MODENA – Monitoraggio delle principali forme di illegalità e potenziamento della videosorveglianza; contrasto dei reati predatori e aiuto alle vittime; rafforzamento della presenza istituzionale e del presidio informale del territorio fermo restando le prerogative delle Forze dell’ordine. Sono i principali elementi di novità contenuti nel Patto per Modena Sicura che è stato rinnovato venerdì 29 luglio, nella sede della Prefettura di Modena dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dal prefetto Michele di Bari alla presenza del vice ministro dell’interno Filippo Bubbico.
Il nuovo documento, che ha durata triennale, conferma gli impegni e gli strumenti di coordinamento già in essere per il controllo coordinato del territorio, a partire dalla Cabina di regia, introducendo elementi che ne puntualizzano gli obiettivi senza modificare l’impianto di base. Confermate le finalità: dare corso azioni e progetti specifici in materia di sicurezza urbana integrata su aree di intervento prioritario, migliorare e integrare il circuito informativo inter-istituzionale, attivare percorsi di ascolto e confronto con le diverse espressioni del tessuto sociale.
Centrale nel Patto per Modena Sicura, in cui è stato anche inserito un riferimento a Codice etico di Polizia introdotto dall’Unione europea, sono tutte le forme di polizia di prossimità per quanto riguarda gli aspetti operativi di controllo del territorio e, in particolare, in funzione di un miglior coordinamento del Vigile di quartiere con Carabiniere e Poliziotto di quartiere, ma anche attraverso un più diretto e costante contatto con i cittadini.
In quest’ottica, il Comune rafforza la propria presenza istituzionale (attraverso il potenziamento dell’organico e la turnazione degli operatori nell’arco delle 24 ore sette giorni su sette) e il presidio informale valorizzando l’integrazione tra vigile di quartiere e forme di volontariato presenti sul territorio; promuovendo ulteriormente l’attività del volontariato (già 193 quelli attivi); sperimentando forme di vicinanza ai cittadini delle zone periferiche anche con l’uso della nuova unità mobile attrezzata. E la Cabina di regia si impegna anche a considerare “percorsi per l’attivazione di forme di sicurezza partecipata” in grado cioè di coinvolgere sempre più i cittadini in chiave di controllo sociale, soprattutto per dare impulso alla sperimentazione di forme di coesione sociale e solidarietà sociale.
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