questo impegno che è notevole sia sotto il profilo organizzativo sia economico è pienamente rispondente agli scopi istituzionali di un ente come il Consorzio che, oltre a creare e mantenere condizioni di ordinato assetto idraulico e sicurezza del territorio di propria competenza, ne supporta le attività produttive secondo una logica di sviluppo sostenibile. Per quanto intensa, l’azione dell’ente non è tuttavia sufficiente a risolvere in via definitiva i problemi di qualità delle acque, se non è accompagnata da interventi normativi volti a rendere più rigidi i valori soglia degli scarichi e se non è supportata maggiormente da altre autorità dotate di poteri di ispezione e sanzionatori di cui il Consorzio non dispone.