FERRARA – Nel Giorno del Ricordo, è stato intitolato ieri a Norma Cossetto il giardino di fronte alla scuola Poledrelli, nel cuore del quartiere Giardino di Ferrara. La giovane studentessa universitaria istriana fu torturata, violentata e gettata in una foiba nel 1943 ad opera dei partigiani jugoslavi del Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e 5 ottobre di quell’anno. Fu insignita della medaglia d’oro al valor civile ed è diventata tra gli esempi della persecuzione delle Foibe.
Alla cerimonia ufficiale per le commemorazioni in onore alle vittime erano presenti l’assessore ai rapporti con Unife Alessandro Balboni, che ha portato i saluti del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, il prefetto di Ferrara Massimo Marchesiello e Adriana Giacci a nome dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Sono passati quasi ottant’anni dai terribili avvenimenti, che colpirono migliaia di persone, tra cui Norma Cossetto. Vent’anni fa veniva approvata la legge 92/2004, che istituiva il Giorno del Ricordo il 10 febbraio di ogni anno, al fine di non dimenticare tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre. Come ha ricordato ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fu votata a larghissima maggioranza in Parlamento. Le uccisioni di italiani – tra il 1943 e il 1947 – furono almeno 20 mila; gli esuli costretti a lasciare le loro case almeno 250 mila.
“A Ferrara l’Amministrazione comunale, dopo aver voluto commemorare con un monumento le vittime, oggi dedica a una di loro, la giovanissima martire italiana Norma Cossetto, il giardino in cui questo monumento trova dimora. Abbiamo voluto questi due simboli vicino a una scuola, affinché le nuove generazioni possano approfondire questa storia, che è parte d’Italia e ha riguardato connazionali torturati e gettati nelle oscure cavità carsiche solo per aver rivendicato il diritto di essere italiani liberi”, così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri.
“Senza memoria non c’è giustizia, senza giustizia non c’è libertà. Troppo a lungo questi fatti sono stati taciuti e dimenticati. Ognuno di noi ha il dovere morale di far sì che la tragedia che ha colpito esuli italiani da quelle terre, fuggiti per mantenere la propria identità, la propria vita, e il proprio legame con la propria patria non sia stato vano”, ha aggiunto l’assessore Balboni. “Così abbiamo il dovere di ricordare quegli italiani che tra angherie, soprusi e violenze hanno trovato la morte nei modi più orribili, nelle foibe, nelle fosse comuni, nel mare. Oggi ricordiamo anche una giovane italiana, senza colpa alcuna, la cui storia non è stata scritta nei libri di storia e la cui tragedia purtroppo ancora pochi conoscono”.
“Abbiamo un colpevole oblio rispetto a questo pezzo di storia italiana. E, con un colpevole ritardo, stiamo recuperando”, ha ribadito il prefetto Massimo Marchesiello, che ha svolto la sua attività per tre anni proprio a Gorizia. “Mi piacerebbe che l’importante lavoro che a Ferrara si realizza ogni anno con le scuole per la giornata della Memoria si svolgesse anche per le commemorazioni del 10 febbraio. Grazie al Comune che ha intitolato questa piazza a Norma Cossetto”, conclude il prefetto.
“Per anni questa associazione, apartitica e apolitica, ha lavorato nelle scuole insieme al presidente del comitato di Ferrara, Flavio Rabar, che oggi non è potuto essere presente. Abbiamo sempre e solo operato per la giustizia, la verità storica e la memoria. Questa deve essere una memoria collettiva, e ora, finalmente, lo è”, ha detto Adriana Giacci.
Sono infine intervenuti Riccardo Modestino, in rappresentanza di Assoarma, che ha ricordato la storia della giovane martire, e il presidente della Consulta Provinciale degli Studenti Martino Ravasio. L’arcivescovo Gian Carlo Perego, prima degli interventi, ha benedetto il monumento dedicato ai Martiri delle foibe.