Al via venerdì 25 la tre giorni della Comunità di don Benzi che celebra 50 anni. Ospite d’eccezione il Cardinal Simoni, carcerato 28 anni in Albania per la fede. Ramonda: “Siamo ospedale da campo nel mondo”
FORLÌ – I volontari di don Benzi si incontreranno a Forlì da venerdì 25 a domenica 27 maggio. Per l’Assemblea Internazionale della Comunità Papa Giovanni XXIII – al Palafiera di Forlì – sono attese migliaia di persone provenienti dai 42 paesi del mondo in cui l’APG23 è presente.
«Sarà un incontro speciale perché quest’anno stiamo festeggiando 50 anni della Comunità. Vogliamo seguire l’invito di Papa Francesco che vuole una Chiesa animata da un dinamismo di uscita, da un permanente esodo, una Chiesa che deve dunque uscire da se stessa. E anche la Comunità Papa Giovanni XXIII intende essere una sorta di “ospedale da campo” del mondo – ha affermato Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità – Nel 1968 Don Benzi iniziò una sfida che oggi ci vede impegnati in 42 paesi nel mondo”.
Le Messe saranno celebrate da Mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì, e da Mons. Douglas Regattieri, vescovo di Cesena. Ospite d’eccezione sarà don Ernest Simoni, il sacerdote che subì la persecuzione del regime comunista in Albania, scontando 28 anni di lavori forzati. Simoni continuò a celebrare la Messa di nascosto durante la prigionia, divenendo padre spirituale per molti carcerati del regime. L’anziano presule (90 anni), creato di recente Cardinale da Papa Francesco, celebrerà la Santa Messa sabato pomeriggio.
Il ritrovo della Papa Giovanni è un’occasione unica in cui si possono incontrare tutti i piccoli, gli ultimi ed i poveri accolti nelle case famiglia in Italia e all’estero: bambini, disabili gravissimi, ex prostitute, ex carcerati, senza fissa dimora, profughi, sordomuti.
La Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel vasto mondo dell’emarginazione e della povertà dal 1968. Vive come “un’unica famiglia spirituale” composta da persone di diversa età e stato di vita che si impegnano a condividere direttamente la vita con gli ultimi, facendosi carico della loro situazione. L’amore ai fratelli conduce a cercare di rimuovere le cause che provocano il loro bisogno.
Per raggiungere questo obiettivo la Comunità ha dato vita ad oltre 500 case e realtà in tutto il mondo, diversificando le modalità di accoglienza in base alle necessità dei poveri che incontra.
La Casa Famiglia è la prima innovativa modalità di accoglienza nata nel 1973 dall’intuizione di don Oreste Benzi. Si tratta di famiglie dove coppie di sposi o single diventano padre e madre, fratello e sorella di persone con disabilità, minori in difficoltà, persone con problemi psichici e di dipendenza, vittime di tratta, ex detenuti. Attraverso la scelta di condividere con loro la vita, direttamente, quotidianamente e continuativamente, si realizzano legami che sanano alla radice l’emarginazione, la solitudine e l’abbandono. Ciascuno si sente importante ed utile per gli altri e viene stimolato ad avere a cuore tutti e ciascuno.
Dal carisma della Comunità sono nati, e da essa sono promossi, 35 enti giuridici nel mondo, tra cui: 15 Cooperative Sociali riunite nel “Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII”; numerosi centri di lavoro e attività commerciali come un editore, alberghi e gelaterie; la ONG “Condivisione fra i popoli”, che gestisce progetti di sviluppo all’estero.