Lo istituirà il Comune in convenzione con l’Ordine dei Notai
FORLÌ – Dai prossimi mesi anche il Comune di Forlì predisporrà un registro per raccogliere le Dichiarazioni di Trattamenti Sanitari, documento attraverso il quale una persona, capace di intendere e di volere, esprime la propria volontà circa i trattamenti sanitari ai quali desidererebbe o non desidererebbe essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato.
La Giunta del Comune di Forlì, in esecuzione di una Mozione approvata dal Consiglio Comunale, ha deliberato infatti la sottoscrizione della convenzione con l’Ordine dei Notai dei Distretti Riuniti di Forlì e Rimini con cui si avvierà un rapporto di collaborazione che consentirà ai cittadini residenti nel Comune di iscrivere nell’apposito registro comunale le dichiarazioni che rilasceranno al Notaio.
Per questa iniziativa, che nasce dalla collaborazione con il Presidente dell’Ordine dei Medici Michele Gaudio e del Direttore dell’U.O. Cure Palliative dell’AUSL della Romagna Marco Maltoni, è stato predisposto uno schema di Dichiarazione che contiene tutte le informazioni utili e contempla, inoltre una ulteriore dichiarazione di consenso informato sottoscritta anche da un medico di fiducia scelto dal cittadino.
La convenzione fra Comune e Ordine dei Notai sarà sottoscritta nel mese di settembre, e a seguire verrà data comunicazione dei nominativi dei Notai presso cui si potranno rilasciare le dichiarazioni e ricevere tutte le informazioni necessarie.
Per l’autunno sarà inoltre organizzata una campagna informativa sulle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario valorizzando la collaborazione fra gli Ordini dei Notai e dei Medici e il Comune di Forlì.
Riferimenti normativi:
La Costituzione della Repubblica Italiana all’Art. 32 prevede che: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Il Consiglio d’Europa ha approvato la Convenzione di Oviedo [Consiglio d’Europa – 1997] al Capitolo II – Art. 9 afferma: ” I desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione.”
Codice di Deontologia Medica 18 Maggio 2014 adottato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri prevede:
Art. 16 Procedure diagnostiche e interventi terapeutici non proporzionati
Il medico, tenendo conto delle volontà espresse dalla persona assistita o dal suo rappresentante legale e dei principi di efficacia e di appropriatezza delle cure, non intraprende né insiste in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, dai quali non ci si possa fondatamente attendere un effettivo beneficio per la salute e/o un miglioramento della qualità della vita. Il controllo efficace del dolore si configura, in ogni condizione clinica, come trattamento appropriato e proporzionato.
Il medico che si astiene da trattamenti non proporzionati non pone in essere in alcun caso un comportamento finalizzato a provocare la morte. …….”
Art. 38 Dichiarazioni anticipate di trattamento
Il medico tiene conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e datata da parte di persona capace e successive a un informazione medica di cui resta traccia documentale. La dichiarazione anticipata di trattamento comprova la libertà e la consapevolezza della scelta sulle procedure diagnostiche e/o sugli interventi terapeutici che si desidera o non si desidera vengano attuati in condizioni di totale o grave compromissione delle facoltà cognitive o valutative che impediscono l’espressione di volontà attuali.
Il medico, nel tenere conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento, verifica la loro congruenza logica e clinica con la condizione in atto e ispira la propria condotta al rispetto e della dignità della qualità di vita del paziente, dandone chiara espressione nella documentazione sanitaria. ……”