Al vaglio alcune modalità di salvaguardia del monumento
CESENA – La fontana Masini non è stata danneggiata ma ha subito uno sgretolamento della lavorazione fatta durante l’ultimo restauro. La natura dell’episodio è confermata dai filmati delle videocamere di sicurezza dai quali è emerso come l’asportazione dello spigolo non sia stata causata da un atto vandalico ma dal semplice appoggio della suola di una scarpa. È l’Assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio Christian Castorri a confermarlo rispondendo all’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare della Lega.
“L’indurimento del materiale – precisa Castorri – avviene correttamente quando la temperatura ambiente è compresa tra gli 8 e i 25 gradi. La sua applicazione è stata effettuata verso il 20 agosto, alla vigilia del disallestimento del cantiere con temperature evidentemente troppo elevate che hanno impedito alle componenti del prodotto di reagire correttamente”.
Ripercorrendo le diverse fasi che hanno caratterizzato l’intervento di restauro svolto dalla ditta ‘Kairos restauro srls’ di Forlì e costato oltre 56 mila euro, l’Assessore specifica che “oltre alle lavorazioni di pulitura delle superfici, del rifacimento dello strato superficiale delle stilature e di stuccatura in alcuni casi, è stata eseguita anche la sostituzione di quattro spicchi in pietra nel gradino inferiore e di una lastra nella cornice di pietra posta a livello della pavimentazione della piazza. Si è utilizzata – prosegue – la pietra d’Istria, materiale di cui è fatta la parte lapidea della fontana, intervento eseguito dalla ditta Zambelli Srl di Galeata”. Nello specifico, la ricostruzione dello spigolo è stata realizzata con resina epossidica, materiale ampiamente utilizzato per la ricostruzione delle parti lapidee mancanti in occasione dell’intervento di restauro concluso nel 2010.
In riferimento invece alla salvaguardia del monumento, che non è da ritenersi un arredo comune, il Comune di concerto con la Soprintendenza sta vagliando alcune possibili modalità di intervento volte a una maggiore tutela della fontana che, tuttavia, dovranno garantire un’opportuna fruizione del bene pubblico. Al momento però è del tutto esclusa un’alta recinzione come quella che era presente fino al 1925.
PER SAPERNE DI PIÚ. L’opera è costituita principalmente da pietra d’Istria, calcarenite di natura compatta e poco porosa. Il progetto di restauro realizzato tra il 2008 e il 2010 ha previsto la manutenzione e il restauro dell’intero apparato decorativo della fontana. Inoltre si è prestata particolare attenzione alla “compatibilità fisico-chimica” con gli antichi materiali attraverso l’impiego di prodotti che la tecnologia in quel momento offriva prendendo in considerazione la possibilità di rimuovere le integrazioni introdotte e i prodotti applicati e finalizzati all’intervento di restauro sia conservativo che estetico.